TARANTO. L’Isola che vogliamo riparte da Luoghi del Gusto e ipogei Associazione Terra al lavoro per un’offerta stabile nell’Isola, non solo estiva

TARANTO. L’Isola che vogliamo riparte da Luoghi del Gusto e ipogei Associazione Terra al lavoro per un’offerta stabile nell’Isola, non solo estiva

Appello a fornitori e attività produttive

Ripartire subito dai Luoghi del Gusto, per sfruttare l’onda lunga de L’Isola che Vogliamo e gettare le basi per un’offerta ricettiva completa e destagionalizzata a Taranto Vecchia. L’Associazione Terra mantiene la parola e a distanza di qualche settimana dalla chiusura della kermesse estiva comincia a lavorare su una proposta duratura di offerta turistico-ricettiva per l’Isola.

Si riparte dagli elementi di maggior successo della manifestazione estiva, ipogei e Luoghi del Gusto su tutti. “Si tratta di due iniziative che hanno fatto registrare risultati assolutamente rilevanti”, spiega Antonio Santacroce, presidente dell’Associazione Terra. “Su questi elementi vale la pena cominciare a costruire da subito. Lo faremo con Nello De Gregorio e con l’Associazione Nobilissima Taranto per ciò che concerne la Taranto ipogea consci del fatto che, trattandosi per lo più di ambienti allocati all’interno di locali privati, occorre sederci attorno a un tavolo e comprendere come costruire un percorso condiviso”.

Sulla carta meno complicato è il progetto di istituzionalizzazione in Città Vecchia dei Luoghi del Gusto. “Il percorso proposto in collaborazione con l’Assessorato alle politiche agroalimentari della Regione Pugliaspiega Santacroceha riscosso un importante risultato di pubblico all’Isola che vogliamo. In migliaia ci hanno chiesto un qualcosa che in realtà è tanto semplice quanto raro: un’offerta di prodotti tipici locali genuina, di qualità a un costo contenuto. Esiste una domanda enogastronomica importante, tanto a livello locale, quanto a livello regionale, a cui è importante dare risposta per muovere l’economia locale e creare i presupposti ricettivi propedeutici a una reale offerta turistica”.

Da qui la proposta dell’associazione Terra e l’invito agli operatori del settore in Città Vecchia. “Il nostro obiettivo è fare sistema: chiediamo a bar, ristoranti, locali e pizzerie interessate a farci pervenire la propria disponibilità ad aderire ai luoghi del gusto, che saranno segnalati dall’apposito logo e sponsorizzati nel contesto di un apposita offerta commerciale. A queste attività chiederemo di inserire nei propri menù offerte specifiche di gastronomia locale e prodotti del territorio a prezzi calmierati. Aziende agricole e vinicole del territorio che vogliano entrare a far parte del circuito, alla pari, possono far pervenire la propria adesione per offrire agli operatori della Città Vecchia forniture a prezzi ribassati”.

Riscoprire sapori e prodotti della tradizione come pretesto per riscoprire la Città Vecchia, insomma, nel tentativo di innescare un circolo virtuoso e accrescere le potenzialità di incoming turistico. Che non vuol dire, precisano da Terra, trasformare l’Isola in un ristorante a cielo aperto. “È fondamentaleprecisa Santacroceessere chiari su una cosa: nessun esperimento enogastronomico può aver successo se incapace di mettere radici nel tessuto sociale e nella tradizione del quartiere. Guardo con fiducia e ammirazione al progetto ittituristico dell’assessore Nardoni e all’idea di riportare il turista indietro nel tempo, ai luoghi e agli stili di vita di cozzaruli e ostricultori in Città Vecchia. Vorremmo con logiche similari coinvolgere le mamme e le nonne del quartiere in laboratori del gusto dal basso, alla riscoperta della tradizione in cucina”. Partecipazione, dunque, come principio cardine, anche per contrastare fenomeni potenzialmente deleteri per il cammino che si intende intraprendere.

“Il fenomeno dell’abusivismo in occasione di eventi capaci di drenare visitatori in Città Vecchia è un autogol che facciamo a noi stessi come città”, secondo il presidente di Terra. “Occorre maggiore vigilanza, ma anche idee capaci di trasformare in opportunità questa piaga. Chiederemo a stretto giro un incontro alla Camera di Commercio, che da sempre è per noi punto di riferimento e preziosa amica, per capire quali sono i percorsi percorribili per gettare un seme nel quartiere. Immaginiamo a una soluzione di regime agevolato per i corsi propedeutici alle licenze. Se riusciamo a trasformare l’abusivismo in una offerta di street food di livello, tendenza che spopola in tutta Europa, con l’ausilio di chi deve necessariamente contrastare fenomeni di somministrazione abusiva possiamo creare lavoro vero e un’offerta di assoluto interesse nell’Isola”.

Taranto, 6 settembre 2014

 

viv@voce

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