Gruppo Scout Sava 2. L’ISOLA DEL TESORO

Gruppo Scout Sava 2. L’ISOLA DEL TESORO

CAMPO SCOUT INTERASSOCIATIVO BROWNSEA PARK 2014

 

C’è una nota canzone scout che dice “Entra nel gioco e gioca la tua parte! Si sa, non è ancor nato chi goda l’avventura / guardando il mondo dietro al buco della serratura”. Non può esserci verità più vera di questa, soprattutto se:  hai tra i dodici e i sedici anni e fai parte di quei matti del Reparto “Croce del Sud” del Gruppo Scout Sava 2;  d’estate preferisci trascorrere giorni spensierati a vagare tra le montagne piuttosto che startene spanzato a poltrire sulla sabbia rovente di agosto. Sì, quest’anno è stata dura, ma ce l’abbiamo messa tutta.

E il sogno di far parte dei tredici reparti del Brownsea Park 2014 a Villavallelonga (AQ) si è avverato. Abbiamo spostato i nostri occhietti fuori dal campo visivo della famosa ‘serratura’ e ci siamo affacciati su un mondo diverso, fatto di pirati e pappagalli, ciurme un po’ svitate e capitani imbranati.

La metafora della serratura non è sempre piacevole da applicare alla realtà. C’è sempre chi, alla partenza, si lamenta di non aver salutato tutti gli amici del mare, chi si pente di aver deciso di partire e chi non vede l’ora che finisca. Insomma: le premesse non sono quasi mai ottime.

In pullman c’è chi sonnecchia, chi si racconta i segreti dell’estate e chi canta una qualche melodia sconosciuta. Arrivati a Villavallelonga, dopo nove ore di viaggio, diciamo che l’ultima cosa che avresti voluto fare, sarebbe stata scaricare il materiale, trasportarlo su e poi montare la tenda e poi ancora legature, e tavoli e nodi. Ma ce la facciamo. La stanchezza non ci abbatte, soprattutto se si tratta di fare nuove conoscenze. E così, tra un ‘buona caccia’ appena sussurrato e un bel sorriso, trascorre il giorno uno.

Il risveglio dopo il primo giorno è forse, e chi è stato scout lo può confermare, il più traumatico. A parte che sogni ancora di essere nel tuo bel letto morbido e una frazione di secondo prima di aprire gli occhi pensi che quell’affare che ti punzecchia il sedere da ore sia quel tonto del tuo gatto. Poi arrivano i Capi, che con voci delicate ti cantano la canzone del buongiorno e realizzi che no, non era il gatto: peggio. Hai deciso di montare la tenda su un bel masso acuminato. “Perfetto, va tuuutto bene!” ti ripeti mentre vai a fare ginnastica.

Eppure, dopo otto giorni di piena attività, tra montaggio tende e tavoli, giochi, esplorazioni, orsi marsicani e Orsi Yoghi, tra piante strane e cibi immangiabili, tra il percorso Hebert e le missioni di squadriglia, il formaggio e la marmellata, tra uno strattone e un sorriso, tra un rimprovero e uno sguardo d’intesa, tra una febbre che viene e uno scarponcino che distrugge un piede, e tra i tanti buongiorno (tanti che non li puoi contare) e le buonanotte abbracciati, tra le chiacchiere, le amicizie, le confessioni, i primi amori e le ultime giornate da caposquadriglia, tra una chiamata di mamma e papà e la chiamata dei capi reparto che ti vogliono al cerchio entro un secondo e mezzo, tra una doccia gelata e un po’ di coccole al piede tenero, tra il tonfo di una delusione e il fragore di una risata, tra un fuoco di bivacco, un cielo stellato e due braccia strette attorno, tra tutto questo e tutto quello che ci portiamo dentro quegli otto giorni sembrano essere stati due.

E invece, ricordi, gli odori, gli sguardi, le vite, le gioie e i dolori saranno quelli che ci porteremo dentro per anni. Ora il nostro zaino è carico e pronto per essere un sicuro punto d’appoggio quando hai camminato tanto e vuoi riposare, ma anche una nuova fonte a cui attingere quando il tempo sarà pronto per aprire di nuovo gli occhi.

E adesso si riparte con tutta la luce che abbiamo raccolto e siamo pronti, prontissimi per un nuovo anno. Sappiamo già che sarà carico di speranze, ambizioni, lacrime, si “basta! Quest’anno è l’ultimo!”. Salvo poi ritrovarti, di nuovo, con i pantaloncini a Dicembre e a pensare a quanto è bello fare qualcosa che ti fa sentire vivo.

Buon anno associativo a tutti, cari fratelli.

Viola, Fedina, Leonardo e Toto

viv@voce

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