LIZZANO. “Cambiare si può”. Imu, Tari e Tasi: salasso comunale

LIZZANO. “Cambiare si può”. Imu, Tari e Tasi: salasso comunale

Il sindaco Macripò latitante. Dagli interventi nell’aula: ”Qui è tutto un imbroglio, perché qualcuno doveva essere presente per darci delle risposte”

L’aria che si respira, già solo alla vigilia della manifestazione che si terrà, nuovamente a Lizzano, ma, questa volta, in aula consiliare presso l’edificio comunale del paese sito in Via Mazzini, fa assaporare un clima di protesta, condiviso dal comune malcontento. Una manifestazione ideata, anche questa volta, dal “Comitato spontaneo contro l’aumento delle tasse”, alla quale presenzieranno anche i commercianti e gli artigiani che sono, in questo caso, i bersagli principali del rincaro delle tasse. Alla luce di questi aumenti, pare lecito far sentire le voci dei cittadini e mostrare i volti di chi, in prima persona, recrimina, contro il primo cittadino di Lizzano, ricordiamo essere Dario Macripò, questa vicissitudine che si addossa ad un periodo difficoltoso e di crisi.

Le problematiche non riguardano soltanto l’aumento, definito in termini percentuali anche durante l’ultima manifestazione (svoltasi domenica 12 ottobre in Piazza Matteotti), delle corrispettive tasse, ovvero: Imu, Tari e Tasi; ma, in aggiunta, il mancato adempimento e l’assenza di servizi che spettano ai residenti del piccolo comune della provincia jonica.

Esprimere il disappunto per questa manovra tributaria così penalizzante che attanaglia tutti i cittadini è, sicuramente, una valida ragione che palesa la contrarietà alla Giunta Macripò.

L’incontro di ieri, non è stato fissato volontariamente con il giorno che coincideva con il termine ultimo per pagare la Tasi. Sicuramente, una scelta casuale e, al contempo, simbolica, scaturita dalla disponibilità della prima giornata “libera per tutti” (giovedì pomeriggio chiusura infrasettimanale per i commercianti).

Presenti in aula non vi erano solo i rappresentanti dei singoli partiti che, come stato volutamente sottolineato, hanno messo da parte i “colori politici”, perché per poter incentivare e sostenere questa giusta causa “contro l’aumento delle tasse”, bisogna essere motivati e uniti, in modo tale da risultare sempre più incisivi, perché, come viene ricordato dal capogruppo SEL: “Tutto questo non finisce, di certo, qui”.

Altra figura importante è stata quella di Vincenzo Leo, presidente del Sindacato stabilimenti balneari Confcommercio, il quale ha espresso la sua opinione in merito alla degradante situazione venutasi a creare grazie alla Giunta Macripò. Dalle imposte comunali e i tassi che ogni Pubblica Amministrazione decide di applicare, bisogna creare un introito che compensa l’occupazione e i servizi per i cittadini. Difatti, lo stesso Leo ha sottolineato che, l’attività turistica che dovrebbe essere uno dei settori primari per la nostra zona, ha fatto registrare un 30% in meno, rispetto allo scorso anno. Una cifra non indifferente, dato che, oltre al salasso imposto dalla Giunta Comunale, non vi sono risposte utili e  interventi da parte della Pubblica Amministrazione. È, dunque, lecito pagare le tasse, ma non perdere dei soldi che vengono letteralmente “rubati” dalle tasche dei cittadini, senza ricevere in cambio i servizi che spetterebbero di dovere ai residenti e creare nuove possibilità di occupazione. A tal proposito, la richiesta di coinvolgere la cittadinanza è stata doverosa, perché i soldi spesi non vengono restituiti come, invece, dovrebbe essere attenuto.

Pesanti parole esplicate senza alcun timore. Ad esempio, Antonio Lecce, esponente del PD, ha proposto di “ricattare” l’Amministrazione comunale, attraverso una sorta di intimidazione collettiva che consterebbe un debito volontario, dunque non pagando le tasse, come protesta affinché si possa giungere ad un abbassamento delle aliquote. Ovviamente, per fare ciò bisogna essere uniti ai corrispettivi Comitati degli Artigiani e Commercianti al fine di definire un gruppo compatto e solido.

L’intervento di Donzello, Democrazia Cristiana, ha, così, esplicato:”Se io fossi stato Sindaco, sarei stato lì con voi, in mezzo a voi. Avrei saputo darvi delle spiegazioni e non silenzi”. Il suo attaccamento al paese è forte, lo si legge non solo dalle parole che utilizza per elogiare Lizzano, ma, anche, per come definisce il ruolo dei politici che i lizzanesi si ritrovano. Continua, poi, con l’affermare:”Qui è tutto un imbroglio, perché qualcuno doveva essere presente per darci delle risposte. Bisogna fare pressione, affinché i politici non continuino con il loro costante abuso. Per questo vi chiedo di non lasciarci soli, perché voi siete importanti, voi rappresentate la maggioranza: voi assieme a noi!”.

Sono stati elencati, anche, alcuni dei servizi che, inutile ripetere, sono del tutto inesistenti. Parliamo della pulizia nel cimitero, per le strade (dovrebbe avvenire due volte a settimana), nelle zone balneari ed altri che sarebbe, alquanto, difficoltoso elencarli tutti.

Qualcosa si può fare se si è uniti su più fronti, ma è importante il sostegno da parte dei cittadini. Se c’è la volontà, c’è anche il cambiamento.

Durante il dibattito, vi è anche l’intervento di alcuni cittadini che, ad alta voce, citando Totò, dicono un’assoluta verità, ossia:”E io pago”.

L’assenza del Sindaco o di chi ne fa le veci, viene contestata. “Bisogna far sapere cosa stiamo dicendo, devono sentire, anche loro devono essere qui”, queste le parole di una signora che si distingue tra i vari presenti in aula, alla quale viene risposto:”Non si preoccupi signora, il Comune sente tutto, perché tutto viene riferito”.

I discorsi che si affrontano portano, poi, al concepimento di una delegazione che, composta da un certo numero di cittadini e rappresentanti del Comitato, hanno il compito di discutere con il primo cittadino in prima persona, come segno di civiltà che, come ribadito più volte durante la serata, loro non possiedono.

Il Sindaco non è presente in sede, non risponde alle manifestazioni, non dà adito alle richieste che gli pervengono, insomma si disinteressa completamente di ciò che vi è intorno. A tal proposito, questa nuova delegazione venutasi a creare in questa circostanza, ha già deciso di inviare una lettera al Sindaco, nella quale viene esplicato il desiderio di poter conferire con lo stesso, affrontando tutte le tematiche e le problematiche sopra esposte.

La domanda sorge spontanea: “Come risponderà Macripò a tutta quella gente?” Purtroppo, non si può nemmeno creare una mozione di sfiducia o un referendum abrogativo, perché serve l’appoggio da parte degli esponenti di Confcommercio e Confartigianato, ma, in un clima già teso, molto probabilmente, sarebbe meglio aspettare la risposta all’invito fatto da parte della neo-delegazione.

Eleonora Boccuni

viv@voce

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