Mass-media e consumismo, i mostri del ventunesimo secolo. La “Società” post-moderna
Riflessioni a caldo. Il rischio è creare uomini e donne di allevamento
Già Hegel, un filosofo vissuto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, quando la borghesia predominava, aveva descritto una sua visione della società che ben si accorda con l’attuale. Egli affermava che: “Ogni individuo, seppur finito, vive nel suo piccolo lo stesso grande percorso dello spirito universale, l’evento particolare dell’individuo si incarnerà in quello più generale della storia dell’umanità”.
A partire dal ventesimo secolo, ma con più incidenza nel nostro secolo, il progresso tecnologico e scientifico ha consentito che la diffusione dei mass-media e dei mezzi di comunicazione diventasse globale. E’ infatti insolito che nel 2014 esistano ancora famiglie o single che non posseggano televisori, cellulari, tablet, o altri oggetti di ultima generazione; studi recenti, come la ricerca “Eu Kids Online” (D., Green, L. and Livingstone, S. 2013), hanno dimostrato che già bambini nella fascia d’età tra i 6/9 anni hanno l’accesso a internet, mentre i bambini tra i 9/12 anni hanno abilità di connettersi col mondo di internet del 100%.
Questi dati mettono in crisi anche la scuola europea, poiché, per esempio nel nord Europa l’uso dei tablet per migliorare le tecniche di studio è stato introdotto in ogni scuola, mentre in Italia ancora non discute, poiché solo il 6% delle scuole italiane ha la connessione in tutte le aule.
Le modalità di diffusione delle notizie nel corso del tempo sono migliorate notevolmente, ormai le notizie di cronaca, di sport, di politica, di economia, ci pervengono in maniera quasi immediata attraverso gli apparecchi di ultima generazione. E il fatto di essere connessi e in contatto con il resto del mondo in tempo reale, non potrebbe che essere un fattore positivo, se non fosse che la società dei mass-media, o come molti la chiamano, la società post-moderna, è oligarchica, cioè le notizie da diffondere, gli argomenti di cui trattare, sono decisi, scelti da una ristretta cerchia di persone che ha il monopolio dei canali tv, dei canali internet o delle testate giornalistiche. Il rischio è quello di creare uomini e donne d’allevamento, cioè una società conformista in cui è qualcun altro a decidere cosa tu debba comprare attraverso le pubblicità, o cosa tu debba pensare attraverso la propaganda smisurata.
Nonostante dopo il fascismo siano state eliminate molte leggi sulle censure, noi cittadini italiani siamo solo illusi di poter decidere cosa scrivere sui giornali o sulle piattaforme internet, che sia un social network, un canale youtube o un blog; la verità è che tutto controllato da quella ristretta cerchia. Molti pensatori avevano previsto che presto i mass-media avrebbero preso il sopravvento e ci avrebbero reso schiavi della tecnologia.
Tra essi George Orwell, nel suo romanzo “1984” pubblicato nel 1949, prevedeva che tutto sarebbe stato controllato dalla classe dirigente, dai politici, che facevano credere al popolo di proteggerli da una guerra immaginaria. In questo romanzo ogni cosa è controllata dal Big Brother, anche il pensiero di ogni singolo cittadino. Inoltre vi erano impiegati che leggevano, e correggevano se necessario, gli articoli che sarebbero stati pubblicati, e venivano eliminate da ogni vocabolario parole come “Libertà”, in modo che i cittadini non conoscesse il significato di certi termini in modo da non potersi ribellareal partito dominante. Ogni forma di ribellione era punita con il lavaggio nel cervello.
Ha sempre stupito come un romanzo pubblicato più di mezzo secolo fa fosse così attuale, infatti ciò che è solo narrato in un romanzo, non appare tanto diverso da ciò che sta succedendo nella nostra epoca-
Quest’ondata di mediaticità sta mettendo a rischio anche la democrazia, che i politici a gran voce ci illudono di star difendendo, poiché l’uomo medio, l’uomo comune ormai non è più interessato a ciò che sta accadendo nel proprio Paese, poiché preferisce eleggere chi lo rappresenterà in base alla totale apparenza e superficialità, scoraggiati totalmente dalla politica degli ultimi decenni.
Lo sviluppo tecnologico e dei media avrebbe dovuto renderci liberi, e invece ciò che sta accadendo è il contrario, la realtà è che stiamo diventando schiavi e cittadini di una società omologata, dove chi viaggia “in direzione ostinata e contraria” è considerato diverso e non degno di attenzione.
Cristiana