TARANTO. Festival dello Scorpione
Ritmo coinvolgente, suoni del mediterraneo e tanta bella musica al Festival dello Scorpione
Il Festival, giunto alla seconda edizione, quest’anno si è svolto nel cuore della città vecchia di Taranto riscuotendo curiosità e partecipazione da parte del pubblico. Spostandosi da Carosino (dove si sono svolte le scorse edizioni) a Taranto, per essere accolta in una location magica e storica legata fortemente al territorio.
Il concerto di sabato 9 Agosto ha vantato grandi nomi della “Notte della Taranta” e musicisti di alto livello qualitativo come la prestigiosa presenza del primo organettista italiano Riccardo Tesi con diverse esperienze e premi nell’ambito della musica popolare, come il Grand Prix International du Disque de l’Academie Charles Cros assegnato al disco Accordion del gruppo Samurai come migliore album world music dell’anno nella città di Parigi.
Dal 1980 si dedica all’insegnamento e alla ricerca di una pedagogia adeguata agli strumenti popolari ed in particolare all’organetto diatonico, per il quale è autore, insieme a Roberto Tombesi, del primo manuale italiano consacrato a questo strumento, il metodo intitolato “L’organetto diatonico” edito da Berbèn. Tiene stage di organetto e musica d’insieme in Italia e all’estero.
Un’altra prestigiosa presenza è stata quella di Eleonora Bordonaro, interprete siciliana, si occupa di musica popolare e jazz collaborando con alcune delle formazioni più interessanti del panorama italiano, come l’OPI Orchestra Popolare Italiana diretta da Ambrogio Sparagna e la PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra diretta da Maurizio Giammarco.
Guido Sodo, cantante di origini napoletane che affianca ai concerti l’attività laboratoriale soprattutto in relazione alla vocalità e all’arrangiamento musicale della musica popolare.
Un parco voci armonico ed emozionante con la voce di Meli Hajderaj, Mimma Montanaro, Carla Petrachi, Maria Pugliese, Alessia Tondo ed Emanuela Gabrieli dal dialetto tarantino alla lingua arberesche.
Ammaliante la presenza di due suonatori di didgeridoo, Andrea Presa e Christian Muela che hanno stregato la piazza con il suono del legno di uno degli strumenti più antichi al mondo accompagnati dal ritmo delle percussioni. Incantevole il suono delle corde del violoncello albanese di Redi Hasa, solista dell’ensemble di Ludovico Einaudi.
Senza tralasciare la magica voce del cantante palestinese Nabil Salameh che ha intonato “Amara terra mia” molto significativa in un periodo storico particolare come questo.
Uno spettacolo bellissimo con oltre 4 ore di world music e 60 musicisti provenienti da tutto il mondo.
Dopo il lavoro di un anno con il laboratorio arbereshe si è portato in scena un repertorio che come ha detto il musicista Michele Lobbacaro presto sarà a disposizione del pubblico, vista la previsione di un disco, accompagnato da un libro di ricerca della tradizione albanese.
“L’esibizione dell’orchestra dello scorpione ha unito i suoni del mondo riuscendo a esprime energia pura e coinvolgendo il pubblico” ha concluso il direttore artistico Mimmo Gori.
addetto stampa-Simona De Pace