MANDURIA. “Di giorno violento di notte un angelo”

MANDURIA. “Di giorno violento di notte un angelo”

Violenza domestica

Sono Georgia (nome inventato per salvaguardare la privacy) e sono sposata da 20 anni con un uomo o quello che pensavo fosse tale. Quando lo conobbi, data la sicurezza che mi infondeva, decisi di abbandonare il lavoro fino ad allora esercitato per dedicarmi alla famiglia, per essere una buona moglie ed un’ottima madre.

Mi accorsi che la vita rose e fiori che sognavo in realtà era piena di spine. La mia vita matrimoniale iniziò da subito con un ceffone ogni tanto da parte del mio uomo che regolarmente si scusava subito dopo dicendomi che non sarebbe più successo. E io ogni volta gli ho creduto. Dopo, forse per evitare denunce per percosse, egli non mi ha più picchiato ma sono iniziati i maltrattamenti verbali e le umiliazioni di ogni tipo.

Mi sono ritrovata accanto un uomo dalla doppia personalità: durante il giorno era solito ripetermi che non ero capace di fare niente, che era lui a  portare i soldi a casa e che io non ero altro che una sanguisuga. Alla sera, nel letto matrimoniale, diventava l’amante perfetto: coccole e carezze, con tutto ciò che ne derivava, cui non potevo sottrarmi, un pò per paura di scatenare in lui una reazione nervosa, un pò per quel senso di dovere coniugale ed anche  per la speranza che questo potesse servire a cambiarlo anche di giorno.

Purtroppo ciò non è servito.

Tale situazione ha fatto scendere su di noi un silenzio quasi tombale, divenendo due estranei in casa: al solo buongiorno che gli rivolgevo, mi assaliva con attacchi di ogni tipo. Ho cresciuto 3 figli tutti bravi ragazzi e li ho tirati su da sola, li ho educati da sola, in quanto mio marito è sempre tornato a casa a sera, limitandosi a salutarli di striscio.

Ho lottato per riavere la libertà, ma è stato difficile tirare fuori unghie e denti. Oggi finalmente sono fortunatamente separate da due anni.

Il messaggio che voglio arrivi alle donne è che non dobbiamo permettere a nessuno di mortificarci e umiliarci perché una persona così non è degna neanche di essere chiamata uomo.

FONTE

lavocedimanduria.it

viv@voce

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