TARANTO. Luca Biondi: “I miei 20 anni di carriera e di generi musicali diversi”
Intervista al dj tarantino, domani in concerto al Cantiere Maggese
Il secondo appuntamento dell’iniziativa di aggregazione “FestivalBike”, nell’accogliente e storica struttura del Cantiere Maggese, si terrà domani sera 1 novembre.
A partire dalle 20 i cittadini di tutte le età potranno popolare, su due ruote, la struttura nel cuore della città vecchia in L. San Gaetano e godere dell’atmosfera speciale della città vecchia gustando un ottimo drink, prima o dopo cena.. Il fine è sempre lo stesso: far ‘vivere’ il borgo antico, ossia passeggiare per i vicoli o pedalare in sella alla propria bicicletta per giungere al Cantiere Maggese.
Il tutto sarà arricchito da una ricercata selezione musicale che toccherà numerosi generi: dall’acid jazz all’hip hop, dal funky fino a toccare sonorità house, viaggiando per la techno sino a giungere all’elettronica. In particolare il noto dj tarantino Luca Biondi festeggerà i suoi 20 anni di carriera in consolle, un’attività musicale iniziata a Taranto nel lontano 31 ottobre del 1994. Pertanto Biondi ospiterà al mixer numerosi esponenti della musica tarantina che, con lui, hanno vissuto questi indimenticabili anni.
Sarà un vero e proprio viaggio musicale che ripercorrerà le varie tappe di un percorso sonoro, partito dall’acid jazz e trasformatosi nella moderna elettronica. Dunque in consolle con il dj tarantino, back to back, ci saranno: Pino Adduci per ricordare indimenticabili dischi funky, hip hop e acid jazz; Cristiano Caprino per suonare magnifici album dell’house, Alex P. per ascoltare l’attuale techno ed elettronica.
Ben 20 anni di carriera e 20 anni di generi musicali diversi, a quale sei rimasto più fedele nel tempo e quale ti è rimasto più nel cuore?
“Il genere dell’esordio è quello a cui tengo di più, ossia l’acid jazz, hip hop, il funky che per me fanno parte della musica black. Per quanto possa aver cambiato genere negli anni, l’influenza di quella musica è rimasta negli altri generi come nell’house e nell’elettronica. Le sonorità soul sono sempre tornate ridondanti nel tempo”.
In quel lontano 31 ottobre del 1994, la prima festa, cosa ricordi di quella serata?
“Mi ricordo una festa bellissima, una delle tante organizzata con il mio caro amico Cristiano Caprino. Indubbiamente mi ricordo tantissima gente e le mani che mi tremavano. Un’emozione indescrivibile per un ragazzo di 17 anni”.
Durante l’iniziativa del Cantiere Maggese, dividerai il mixer con altri dj che ti hanno accompagnato nel tuo percorso musicale. Loro sono per te solo amici di consolle o amici anche nella vita personale?
“Amici di consolle ma soprattutto nella vita. Grazie a Pino Adduci devo il mio esordio, Cristiano Caprino invece è un amico storico con cui abbiamo organizzato numerose feste e con Alex P., negli ultimi anni, abbiamo realizzato progetti interessanti e sentiti come ‘Ludica’. Nomi del panorama musicale tarantino che non sono stati scelti a caso. Quindi non c’è nulla di più bello che festeggiare insieme questo ventennio di musica, soprattutto perché possono condividere il senso”.
Cosa pensi del progetto “FestivaBike”?
“Io penso che il Cantiere Maggese meriti molto e che debba avere molto di più. Un luogo estremamente interessante e fortunatamente i ragazzi che ci lavorano ora sono molto validi, fanno tutto con passione al fine di portare qualcosa di buono tra la gente del borgo antico. L’esperienza del primo appuntamento è stata molto piacevole, credo che le successive saranno ancora più belle. L’idea delle biciclette è davvero interessante, nasce dalla voglia di non fare la solita serata in discoteca ma di godere dell’atmosfera della città vecchia. Un idea che permette di frequentare i locali dalle 20 in poi, quindi prima e dopo cena. L’utilizzo della bici è anche un messaggio per la città, è il mezzo che può dare valore al nostro territorio in quanto contro l’inquinamento. È un simbolo di rinascita per il nostro territorio”.
Nella vita svolgi completamente un altro mestiere ma questa tua passione musicale è durata nel tempo. Esattamente, quindi, che ruolo ha ed ha avuto la musica nella tua vita?
“La musica è sempre stata fondamentale nella mia vita, sin da ragazzino quando ascoltavo i Beatles. Sin da piccolo sono sempre stato portato verso la musica, grazie anche ai miei genitori che mi facevano ascoltare diversi dischi. Oggi per me la musica è una valvola di sfogo, un modo di evadere dalla quotidianità e spero di tramandarlo anche a mio figlio. Nel passato la musica è stata anche una culla, qualcosa che mi ha abbracciato nel tempo, aiutandomi nei momenti difficili”.
Cosa vedi per il tuo futuro musicale, questa tua carriera parallela al tuo vero lavoro?
“Spero di continuare ad esprimermi ma sono molto contento di esser arrivato a 20 anni. Non lo vedo come un punto di arrivo ma con un nuovo punto di partenza, sicuramente con minore intensità svolgerò questa attività ma sempre con tanta passione”.
Dagli anni ’90 ad oggi il sistema ‘discoteca’ è cambiato, quale situazione per te è la migliore per far musica?
“Per età, dunque da utente adulto, credo che il luogo migliore da frequentare o per suonare sia un club. Un posto con poco più di cento o duecento persone, che non vanno alla ricerca del prodotto commerciale ma di un prodotto diversificato. Nelle mie performance ho cercato sempre di esprimermi al meglio attraverso una qualità musicale. Sono sempre stato alla ricerca di brani e tracce che potessero fare la differenza”.
Dichi, cd e pc. Hai vissuto in prima persona questa evoluzione, quali strumenti utilizzi nelle tue performance?
“Con i pc possiamo essere tutti dj ma è estremamente utile perché ti consente di avere tutta la musica che desideri senza portarti in tutti i luoghi pesantissime borse contenti dischi. Tuttavia rimango fedele al disco, il mio è un amore per quel materiale”.
Numerosi i locali in cui ti sei esibito, a quale sei rimasto più legato?
“Gli anni del Mavù a Cisternino, dal 2006 al 2010, sono stati i più belli in assoluto. Un posto ricco di energia dove ho avuto la possibilità di suonare accanto ad artisti internazionali. Un’atmosfera unica. Ricordo con tanta tenerezza anche le serata allo Yachting club, nate come ‘lunedì universitario’ ma frequentate da tutta la città. Feste organizzate da pionieri che ebbero grande successo”.
Nel tempo non hai svolto solo l’attività del dj ma anche quella del direttore artistico per alcuni locali tarantini. Come ti sei trovato in questo ruolo?
“Quando ho avuto la possibilità di organizzare feste ed eventi ho sempre cercato di esprimermi a 360°. Alla fine sono molto creativo e sono sempre stato dell’idea che in una discoteca non basta la musica. L’utente deve vivere il locale quindi occorrono elementi artistici, come ad esempio la scenografia, che possano coinvolgere. Seguire la parte artistica delle serate mi piace e ci metto molta passione”.
Qual è il disco o traccia recente che ti è più vicino, che ti piace ascoltare o suonare?
“Sono tanti quelli che potrei citare, quello che forse ricordo con più affetto è ‘Indian Vibes Mathar’. Un disco degli anni ’90 che quando uscì ebbe molto successo poiché all’avanguardia con sonorità funky e con molte culture musicali all’interno. Tra i recenti è una bella lotta, ci sono molte tracce che mi piacciono”.
Nel corso della serata, inoltre, sarà possibile vistare all’interno del Cantiere Maggese la collettiva fotografica “Taranto, il nuovo Volto”. Il “FestivalBike” continuerà nelle prossime settimane, ogni sabato dalle ore 20 fino a tarda serata, finché la gente vorrà trascorrere il suo tempo in un luogo così di grande interesse per la città e di riscoperta per il borgo antico.
Addetto Stampa
Alessandra A. Ortuglio
(alessandraortuglio@gmail.com; tel. 331/4841940)