SAVA. 30 mila euro all’anno. Costa tanto la vigilanza privata ai beni del nostro Comune?

Una nota che porta a riflettere e le sue probabili soluzioni

Lo scorso novembre furono deliberati dall’amministrazione IAIA circa 5.550 euro ad una compagnia di vigilanza savese. Questa somma riguardava la vigilanza dei plessi comunali per due mesi, cioè fino a dicembre 2014. Se partiamo da questa somma, del costo di due mesi, 5.500 euro e la moltiplichiamo per i mesi dell’anno ci viene data la somma, complessiva, di quasi 30.000 mila euro.

Quindi, potenzialmente, questa è la somma che il nostro Comune dovrebbe spendere, a meno di altre variazioni in corso, nell’arco di 12 mesi. Moltissimi Comuni si sono attrezzati diversamente con l’ausilio di telecamere evitando così la spesa della vigilanza privata. Quest’ultima, proprio in virtù del suo servizio, non può certamente stare 24 ore su 24 ore sul bene comunale da proteggere. E ci mancherebbe.

Effettua il servizio, con le sue auto civetta, soprattutto nelle ore notturne in cui è maggiore il rischio dell’intrusione di vandali. Ma non credo che possa fare altro. E qui subentra l’esperienza che hanno fatto alcuni Comuni i quali hanno attinto ai finanziamenti europei per l’installazione di diverse telecamere nel territorio urbano e su tutto a difesa dei plessi comunali.

Cito soltanto, seppur poco opportuno per la immensa tragedia di questi giorni, il comune di   Santa Croce Camerina (Ragusa) il quale Ente ha attinto ad un finanziamento europeo per l’installazione di circa 50 telecamere nel proprio comprensorio. Il servizio di videosorveglianza rimane ad un Comune, quello della vigilanza privata, una volta che finisce la convenzione, no.

Ma l’amministrazione IAIA, a due anni e mezzo dal suo insediamento, queste cose le sa? Sa cos’è un finanziamento europeo e sa anche come si fa ad ottenerlo?

Speriamo che non rimanga nell’ignoranza.

Nel dubbio …

Giovanni Caforio