GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEI PENSIONATI DEL MEZZOGIORNO

GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEI PENSIONATI DEL MEZZOGIORNO

 A Bari delegazioni da tutto il Sud Italia. I pensionati chiedono più equità per una esistenza dignitosa

Diverse delegazioni di pensionati provenienti dalle regioni meridionali hanno preso parte oggi alla GIORNATA DI MOBILITAZIONE DEI PENSIONATI DEL  MEZZOGIORNO indetta a Bari dall’Anp, l’Associazione Nazionale Pensionati della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), per chiedere alle Istituzioni innovazione, solidarietà ed equità per una esistenza dignitosa e libera dei pensionati.

Tra impoverimento delle pensioni e disagi socio-assistenziali, i pensionati sono ormai ai margini del dibattito politico-istituzionale e, ben 8 milioni, con assegni mensili sotto i mille euro (2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro), vivono in semipovertà.

Per questo l’Anp ha organizzando in tutta Italia delle giornate di mobilitazione.

Per il Mezzogiorno l’iniziativa si è svolta oggi – lunedì 15 dicembre – a Bari presso l’Hotel Majesty dove sono arrivate delegazioni di pensionati da tutte le province del Mezzogiorno di Italia, e dove si è tenuto un incontro pubblico presieduto dal Presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba.

Ad introdurre i lavori è stato Francesco Tinelli, Presidente dell’Anp Puglia, cui sono seguiti gli interventi del Presidente nazionale dell’Inac (Istituto Nazionale Assistenza ai Cittadini – il patronato della Cia) nonché responsabile Welfare della Cia nazionale, Antonio Barile, e del Presidente nazionale dell’Anp, Vincenzo Brocco.

Le conclusioni sono state tracciate dal VicePresidente nazionale della Cia Alessandro Mastrocinque.

“Di fronte al crescente disagio ed al malessere sociale degli anziani – ha evidenziato nella sua introduzione il presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba – la nostra Associazione che raggruppa i pensionati ha deciso di intensificare la mobilitazione promuovendo una campagna di assemblee ed incontri e due manifestazioni interregionali per sensibilizzare i Parlamentari e le forze politiche affinché  approvino provvedimenti in favore degli anziani. Oggi porre il tema delle “pensioni”, “dei servizi socio assistenziali”,  “dei presidi sanitari”, “delle imposte e tasse”  è porre un tema vero, ineludibile. Al centro del dibattito politico insieme all’economia, ai lavoratori, alle imprese, alle riforme istituzionali, ci devono essere anche i pensionati – ha concluso Carrabba -, sono quelli che hanno ricostruito l’Italia e difeso la democrazia,  per affrontare e risolvere alcune priorità assolute, ed eliminare le iniquità che caratterizzano oggi il sistema previdenziale ed assistenziale”.

Nei prossimi decenni, il 40% della popolazione sarà over 60. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è il più significativo cambio strutturale della società del 21° secolo. L’Italia è uno dei paesi più vecchi al mondo. La popolazione degli ultra sessantacinquenni si attesta su circa 12,5 milioni di persone, pari al numero tra i 15 e 34 anni. Nei   prossimi anni ci sarà il “boom” demografico del raddoppio degli ultra ottantenni. Si rende quindi necessaria una seria politica in favore degli anziani, inderogabile e non più rinviabile.

“Va intensificata e consolidata la nostra lotta nei confronti dei vari livelli governativi affinché gli anziani vengano considerati “una risorsa e non un peso” – ha dichiarato il presidente dell’Anp Puglia Francesco Tinelli -. I pensionati sono arrabbiati ma non rassegnati. Tutti ricordano la promessa fatta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi di allargare la platea degli 80 euro ai pensionati, impegno che non ha rispettato e che invece noi riteniamo che vada mantenuto. Di promesse non si vive. Servono provvedimenti seri e concreti sia per quanto riguarda il bonus degli 80 euro che la rivalutazione degli assegni pensionistici, perché la soglia di povertà si allarga sempre più. Ad oggi siamo di fronte ad una assenza di risposte sia in termini di reddito che di servizi. Come Anp-Cia – ha concluso Tinelli -, continueremo ad incalzare la pubblica amministrazione per realizzare il nostro sogno di una società più giusta e solidale, in grado di garantire la necessaria assistenza sia sotto il profilo previdenziale che socio sanitario ed assistenziale,  affinchè gli anziani non si sentano ne’  emarginati, ne’ umiliati, ne’ offesi !”.

Al centro del dibattito della GIORNATA DI MOBILITAZIONE la Legge di Stabilità e i suoi effetti sia sul patronato che sul welfare e sui pensionati.

“La legge di Stabilità sul fondo patronati -ha ricordato il presidente nazionale dell’Inac Antonio Barile – mette a rischio migliaia di posti di lavoro e determina una drastica riduzione della capillarità sul territorio, con la chiusura degli uffici più piccoli (zone rurali dove neanche gli enti previdenziali sono presenti). Oggi i Patronati non si limitano ad assistere i cittadini, ed in particolare i pensionati, facendo loro consulenza e compilando le loro domande per richiedere le prestazioni ma operano online inviando direttamente i flussi telematici agli enti previdenziali, che grazie a tali modalità hanno eliminato la carta e ridotto il servizio al pubblico. È evidente che a fronte dei Patronati costretti a ridurre l’attività nei limiti delle risorse disponibili, gli enti previdenziali dovranno rivedere i loro costi, poiché o tornano a ricevere direttamente i cittadini o pagano ai Patronati l’invio telematico, perché senza risorse, il servizio non si può più garantire -ha aggiunto Barile-. I Patronati permettono all’Inps e all’Inail di risparmiare circa 700milioni di euro, costando poco più della metà, circa 420 milioni”.

“Al governo chiediamo cambiamento, solidarietà ed equità verso una categoria che è sempre più ai margini del dibattito politico-istituzionale – ha sottolineato il presidente nazionale dell’Anp-Cia, Vincenzo Brocco -. La legge di Stabilità, pur ponendosi l’obiettivo condiviso di rilanciare l’economia, l’occupazione e l’impresa, mortifica i pensionati, fra i quali 8 milioni vivono con assegni mensili sotto i mille euro e 2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro, e che -ha spiegato il presidente dell’Anp- perdurando la recessione, nel 2015 rischiano l’indicizzazione zero se non la riduzione delle già magre pensioni. Ma così non si fa che accrescere la situazione di disagio sociale, tanto più che a causa della pressione fiscale (la più alta dei paesi Ocse) e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita -ha aggiunto Brocco- oggi il 44 per cento dei pensionati vive in semi povertà e il 10 per cento non riesce neppure ad acquistare prodotti alimentari e medicine”.

“L’Anp e la Cia hanno deciso di mobilitarsi e rivendicare equità e giustizia sociale, facendo appello alle istituzioni per interventi immediati, concreti ed efficaci a favore dei pensionati – ha dichiarato il VicePresidente nazionale della CiaAlessandro Mastrocinque -. In particolare chiediamo: l’estensione del bonus di 80 euro mensili e l’adeguamento progressivo dei minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale (640 euro mensili) come chiesto dalla Carta Sociale Europea; il recupero del potere d’acquisto delle pensioni (già eroso del 30%) attraverso una più puntuale indicizzazione e la riduzione del drenaggio fiscale nazionale e locale; l’attuazione della riforma sanitaria con moderne protezioni, presidi e servizi nei centri rurali; l’eliminazione delle liste d’attesa e la riduzione selettiva dei ticket; risorse economiche adeguate per il sociale e la non autosufficienza; il ripristino pieno del fondo Patronati. I patronati, infatti – ha concluso Mastrocinque -, svolgono un importante servizio di assistenza ai pensionati, a quei pensionati che, solidali con le nuove generazioni, hanno finora garantito, in larga misura, la tenuta sociale delle famiglie e del paese e che pertanto hanno diritto ad un invecchiamento attivo, sereno e sano, e ad essere al centro della vita sociale e pubblica. Non devono essere relegati ai margini della vita sociale e pubblica”.     

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