AULE GIUDIZIARIE TARANTINE ED AULE DI BRUXELLES: I TARANTINI ORA SPERANO DAVVERO

AULE GIUDIZIARIE TARANTINE ED AULE DI BRUXELLES: I TARANTINI ORA SPERANO DAVVERO

Grande protagonismo nella giornata di ieri della questione ambientale dal punto di vista giudiziario

A Taranto infatti si è tenuta l’Udienza Preliminare per il processo ILVA con 52 imputati, di cui 49 persone e tre società. La giornata è stata caratterizzata dalle deposizioni delle costituzioni di parte civile che sono, ricordiamolo circa 260 e rappresentate da ambientalisti, sindacati, enti locali ed altri gruppi sociali. Il processo è stato rinviato al 21 novembre. Ricordiamo che l’udienza si è aperta dopo che la Cassazione aveva respinto la richiesta di trasferimento a Potenza.

Il protagonismo di questi momenti cruciali, però, non appartiene solo alle aule giudiziarie tarantine, bensì anche alle sedi europee di Bruxelles;  la pronuncia della Commissione Europea  sul caso Ilva ha dichiarato insufficienti i dati positivi declamati dal Ministero dell’Ambiente e dai vertici Ilva, ritenendo che, se così restassero le cose, sarebbe impossibile evitare l’apertura di una procedura d’infrazione. E’ quindi stato contestato il punto di vista del Commissario Gnudi  e del Ministro dell’Ambiente Galletti che avevano dichiarato di aver effettuato il 75% dell’ambientalizzazione.

Nella stessa mattinata la Conferenza stampa di Peacelink con Alessandro Marescotti ha chiarito ogni dubbio, dichiarando che entro due mesi lo stabilimento dovrà adeguarsi alla Direttiva sulle emissioni industriali del 2010, altrimenti si avvierà la procedura di infrazione. L’Italia dunque potrebbe essere sottoposta all’esame della Corte di Giustizia Europea.

Questa è una grande vittoria se consideriamo l’immobilismo gravissimo del governo italiano, oltre che dei Commissari straordinari e dei gruppi economici che avrebbero dovuto, invece, accelerare l’ambientalizzazione ed il finanziamento di essa.

Appare chiaro a tutti che finchè la questione resta nelle sole mani dei poteri istituzionali italiani, rischia per sempre, di arenarsi, schiacciata da interessi oscuri e totalmente avulsi dalle esigenze dei cittadini. L’unica possibilità è rappresentata davvero dagli organismi di controllo sovranazionali. Alessandro Marescotti e Peacelink hanno vinto individuando, realisticamente, l’unico modo possibile per ottenere la soluzione del problema.

MARIA LASAPONARA

 

viv@voce

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