Made in Italy in affanno sui mercati esteri
Ogni giorno i dati economici appaiono come un bollettino di guerra al di là dell’incomprensibile ottimismo del governo
Persino uno dei fiori all’occhiello della nostra economia, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quello che chiamiamo “Made in Italy” ha ridotto notevolmente le sue perfomance sui mercati internazionali: nel mese di luglio, le esportazioni subiscono una riduzione del 2,5% a livello complessivo, mentre per i Paesi al di fuori dell’UE a 27, che fino ad oggi hanno dato il contributo maggiore all’export, il calo è pari al 2,6%. “Il dato negativo del mese di luglio si spiega, da un lato, con la crisi economica e, in alcuni casi, politica che stanno attraversando alcuni tra i nostri principali partner extra-UE, dall’altro, con il fatto che il periodo in questione coincide con la fase di massimo apprezzamento dell’euro sul dollaro (pari ad 1,36), fattore, questo, di freno delle nostre vendite sui mercati al di fuori dell’Unione Europea”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi.
“Non resta che verificare se, nel medio periodo, l’attuale indebolimento della moneta unica potrà fungere da traino per la ripresa dell’export su questi mercati”.Nonostante i risultati di luglio, nei primi sette mesi dell’anno, l’Italia è l’unico Paese, tra i principali esportatori europei, che, insieme alla Germania, incrementa le sue esportazioni (+1,3%, per un valore complessivo di 231 miliardi di euro).
Riguardo le destinazioni dell’export, preoccupa il dato di alcuni mercati di prossimità per le aziende italiane, quali Svizzera (-11,6%), Russia (-8,5%) e Turchia (-7,3%), che da soli fanno il 10,6% del nostro export. In crescita, invece, le esportazioni in Cina, attualmente terzo partner commerciale dell’Italia in ambito Extra-UE (+7,9%).
Tra i settori, i comparti meccanico e metallurgico – con un surplus dei conti con l’estero di 35,1 miliardi di euro – spingono in attivo il saldo Made in Italy, dando un contributo complessivo che sfiora il 70%.