TARANTO. Rione Tamburi, Ilva e … l’aggravante
“Le polveri vengono attirate dalla calamita”
Il Rione Tamburi è, da sempre, la zona di Taranto più rinomata per la sua “vicinanza geografica” al colosso mortale Ilva. Negli ultimi giorni, un’ennesima e spiacevole scoperta è stata fatta dai cittadini che ivi sono residenti. La notizia, riguardante una semplice calamita che è in grado di attirare le polveri che si depositano sulle abitazioni, ha creato non poco scalpore, generando, così, un’affluenza mediatica considerevole. L’informazione è, in ogni modo, il lato veritiero e rilevante della vita che non deve mai cessare d’esistere, soprattutto in simili momenti.
Confutare la prova del “video-denuncia”, così denominato dalle maggiori testate giornalistiche italiane, sarà davvero arduo, dato che colui che ha ripreso il tutto, risiede, esattamente, nel quartiere Tamburi, ovvero, il Rione che subisce maggiormente, come già accennato prima, le pesanti pressioni inquinatrici prodotte dall’Ilva.
Osservando in maniera minuziosa il video postato, in un primo momento sulla pagina facebook del dimorante della zona, si trapela una considerazione analitica fondata sulla concreta ripresa amatoriale della realtà. Difatti, guardando il filmato che, in termini cinematografici potremmo definirlo come una sorta di “proiezione surreale”, noteremmo, in soli 90 secondi di riprese, un uomo che pulisce con una scopa il pavimento del suo domicilio, decidendo, ad un certo punto, di “testare” il cumulo di polvere, passandoci sopra una calamita.
Il video, in circolazione lungo lo Stivale, è stato pubblicato sul quotidiano nazionale del “Corriere della Sera”, denunciando, in questo modo, ciò che i tarantini residenti l’area limitrofa dell’azienda siderurgica, sono costretti a respirare ogni giorno, ossia: polvere minerale contenente particelle ferrose.
Oltre a far sperimentare e constatare l’amara realtà dai concittadini, anche Bonelli ha commentato la vicenda con queste testuali parole: “Questi sono i veleni che Taranto respira ogni giorno. Invito il ministro dell’Ambiente ad andare al quartiere Tamburi con la calamita. E’ inaccettabile, oltre che illegale, che i cittadini siano costretti a vivere in queste condizioni”.
Ora resta da chiedersi: “Si agirà in termini giuridici? Verrà considerata la possibilità di una svolta? Si riuscirà a far divenire Taranto, una città, alquanto, vivibile?”.
I cittadini, sicuramente, stanno facendosi sentire e, cosa più importante, si stanno personificando, soggettivamente e individualmente, dando non solo un volto a chi parla o agisce, ma anche un nome e cognome, senza alcun tipo di perplessità.
Eleonora Boccuni