Yellowstone: possibile imminente eruzione?
Il supervulcano è considerato uno dei punti caldi più pericolosi della Terra
Nelle ultime settimane, la caldera di Yellowstone, sta facendo registrare delle attività anomale che hanno destato non poca preoccupazione all’intera popolazione americana. A dare manforte, in questo clima di tensione e panico, c’è, sicuramente, stata l’informazione dai toni allarmanti da parte dei media, i quali hanno parlato di una possibile imminente eruzione.
La caldera di Yellowstone, teniamo a ricordare, è situata sotto il parco nazionale omonimo, negli Stati Uniti d’America. Definita come un elemento di tipo vulcanico, la caldera si trova nel nord-ovest del Wyoming, area ove è localizzata la maggior parte del parco. Mentre, le misure della zona considerata vulcanica sono davvero enormi: 55 per 72 chilometri di estensione.
Come cita il sottotitolo, la caldera, rinomata anche come supervulcano, non è solo considerata, ma è, effettivamente e potenzialmente, uno dei punti caldi più pericolosi della Terra.
Vogliamo, difatti, ricordare che: “Una possibile ed eventuale eruzione del supervulcano di Yellowstone, comporterebbe la totale devastazione di tutti gli Stati americani posti al di sopra di quest’ultimo, ricoprendo con metri di cenere tutto il Nord America. E, come se non bastasse, l’esplosione sarebbe in grado di oscurare l’atmosfera terrestre per svariati mesi, facendo entrare, così, la Terra nell’Inverno Nucleare, con conseguenze pesantissime per la vegetazione, il clima e l’uomo. Basti pensare che l’ultima è avvenuta circa ben 640 mila anni fa”.
Notizie allarmistiche o no, ovviamente è meglio poter prendere dei provvedimenti e mettersi ai ripari, almeno per ciò che è possibile fare, nonostante si tratti solo di una momentanea ipotesi.
Gli atipici segnali e le anomale attività che vengono “monitorate” e registrate nelle ultime settimane nel Parco Nazionale di Yellowstone, non porterebbero, di sicuro, ad uno stato di quiescenza.
In maniera dettagliata e più addentrata, stiamo parlando di: moderata intensità di terremoti monitorata dai sismografi; intensa attività dei geyser; mentre, uno dei fattori che sta incutendo maggiore preoccupazione è l’aumento della temperatura del terreno di oltre 50°C.
L’impressionante e anomalo aumento delle temperature del terreno, si pensa che possa, anche, essere collegato all’aumento delle temperature delle acque termali sotterranee che hanno provocato la fusione dell’asfalto, fra luglio e agosto, in diversi tratti del Parco omonimo.
Attualmente, gli abitanti che popolano le località adiacenti il Parco, sono state evacuate per precauzione, anche se, al momento, non vi sono dati ufficiali in merito ad una possibile e imminente eruzione. Malgrado gli esperti cerchino, in qualche modo, di placare e rasserenare gli animi, tuttavia, non si riesce ad escludere il contrario. Infatti, sarà necessario valutare e capire la natura di questi fenomeni e, soprattutto, comprendere se queste anomalie proseguiranno nel tempo, divenendo sempre più insistenti, oppure no. Altro punto fondamentale, sarà, sicuramente, lo studio approfondito della composizione del magma presente sottoterra.
Pur trattandosi, al momento, solo di ipotesi, l’informazione mediatica sta allarmando l’intera popolazione, tramite simulazioni e notizie allarmistiche diffuse sui social network.
Come comunicato e ribadito dagli esperti, solo attraverso studi approfonditi sulla caldera e il monitoraggio degli eventi assieme alla loro evoluzione, potrà definire una sorta di responso ufficiale, in merito al “destino” della caldera di Yellowstone e non solo.
Eleonora Boccuni