Stop Tempa Rossa: i cittadini si mobilitino, affinché i numeri non sopprimano la nostra salute!
Tale messaggio è finalizzato al richiamo dei tarantini e di coloro che possiedono la “capacità e la possibilità” di poter cambiare le sorti di Taranto. Un unico obiettivo: NO A TEMPA ROSSA!
Avanti ieri è stato presentato a Bari un workshop sul progetto “Tempa Rossa”, organizzato da Confindustria Puglia assieme al Comitato Grandi Imprese. Il disegno Tempa Rossa (ricordiamo di cui essere titolare la joint venture Total-Shell-Mitsui), prevede lo sviluppo di un giacimento situato nell’alta valle del Sauro, in Basilicata.
Agli albori, l’impianto coprirà una fascia produttiva giornaliera pari a 50000 barili di petrolio, 230000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo, con un aumento della produzione petrolifera nazionale del 40%. Le sue potenzialità sono maggiormente incentrate sui volumi di investimenti pari a circa 1,6 miliardi di euro (il tutto senza alcun contributo pubblico), permettendo, in questo modo, di far concepire tale progetto privato di sviluppo industriale, il più rilevante in Italia. Difatti, la sua strategia, intesa a livello nazionale, prevede lo sviluppo dell’omonimo Centro Olio che ha sede in Basilicata, proprio grazie alla somma cospicua che interessa gli investimenti.
Per poter permettere, invece, il trasporto del petrolio, sarà indispensabile consolidare le infrastrutture di stoccaggio e di spedizione via nave, già esistenti a Taranto.
Nello specifico: verranno fabbricati 2 nuovi serbatoi, 1 sistema di raffreddamento greggio, i collegamenti con il pontile petroli con le relative facilities, tra cui un nuovo sistema di recupero vapori e il prolungamento per circa 350 metri del pontile per l’attracco delle navi.
Nel corso dei lavori, sono stati illustrati i vari interventi che saranno concretizzati da Eni (dato che proprietaria dell’area su cui insisteranno gli impianti all’interno della Raffineria di Taranto) per la realizzazione del progetto. Tali infrastrutture, tengono a precisare, sono impianti esclusivamente di movimentazione e stoccaggio, quindi, alcuna trasformazione del prodotto verrà realizzata in loco.
Durante il workshop erano presenti i rappresentanti delle Istituzioni a livello locale e centrale, Associazioni ambientaliste, Università e, nel corso della presentazione del piano di lavoro, si è posta l’attenzione sugli aspetti più importanti, ossia: la compatibilità ambientale degli interventi, i benefici occupazionali e i riflessi positivi sull’economia portuale. Punti fondamentali, ma che non devono far depistare la popolazione tarantina da un’eventuale e possibile errore umano.
Il presidente di Confindustria Puglia, Domenico Favuzzi, ha così affermato: “Siamo favorevoli alla realizzazione del progetto, pur nel pieno rispetto della legislazione ambientale e della salute dei cittadini. Un progetto di sviluppo industriale strategico e vitale per un territorio come quello di Taranto già fortemente colpito da situazioni di crisi aziendali e che rischia di andare incontro ad una inarrestabile deindustrializzazione”. Parole che fanno, sicuramente, pensare, ma a quanto equivale, realmente, la percentuale di veridicità?
Roberto Pasolini, Direttore Commerciale e Comunicazione di Total E&P Italia, ha, così, dichiarato: “Abbiamo voluto questo incontro per avviare un’opera diretta di informazione sul progetto Tempa Rossa a Taranto. Intendiamo continuare il percorso di informazione sul territorio di Taranto perché la comunità abbia tutti gli elementi di necessaria chiarezza sull’opportunità che questo progetto rappresenta, nel rispetto dell’ambiente”.
Tale progetto non creerà emissioni aggiuntive rispetto ad oggi, grazie al nuovo sistema di recupero e trattamento dei vapori provenienti dal caricamento delle navi. Inoltre, predisporrà 300 posti di lavoro a Taranto; contribuirà all’incremento del traffico marittimo, incrementando lo sviluppo del porto di Taranto, grazie al traffico navale che sarà pari a 90 navi all’anno. Per quanto riguarda le attività del porto, nulla le comprometterà e, per garantire ciò si crea un parallelismo con gli altri porti italiani, quelli che movimentano più greggio, i quali possiedono maggior vocazione merci e passeggeri.
Ora resta solo una cosa da fare: “Credere o non credere a quanto presentato”, perché già molte volte i cittadini sono stati raggirati da promesse illusorie, vogliamo davvero continuare a farlo? Vogliamo davvero porre vane speranze? Vogliamo davvero credere a tutto quello che ci dicono? Se la risposta ha esito negativo, bisogna lottare uniti per raggiungere assieme un unico obiettivo: NO TEMPA ROSSA!
Eleonora Boccuni