TARANTO. E’ morto Lorenzo. Il padre l’aveva portato via da Taranto per salvarlo
Il bambino che ci ha fatto piangere, malato con un tumore al cervello. Due anni fa il padre salì sul palco per dire STOP all’inquinamento
“Cari amici volevo avvisarvi che Lorenzino ci ha fatto uno scherzetto … ha voluto diventare un angioletto …”. Ce lo ha comunicato in serata su Facebook in questo modo, Mauro Zaratta, padre di Lorenzo, bimbo di 5 anni malato di tumore al cervello. A 3 mesi di vita avevano trovato a Lorenzo un tumore alla testa di 5 centimetri. «Era più grande il tumore che la sua testolina», diceva il padre Mauro Zaratta.
Mauro era diventato un “papà coraggio ” perché oltre che accompagnare il figlio in lunghi viaggi della speranza, ebbe la forza di salire sul palco nel 2012 e di dire a tutti di fermare l’inquinamento, portando con sé su un cartello l’immagine del figlio.
Mauro era andato a Firenze per non fare respirare più l’aria malata di Taranto e per curare il suo bambino dopo pochi mesi dalla nascita.
“Lorenzo – disse Mauro dal palco – ha un tumore al cervello dalla nascita e ha perso la vista. Io spero che continui a vivere e sono qui perchè condivido la protesta della gente. Voglio però anche dire che i bambini della città devono poter vivere serenamente e in salute: bisogna fermare questo massacro“.
Aveva con sé un cartello con la foto di Lorenzo e la scritta: “Mio figlio, 3 anni, cancro. A quanti ancora?!”
“All’epoca del concepimento e della nascita – raccontò – mia moglie lavorava al rione Tamburi (il più vicino all’Ilva, ndr), anche se nessuno potrà mai dire che ci sia un nesso di causalità tra emissioni inquinanti e malattia”.
Mauro sottolineò che la situazione prodotta dall’inquinamento industriale a Taranto è insostenibile e che anche se il figlio fosse guarito non sarebbe tornato più a vivere nella sua città, dove si trovano tutti i suoi parenti.
Un lavoratore dell’ILVA – a poche settimane dalla manifestazione aziendale organizzata nel 2012 per protestare contro l’ordinanza di sequestro del GIP Patrizia Todisco – gli scrisse su Facebook:
“Sono un operaio Ilva e purtroppo capisco quello che stai passando perché a me è successo a mio fratello e a mio padre. Ti sono vicino e spero anche io che questo massacro finisca, anzi ti dico che sono proprio favorevole alla chiusura. Dai un bacio al piccolo e digli che TARANTO, la parte sana di mente, è con tuo figlio. Ciao, ti auguro il meglio per te e per tuo figlio, vedrai che un giorno tornerai in una TARANTO pulita in tutti i sensi”.
Mauro è stato accanto al suo bambino durante i pesanti cicli di chemioterapia.
Il coraggio di Mauro e Lorenzo – e il dolore di tutta la famiglia – sono stati un esempio per tutti noi.
Hanno ambedue continuato a lottare contro il cancro fino all’ultimo.
Sono stati una risposta dignitosa e forte all’indifferenza di quanti si voltano ancora dall’altra parte per convenienza, ignoranza o, peggio ancora, ignavia.
Alessandro Marescotti
FONTE
peacelink.it