CSM autonomo o attappetato?

CSM autonomo o attappetato?

“Nella nomina cruciale del nuovo Procuratore capo di Palermo il Consiglio Superiore della Magistratura agirà secondo logica e meriti o si piegherà ai voleri dell’esecutivo e della Casta?”

Si chiede Paolo Flores d’Arcais. Il rischio, è una normalizzazione che lascerà ancor più soli i pm condannati dalla mafia e isolati dallo Stato.

Nei prossimi giorni il nuovo Csm deve prendere una decisione cruciale: la nomina del nuovo Procuratore capo di Palermo. Sarà l’occasione per misurare se il Csm possa ancora, magari parzialmente, costituire davvero l’organo di autogoverno della magistratura, cioè di alcune miglia di funzionari pubblici che per Costituzione devono essere “soggetti soltanto alla legge” (art. 101), o se sarà inequivocabilmente, almeno nella sua attuale composizione, la cinghia di trasmissione della volontà dell’esecutivo o peggio delle maggioranze “costituende” e “neocostituzionali”, Dio ce ne scampi e liberi, del patto del Nazareno (insomma Renzi+Berlusconi sotto benedizione di Napolitano).

I candidati sono tre. Nella Commissione del Csm che propone gli incarichi il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e il rappresentante dell’Italia a Eurojust Francesco Lo Voi hanno ottenuto due voti ciascuno, il capo della procura di Messina Guido Lo Forte un solo voto. Si rovescia così l’indicazione che la stessa Commissione aveva dato con lo scorso Csm: tre voti a Lo Forte e uno ciascuno a Lari e Lo Voi. Lo scorso Csm si apprestava dunque a scegliere Lo Forte (un rovesciamo dell’indicazione da parte del Plenum sembrava improbabile) quando un intervento estremamente deciso e irrituale, per usare il più blando e vaporoso degli eufemismi, da parte di Napolitano spinse anche quel Csm sull’attenti. Il Csm attuale, almeno per quanto riguarda la Commissione, si dimostra già peggiore del precedente.

Come spiega infatti Marco Travaglio nell’articolo che mettiamo qui di seguito, utilizzando i criteri a parole teorizzati e magnificati da tutti (esperienza, dimostrate capacità rispetto alla lotta alla mafia, che a Palermo è ovviamente cruciale, ecc.) la nomina di Lo Forte dovrebbe andare da sé. E semmai potrebbe essere insidiata dal procuratore di Caltanissetta Lari, non certo da Lo Voi, molto più giovane, digiuno di lotta alla criminalità mafiosa, caratterizzato dai molti anni di Eurojust, una carica di nomina squisitamente politica (del governo Berlusconi, ministro della giustizia Angelino Alfano).

Vedremo se il plenum del Csm troverà il coraggio, ma sarebbe più esatto dire la semplice decenza, per applicare quei criteri di meritocrazia e di efficienza di cui tutti nell’establishment di questo paese si riempiono la bocca ma che calpestano non appena si tratta di passare dal dire al fare. Vedremo cioè se il Csm si dimostrerà ATTAPPETATO rispetto all’esecutivo, come ho sostenuto in una recente intervista al quotidiano “La Stampa” e come ho più lungamente argomentato nell’editoriale del numero di MicroMega ora in edicola, o se il mio è stato un giudizio affrettato e obnubilato dal pessimismo. 

Sarò felicissimo di cospargermi il capo di cenere e riconoscere di aver sbagliato e chiedere umilmente scusa, se il Plenum agirà secondo logica e meriti, mi domando invece come faranno i membri “laici” del Csm che passano per democratici (eletti dal Pd e perfino da Sel) e i membri togati “soggetti solo alla legge” a guardarsi in faccia nello specchio ogni mattina senza vergogna, se si piegheranno ai voleri della Casta.

Mia moglie, molto saggiamente, si domanda anzi se non sarebbe logico che di fronte ad un’eventuale scelta così inaccettabile, i consiglieri di minoranza non farebbero meglio a dimettersi, visto che la funzione del Csm di autogoverno della magistratura risulterebbe ormai snaturata, mentre il lavoro dei magistrati nelle loro sedi di origine potrebbe ancora costituire un grande servizio al Paese e a quel poco di giustizia che rimane.

 Paolo Flores d’Arcais

FONTE

Micromega


viv@voce

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