AVETRANA. Lettera aperta. “Da difensori della legalità a vessatori”

AVETRANA. Lettera aperta. “Da difensori della legalità a vessatori”

Lavori pubblici fatti in variante. Non pagati. Una strana transazione. L’esperienza, onerosa, di questo lettore

Gentile Direttore, vorrei raccontare una storia realmente accaduta, che, seppur avendo dei tratti paradossali ed a volte sorprendenti, dimostra come un cittadino, un lavoratore ed imprenditore, si ritrova inerme di fronte al sopruso di alcune personalità che, per il proprio ruolo, dovrebbero essere i difensori dei diritti mentre, nella realtà dei fatti, si trasformano non solo in parassiti, ma in veri e propri vessatori, che approfittano di situazioni che dovrebbero invece aiutare a risolvere.

Innanzi tutto mi presento: sono il titolare di una impresa di costruzioni in Avetrana la quale, nell’anno 2001 veniva chiamata tramite appalto ad effettuare alcuni lavori all’interno del Campo Sportivo Comunale di Avetrana, per la messa a norma dell’impianto, per un importo totale di Euro 66.000 circa. Nel corso dell’opera si presentò la necessità di installare un secondo servo scala e pertanto mi rivolsi al tecnico direttore dei lavori il quale mi disse di procedere all’installazione e che lui avrebbe proceduto alla variante di progetto per poter recuperare il costo aggiuntivo di Euro 7.746. A distanza di qualche tempo, non avendo ricevuto riscontro dei crediti a me dovuti, mi rivolsi al mio legale di fiducia, il quale prese l’incarico di citare in giudizio il Comune di Avetrana, ente committente e debitore nei mie confronti.

Lo stesso legale non mi fece presente da subito che egli era impossibilitato a portare avanti la causa da me intentata in quanto non ancora abilitato, circostanza che ho scoperto in seguito. Infatti, nel prosieguo della vicenda scoprii che le pratiche furono portate avanti da un altro legale, che non ho mai incontrato di persona: presumo che la delega al secondo legale sia stata trasmessa dal primo, al momento della firma della delega, a mia insaputa.

Nel frattempo succedono alcune cose: nel maggio 2011 vengo convocato presso gli uffici comunali dove sottoscrivo un accordo transattivo con scrittura privata tra il Sottoscritto ed il Sindaco di Avetrana, nel quale viene riconosciuta al Sottoscritto la somma di Euro 7000 da parte del Comune. Contestualmente il secondo legale, del quale, ripeto, non ero a conoscenza avesse preso in carico la mia causa, mi richiese il pagamento delle somme a suo parere dovute. Non ero a conoscenza della sua presenza in quanto durante le sedute in Tribunale, non era presente il secondo legale, ma sempre il primo, quello al quale io mi ero rivolto e che ritenevo di mia fiducia, che veniva in Tribunale a mie spese.

In effetti il secondo legale, per far valere quelli che a suo dire erano i suoi crediti nei miei confronti, intraprese le vie legali contro di me: dopo una serie di eventi giudiziari, sono stato condannato a corrispondere a tale legale una cifra pari a Euro 4.700 circa. Per tutelarmi, nel luglio 2014 mi sono recato alla Procura della Repubblica di Taranto per raccontare le vicende.

In conclusione mi ritrovo al centro di procedure contorte, oscure e senza alcuna trasparenza, delle quali sono l’unica vittima, in quanto, pur essendomi rivolto ad altri legali della zona per far valere i miei diritti, nessuno di essi ha voluto difendermi, ed ha prevalso la legge del più forte. Ci ho rimesso tempo, denaro, lavoro ed al momento nessuno ha fatto giustizia. Resto, nonostante tutto, fiducioso che in futuro sia fatta chiarezza e giustizia.

 Milizia Cosimo 

viv@voce

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