TARANTO. “Basta diffamare la scuola”

TARANTO. “Basta diffamare la scuola”

L’appello di un’insegnante tarantina

A suscitare l’indignazione di un’insegnante tarantina, è stato un articolo diffuso sui social qualche giorno fa, in cui si parlava di atteggiamenti compromettenti assunti da insegnanti e dirigenti scolastici. Benché il marcio sia presente in ogni ambiente di lavoro, e non lo si può negare, la professoressa Rosanna Petruzzi, insegnante di lingua e letterature straniere presso l’Istituto comprensivo ‘Galileo Galilei’ sito nell’isola antica della città di Taranto, urla a gran voce il suo “no alla diffamazione della scuola”. La scuola è un’istituzione importante, della quale spesso, viene minata la credibilità. A nome di tutti gli insegnanti onesti, che svolgono questo mestiere con passione e dedizione, la Petruzzi spiega qual è il vero ruolo del docente nella società. Sicuramente si tratta di un compito importante, poiché come la stessa afferma: “Gli operatori della scuola di certo non possono sopportare da soli il peso di generazioni che evolvono in tempi esponenzialmente veloci, i cui bisogni, vecchi e nuovi, comportano azioni diversificate e specificatamente competenti”.

Oggi la scuola non vive una bella situazione. La crisi economica non ha risparmiato neanche la cosiddetta “palestra di vita” che stenta a sopravvivere tra carenze di struttura ed apparecchiatura. Forse è bene che si parli di questo, oppure dell’impegno costante di quei tanti insegnanti che fanno tanto per garantire la formazione e l’educazione, alla futura forza lavoro, futuri politici, futura scuola, futura società. Parla di società la professoressa Petruzzi, proprio perché la scuola è uno degli spaccati della società a cui tutti, nel bene o nel male, contribuiamo.

“Non si tratta di guardare al luogo delle anime salve perché nessun ambiente di lavoro, ahimé, è scevro da negatività. Piuttosto si tratta di contrastare l’onda pericolosa di critiche che molti cavalcano da qualche tempo, allo scopo di oscurare un orizzonte fatto, vi assicuro, da tantissimi pigmenti colorati che, tutti insieme, danno vita a sfumature variegate ma, allo stesso tempo, capaci di conferire unicità e unitarietà allo sfondo. Questi sono gli insegnanti!”.

Gli insegnanti dunque, i pilastri della scuola, spesso messi in discussione, dalle stesse famiglie. In realtà, poco si parla di quanto impegno ci sia nel loro lavoro, o delle condizioni nelle quali insieme ai loro alunni, vivono quotidianamente la scuola. L’istituzione scolastica vive davvero seri problemi che devono arrivare alle coscienze dei membri dell’istituzioni. La professoressa Petruzzi parla della scuola presso la quale insegna: “Sfido chiunque a sentirsi ogni mattina accolti in un ambiente così strutturalmente degradato: banchi rotti, sedie spaccate da riparare alla ben meglio con tanta buona volontà e lavagne ancora appese al muro verso le quali è ormai sempre più difficile orientare gli sguardi degli alunnispiega e prosegueQualcuno ha mai sentito il puzzo di umidità e di abbandono di alcune istituzioni?

Quest’anno la lamentela di una mia alunna, con il coraggio di esplicitare un bisogno della scuola al sindaco e a un rappresentante della chiesa locale, ha portato le istituzioni ad accorgersi dell’abbandono in cui versava la palestra sita in un sotterraneo, ormai inagibile da tempo. La scuola avrà minimamente contribuito a che quella studentessa fosse in grado di esplicitare dei bisogni, di essere critica nei confronti della realtà, di individuare gli interlocutori e di sentirsi libera di esprimere un suo pensiero?” Ecco il compito dell’insegnante. Indirizzare l’allievo ed alimentare in lui uni spirito critico. Dunque, l’invito della professoressa Petruzzi, è quello di pensare meno a mettere “mi piace” a notizie diffamanti che appaiono sui social, e a vivere di più la scuola sotto ogni punto di vista: da genitore, cittadino, parente o quant’altro.

Bisogna collaborare, costruire un dialogo costruttivo, e dare notizia del vero impegno dei docenti, e tutto ciò per cui lavorano ogni giorno, al fine di garantire ai propri alunni, una vita scolastica completa e serena.

Elena Ricci

viv@voce

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