SAVA. Quintali di amianto scaricati nelle campagne della “Fallenza”
Le contrade savesi, ormai, sono dimora di tutto. Esposto e sopraluogo del Corpo Forestale dello Stato
Ormai quella di disfarsi illecitamente e impunemente di tonnellate di “materiali speciali e speciali pericolosi” per i quali il D.lgs.152/2006 (Norme in materia di tutela ambientale) obbliga il conferimento in “discariche autorizzate” è diventata una consuetudine che gli organi preposti alla vigilanza(e in questo caso soprattutto la Polizia Provinciale) non riescono ad arginare.
Prova inconfutabile è quanto sta accadendo nel territorio extraurbano del Comune di Sava dove, nell’arco di 20 giorni nelle campagne e all’interno di macchia mediterranea delle contrade: “Canale del Porco/Scerza”; San Giovanni e l’ultima di ieri in contrada “Fallenza”(immediato l’intervento degli agenti del Corpo Forestale della Stazione di Manduria sempre sensibili alle problematiche ambientali) ho rinvenuto e denunciato alle autorità di polizia ben 7 (dico sette)discariche a cielo aperto nelle quali oltre all’accatastamento di considerevoli quantitativi di materiali ingombranti(masserizie varie) vi erano (e vi sono tutt’ora) quintali di “materiali speciali e speciali pericolosi” come : amianto sfibrato, plastiche, scarti vegetali, tubi in pvc, paletti in cemento che normalmente vengono utilizzati in agricoltura, inerti di costruzione ecc.-
I costi di smaltimento sono elevatissimi e pur di risparmiare ce chi preferisce smaltire illecitamente rivolgendosi a persone che con pochi spiccioli si offrono di trasportare nelle campagne i materiali inquinanti e pericolosi per la salute pubblica.
Ciò che maggiormente preoccupa è il fatto che, nonostante le denunce e i sopralluoghi da parte delle forze di polizia, chi poi per legge dovrebbe bonificare purtroppo non lo fa e il più delle volte accade che attraverso ignoti (magari esasperati proprietari dei terreni agricoli nei quali viene impedito l’accesso dei mezzi meccanici)o per mano di piromani, la bonifica viene demandata all’elemento fuoco che attraverso i fumi la diossina che si libera nell’aria e le ceneri che si depositano al suolo oltre a danneggiare ulteriormente l’ambiente mette a serio rischio la salute pubblica e soprattutto quella degli agricoltori dei terreni inquinati.
Se da una parte tutto quanto ciò sta a dimostrare una mancanza di senso civico (ma anche impossibilità di poter sostenere le spese esose per lo smaltimento), gli amministratori comunali, provinciali e regionali non sono scevri da colpe in quanto, oltre a non dotarsi di “isole ecologiche”, non aiutano i cittadini a smaltire i “rifiuti pericolosi” concedendo loro un contributo economico.
Non bisogna dimenticare che ancor prima che si scoprisse che l’amianto fosse un materiale cancerogeno, e quindi dannoso alla salute e all’ambiente, lo stesso veniva commercializzato liberamente. E allora cosa dire se non … oltre il danno anche la beffa?
Mimmo Carrieri