Dario Stefàno. “Orgoglio Pugliese”
Intervista al Senatore della Repubblica e Presidente della Giunta Elezioni e Immunità Parlamentari, Dario Stefàno, candidato per il centrosinistra alle primarie per la scelta del Presidente della Regione Puglia
Ipotizziamo che lei abbia già vinto le elezioni. Quale sarebbe l’emendamento, inteso come rettifica di una normativa, che attuerebbe?
“Più che emendamenti, io vorrei assumere iniziative non per emendare iniziative degli altri, ma per le nostre. Le mie iniziative sono chiare. Le prime che farò, saranno quelle di rivisitare la nostra legge sul Welfare per fare un piccolo aggiustamento necessario, dopo dieci anni, e per connettere il sistema socio-assistenziale al sistema sanitario per fare la territorializzazione dell’offerta. Un secondo atto che voglio fare è, immediatamente, il Campus Verde a Taranto, come strumento per poter sollecitare il Governo Nazionale ad aprire un cantiere, un laboratorio di eccellenza mondiale nella ricerca, nei processi di ambientalizzazione. Così come, pure, avviare, immediatamente, le procedure per la chiusura della centrale di Edipower a Brindisi, rispondendo ad una vecchia convenzione del ’96 che ci diceva che doveva essere chiusa già da qualche anno. Tante cose, tutte in linea con la nostra idea di sviluppo che è diversa rispetto al passato e che, oggi, possiamo meglio difendere e interpretare”.
Parlando di Taranto, secondo lei, si rischierebbe di apparire campanilisti nei confronti della Regione?
“Ma perché? Taranto è un pezzo di storia della Regione ed è un pezzo di potenzialità importante. La Regione non può più crescere se non cresce Taranto, se non liberiamo Taranto da una cappa soffocante che fa parlare di Taranto, nel mondo, delle cose brutte e non per le cose che può esprimere”.
Patrimonio alimentare: durante il suo intervento, lei ha affrontato questo argomento. Nello specifico: l’agricoltura, un settore fiorente. In che maniera valorizzarla in Puglia?
“Come abbiamo iniziato a fare. Dobbiamo riappropriarci di tutte le filiere e diventare luogo di produzione di qualità e non di semilavorato per altre filiere regionali. Nel vino abbiamo iniziato a farlo con un passo un po’ più spinto e i risultati si vedono, sotto gli occhi di tutti. Lo dobbiamo fare in tutte le filiere produttive, sapendo che abbiamo primati importanti nel grano, nell’olio, nel vino, nel pomodoro, nelle ciliegie, nell’uva da tavola.. Sono primati mondiali che noi dobbiamo rendere capaci di sviluppare intere filiere. Ce la possiamo fare. Abbiamo appena incominciato”.
“Il Patto di Stabilità”, invece, potrebbe frenare i fondi da stanziare nel settore?
“Il Patto di Stabilità” frena. Certamente noi ci auguriamo che il Governo ne faccia una battaglia anche in Europa. In questi anni ci siamo difesi e, nonostante i Patti di Stabilità, dobbiamo continuare a farlo, senza abbandonare la lotta nei confronti del Governo Nazionale, perché apra una vicenda nuova con l’Europa. Abbiamo perso una grande opportunità, quella del semestre di Presidenza italiana, sta quasi per scadere, l’Italia non ha prodotto nulla su questo tema. È stato un peccato, un’occasione persa”.
Cultura e turismo: le nuove frontiere per l’occupazione?
“Certamente sì. Agricoltura, cultura e turismo sono, insieme al paesaggio, le nostre quattro gambe di un modello di sviluppo che non è più soffocato dall’industria pesante e che guarderà solo all’industria compatibile. Non ci sarà posto per l’industria che ammazza tutto il resto”.
Per finire: quanto è importante la caparbietà per non farsi ammaliare dalle “Sirene di Ulisse”?
“La caparbietà è importante, soprattutto, quando prova ad affermare la Pugliesità. Noi siamo pugliesi. Pugliesi orgogliosi non per un fatto autoreferenziale, ma siamo orgogliosi per le nostre potenzialità e per quello che in questi anni abbiamo fatto e abbiamo dimostrato di poter fare. Ecco io, in questo, sono molto estremo, sono molto pugliese fino all’estremismo; sono moderato nei linguaggi, perché credo che quello appartenga, anche, ad una cultura istituzionale, ma sono molto estremo nelle convinzioni. La Puglia, per noi, è il primo valore da difendere, poi viene tutto il resto”.
Eleonora Boccuni