ARNALDO SALA: “Salviamo le aziende agricole tarantine dal Tributo 630!”
Dal Consigliere regionale Arnaldo Sala, FI, Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Siamo alle solite: in nove anni di “gestione Vendola” la Regione Puglia non è riuscita e non riesce ad improntare la amministrazione della cosa pubblica a criteri manageriali di efficienza e economicità, con i costi dei servizi che, invece di diminuire, continuano a lievitare. E per coprirli si continua a “mungere” i cittadini e le imprese della nostra regione aumentando la tassazione con odiosi balzelli e gabelle che stanno stremando famiglie e aziende pugliesi. Accade anche nel comparto agricolo, dove la Regione Puglia, da quando ha commissariato i Consorzi, ha erogato ogni anno tra i 20 e 25 milioni di euro per i consorzi e le manutenzioni che, troppo spesso, sono rimaste incompiute, mentre i bilanci di questi enti hanno continuato a essere in passivo.
E così, pur di fare cassa si riesumano tributi sospesi da anni, come ha fatto anche il locale consorzio di bonifica che è tornato ad esigere da molte aziende agricole tarantine, prevalentemente del versante occidentale della nostra provincia, un’area colpita gravemente da ormai periodiche inondazioni, il pagamento del “Tributo 630” che, dovuto per i miglioramenti fondiari, era stato sospeso nel lontano 2002!
Come afferma il presidente di Confagricoltura Taranto, Gerardo Giovinazzi, nei tavoli realizzati in Regione Puglia con le organizzazioni datoriali si era parlato di cifre che le aziende agricole avrebbero potuto sostenere, circa 34 euro a ettaro, mentre, in base a parametri che fanno schizzare il conto alle stelle, ora un agricoltore di Palagiano potrebbe persino arrivare a dover pagare 230 euro per ogni ettaro di agrumeto!
In pratica con il “Tributo 630” su ogni ettaro di terreno agricolo messo in produzione costi, tasse e tributi arriverebbero a gravare per circa 1500-2000 euro, un peso insostenibile per tante aziende agricole per le quali, si arriva persino a questo paradosso, sta diventando più conveniente lasciare i terreni incolti…
Da sempre l’agricoltura rappresenta l’asse portante dell’economica di molti centri della nostra provincia, un comparto che va sostenuto, magari guidandolo e aiutandolo a intercettare i fondi della PAC e quelle europei, non certo penalizzandolo con gabelle e tasse insostenibili.
Il rischio, infatti, è che molti agricoltori non riescano a pagare il “Tributo 630”, una inadempienza che innescherebbe la riscossione coatta, tramite cartelle esattoriali, con il conseguente blocco dei trattori e la vendita all’asta dei terreni.
Sarebbe il colpo di grazia finale per tante aziende agricole del versante occidentale, i cui agrumeti sono il fiore all’occhiello dell’agricoltura jonica, che sarebbero costrette a chiudere, con gli speculatori pronti a comprare i terreni per quattro soldi alle aste giudiziarie.
È questa l’agricoltura che vuole la Regione Puglia di Vendola e dei suoi assessori per la provincia di Taranto?
È questa la Puglia migliore promessa dal centrosinistra in campagna elettorale quattro anni fa?
Arnaldo Sala
Consigliere regionale FI