Virus Ebola: i “potenti” si mobilitano

Virus Ebola: i “potenti” si mobilitano

C’è chi aiuta la ricerca contro la lotta all’epidemia e chi “sfrutta il momento” per guadagnare sulla propagazione del virus

Riprendendo una famosa locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio, potremmo citare, con assoluta certezza, la frase: “Carpe Diem”. Difatti, il ragionamento non trova una piega, dato che, una nota società del Nevada, visto il periodo delicato che si sta attraversando, lo utilizza a proprio favore ai fini di guadagnare ingenti somme di denaro. La maniera con cui lo fa è davvero semplice, ossia: vendendo il dominio.

Stando ai dati diffusi dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), il virus Ebola sta degenerando, giorno dopo giorno, la situazione. I numeri dei decessi e dei contagiati crescono in maniera vertiginosa e, assieme a questi dati, anche la paura di una vera e propria pandemia. Chi decide di aiutare le popolazioni in Africa, quelle maggiormente colpite dal virus, lo fa spontaneamente, grazie alla propria forza di volontà e, soprattutto, con grande coraggio.

D’altro canto, vi sono anche i “potenti” che cercano di dare manforte, a modo loro, donando somme cospicue alla ricerca per la lotta contro l’epidemia.

Confermata, quindi, l’allerta massima, Mark Zuckerberg ha deciso di staccare un ricco assegno che ha devoluto ad un’organizzazione no profit americana, la CDC Foundation, impegnata in questa nobile causa. Lo stesso Zuckerberg ha scritto su Facebook: “Priscilla (Chan, sua moglie da maggio 2012) ed io abbiamo donato 25 milioni di dollari alla CDC Foundation per dare una mano nella lotta all’Ebola. L’epidemia ha raggiunto un punto critico. Ha infettato 8400 persone finora, ma si sta diffondendo rapidamente e le proiezioni suggeriscono che potrebbe infettare 1 milione di persone nei prossimi mesi se non contrastata adeguatamente”.

Visto l’allarmismo che, ormai, è a livello mondiale, Zuckerberg continua fermamente: “Dobbiamo tenere sotto controllo l’Ebola, affinché non diventi rapidamente una minaccia alla salute globale che combatteremo per decenni, in futuro, come nel caso della poliomelite o l’HIV. Crediamo che la nostra donazione rappresenti il modo più efficace per dare forza ai Centers for Disease Control”. Lo stesso, spende anche due parole per coloro che, eroicamente, combattono la malattia “in prima linea”: “Il loro è un lavoro eroico, si impegnano nei centri di cura, forniscono istruzioni allo staff dei centri locali e identificano i casi di Ebola. Speriamo che i nostri soldi servano per salvare delle vite”.

Zuckerberg, secondo Forbes, è tra i 400 uomini più ricchi del mondo e non solo. Difatti, stando alle precedenti donazioni effettuate nel 2013, Zuckerberg è stato definito uno tra i più attivi filantropi del pianeta. Oltre a lui, anche altre personalità di spicco hanno donato somme per lo stesso fine. Ad esempio, la Fondazione di Bill & Melinda Gates ha donato 50 milioni di dollari alle agenzie e alle organizzazioni internazionali degli Stati Uniti che contrastano la diffusione del virus. Paul Allen, il co-fondatore di Microsoft, ha donato, invece, 20 milioni di dollari, lanciando, anche, la campagna Tackle Ebola (“Contrasta l’Ebola”). La generosità si è fatta sentire anche in Africa, grazie ad Aliko Dangote, l’uomo con il patrimonio personale più alto del continente.

Attenzione, invece, a chi, in questa circostanza, ci marcia sopra, cercando di guadagnare e di remunerare dei profitti vantaggiosi (a livello economico), in un periodo in cui la salute e il bene comune, a livello sanitario, dovrebbe essere all’apice degli interessi comuni.

 

Eleonora Boccuni

viv@voce

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