I probiotici non fanno nulla. Dalla Gran Bretagna un duro colpo alle multinazionali alimentari? Che non ci stanno e rilanciano
Lo “Sportello dei Diritti” invoca test ufficiali alle istituzioni sanitarie
I cittadini europei sprecherebbero milioni di euro l’anno per l’acquisto di bevande e integratori probiotici che non avrebbero nessun beneficio per la salute, secondo quanto dichiarato da alcuni scienziati britannici giovedì 11 settembre scorso.Tre su cinque famiglie acquistano regolarmente i popolarissimi prodotti, ma i ricercatori avrebbero scoperto che solo uno avrebbe passato tutti i test per la salute.I ricercatori dell’University College di Londra hanno cercato di verificare se i prodotti probiotici contenessero molti batteri vivi come sostenuto nell’etichetta, che sarebbero buoni per l’organismo.Hanno testato anche se i batteri sopravvissero quando passavano attraverso lo stomaco e se poi proliferassero nell’intestino.
Quattro – Align, Biobalance, Bio-Kult and Probio 7 – non hanno superato nessuna delle prove.La bevanda yogurt Yakult conteneva abbastanza batteri all’inizio, ma avrebbe fallito nelle successive due fasi, mentre il suo rivale Actimel non avrebbe superato il test anche sul numero di batteri che sopravvivono nello stomaco.
Solo il poco conosciuto Symprove, che vende solo 12.000 bottiglie al mese in Gran Bretagna, avrebbe superato tutte e tre le sfide.Gli studi hanno suggerito che i probiotici potrebbero aiutare contro la sindrome dell’intestino irritabile – che si pensa interessi fino a una su cinque persone – così come tosse e raffreddore nei bambini e anche la pressione alta.
Ma l’autore dello studio, il dottor Simon Gaisford, della scuola di farmacia dell’UCL, ha detto: “guardando i dati, io certamente non comprerei un prodotto dove nulla sembra essere come dovrebbe”.Il dottor Gaisford ha detto che è la prima ricerca che non ha ricevuto finanziamenti da aziende private, egli non ha consumato i probiotici, ma ora stava prendendo Symprove.
Lo studio integrale sarà pubblicato fra poco in una rivista specializzata.Un portavoce di Bio-Kult ha detto: “Mentre non siamo in grado di commentare in dettaglio fino a quando vediamo un report pubblicato, ogni lotto di prodotto Bio-Kult è testato presso un laboratorio indipendente, accreditato a garantire che quanto indicato nell’etichetta sarà raggiunti alla fine della shelf life (ndr letteralmente “vita del prodotto sullo scaffale” di due anni”.
Yakult ha detto: “oltre 100 studi sull’uomo con il ceppo di Yakult o il prodotto sono stati pubblicati in riviste scientifiche peer-reviewed. “Queste includono studi indipendenti che dimostrano sopravvivenza del ceppo unico di Yakult attraverso l’intestino umano ad alto livello”.
Alla luce dei risultati del test e delle affermazioni delle aziende alimentari interessate, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è opportuno che le istituzioni sanitarie e le agenzie alimentari nazionali ed europee affrontino test specifici realmente indipendenti, affinché i consumatori europei possano sapere qual è la verità e se è opportuno o meno continuare ad acquistare o meno questo tipo di prodotti.