MANDURIA. “Nulla contro il depuratore considerato una scelta imprescindibile di civiltà; ciò che preoccupa è il progetto così come è stato elaborato e le sue modalità di gestione”
Nota stampa di OFFICINE DEMOCRATICHE messapiche
OFFICINE DEMOCRATICHE si unisce alla crescente preoccupazione del territorio per la prossima costruzione del depuratore consortile che raccoglierà i reflui dei comuni di Sava e Manduria per convogliarli in mare in località S.Pietro in Bevagna-Specchiarica.
Nulla contro il depuratore considerato una scelta imprescindibile di civiltà; ciò che preoccupa è il progetto così come è stato elaborato e le sue modalità di gestione incuranti dell’impatto che uno scarico a mare dei reflui trattati in tabella 1 avrebbe sul presente e sul futuro delle marine e sull’inevitabili ripercussioni per uno sviluppo turistico sostenibile del territorio.
Si chiede con forza che le modalità di gestione rispondano a moderne concezioni rispettose dei luoghi e dell’ambiente.
Il progetto, così come oggi concepito, ha creato un grave allarme sociale che scaturisce dalla percezione di un diritto violato, proprio ciò che una buona politica dovrebbe impedire e prevenire.
A tal proposito, pare sicuramente condivisibile l’apertura dell’assessorato competente alle ipotizzate alternative proposte rispetto allo scarico a mare, quale, in primis, la riutilizzazione delle acque opportunamente depurate in agricoltura ed, in caso di troppo pieno, l’utilizzo in falda, in strategici pozzi assorbenti, per l’opportuno contrasto alla pericolosissima intrusione di acqua salata che già va compiendo gravi danni su tutta la fascia costiera.
A supporto di tale ipotesi è da tempo agli atti un pregevole studio a firma degli emeriti professori DEL PRETE e CALIANDRO che ne dimostrano scientificamente convenienza e fattibilità vuoi dal punto di vista geologico, che dal punto di vista agronomico.
La buona politica che guarda lontano e che ottimizza le risorse già spese, non può non rendersi conto che la mancata modifica del progetto vanificherebbe sforzi ed investimenti effettuati in quei luoghi per renderli area protetta (L.R. n°24/2002) e sito di interesse comunitario (D.M. Ambiente 7 marzo 2012).
Se queste generali motivazioni avverse allo scarico a mare così come concepito che metterebbe a rischio l’eco-sistema marino e lo sviluppo agri-turistico del territorio a ciò ancestralmente vocato non dovessero ritenersi sufficienti, l’aspetto giuridico dell’intera vicenda pone seri interrogativi.
OFFICINE DEMOCRATICHE di Manduria ritiene che la Regione Puglia erri nel considerare la condotta sottomarina come essenziale. Ciò perché mai sono state effettuate le necessarie indagini previste dalla legge in tema di disciplina degli scarichi (D.L. 3 aprile 2006 n°152), anche in considerazione della profondità del fondale interessato che non supererebbe i 15 mt.. E’ opportuno ricordare quanto sostenuto dal prof.Boerio (uno degli stessi tecnici incaricati dalla regione per la redazione del piano delle acque) che sostiene che, per evitare ogni forma di inquinamento delle acque, le condotte devono essere posizionate ad almeno 50 mt di profondità.
Inoltre, lo scarico così come progettato, potrebbe contrastare con l’art. 14 del regol. reg. “Norme e misure per il riutilizzo delle acque reflue depurate” dove al III comma si recita: “…il recapito alternativo assicura gli obiettivi di qualità di cui al Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia ed è conforme alle disposizioni della disciplina degli scarichi di cui alla Parte III, Sezione II, Titolo III, Capo III del d.lgs n° 152/2006.
Dove l’obiettivo di qualità dell’attuale progetto?
Se si ritiene (come è giusto) che lo scarico in falda dei reflui non trattati, così come accade oggi, sia un vulnus ambientale ed una forma d’inciviltà insopportabile, non si capisce come può accettarsi che lo stesso materiale vada ad inquinare uno dei mari considerato tra i più belli d’Italia.
Sempre da un punto di vista giuridico, siamo consapevoli che una decisione politica che mettesse in discussione un progetto appaltato e già aggiudicato spaventa per le eventuali conseguenze risarcitorie: chi se ne assumerebbe la responsabilità?
OFFICINE DEMOCRATICHE DI MANDURIA CHIEDE ALLA REGIONE PUGLIA
– Di verificare l’esistenza di motivi giuridicamente validi per l’annullamento del contratto con la ditta Putignano avente per oggetto la realizzazione di un progetto per molti versi contra legem
– Di deliberare immediatamente la trasformazione del tipo di depuratore affinchè sia idoneo a rendere i reflui utilizzabili in agricoltura (tab.4)
– Di provvedere con atti deliberativi immediati e vincolanti alla riqualificazione della rete idrica Arneo
– Di considerare con la dovuta attenzione lo studio Del Prete-Caliandro quale unica alternativa realistica e dai più seri contenuti scientifici tra i tanti fantasiosamente presentati.
Infine, considerando che la scelta progettuale effettuata a suo tempo ha causato uno dei tanti scollamenti tra politica e base sociale, riteniamo che la gestione del costruendo depuratore, così trasformato, sia da gestire direttamente dal pubblico e non da privati: ciò per garantire l’adeguata depurazione con diretta responsabilità di una politica che risponda finalmente ai reali interessi dei cittadini.