MIGRAZIONI E POSTI DI LAVORO 5.398.763 posti di lavoro 48 miliardi di €uro e 11 miliardi di mancato introito per l’Erario
Nota stampa della CIL (Confederazione Italiana per il Lavoro e l’Occupazione)
Le migrazioni umane sono un fenomeno attestato fin dalle epoche più antiche. Legate in primo luogo a bisogni elementari e primari dell’esistenza, si può supporre che esse si siano sempre verificate e abbiano avuto luogo anche nelle età più remote delle quali non si conserva alcuna testimonianza.
Tale fenomeno può essere considerato sotto un triplice aspetto:
- Quello della mobilità umana considerata in sé e nel suo complesso;
- Quello della mobilità osservata sotto l’angolo visuale del paese di provenienza (emigrazione);
- Quello, infine, di tale mobilità esaminata in riferimento al paese ospitante.
Le questioni connesse con lo spostamento di masse umane o di individui in cerca di migliori condizioni di vita, sono di una complessità che si è andata rivelando soltanto gradualmente dinnanzi agli occhi della scienza moderna.
Il migrante non è più un numero o una espressione statistica ma un essere vivente che, di fronte alle leggi dell’economia e agli schemi della sociologia, afferma i diritti comuni alla sua autonomia individuale e alla sua libertà.
Domande:
- L’immigrazione, produce nuova ricchezza?
- Promuove lo sviluppo sociale del paese ospitante e del paese d’origine?
- L’aumento della manodopera mediante le immigrazioni comporta un costo sociale e rappresenta un freno all’innovazione?
- La manodopera nuova, specie se eccedente, comporta un ritardo nello sviluppo economico?
I fattori determinanti sono rappresentati dal potenziale economico e dalla sua congiuntura.
La fuga dai regimi dittatoriali ha origini antiche, nel periodo della rivoluzione bolscevica (1920-1939) 1,5 milioni di Russi fuggirono dal nuovo regime sovietico e 5 milioni furono deportati in Siberia, nel periodo 1939-1946 1 milione di Tedeschi fu trasferito da Hitler in Polonia e 4,6 milioni furono cacciati dalla Germania; 9,2 milioni di Polacchi, Francesi, Russi, Cechi e altri Europei furono deportati in Germania per lavori forzati e 6,5 milioni di Ebrei furono deportati e sterminati dal III Reich.
Nel 1958, in Europa, gli espatriati furono 157.800 (98.000 rimpatriati), nel 1975 furono 72.000 (101.000 rimpatriati). Nel 1975 il tasso di disoccupazione in Italia era del 3,3%.
I dati di comparazione afferenti gli ultimi 30 anni hanno visto un aumento significativo delle migrazioni in Europa, in ragione del fatto che gli Europei (Italia compresa) non si adattano a lavori che possiamo definire “di fatica” . tra gli anni 70 e 80 le industrie delle aree del Nord (Brescia p.e. ) furono costrette a ricorrere a manodopera dal Marocco, in quanto gli Italiani non volevano lavorare in fonderia .
Oggi, Italiani e Italiane non si adattano al lavoro di assistenza domiciliare ai diversamente abili o ammalati terminali o di lunga degenza, non si adattano alle raccolte del pomodoro o dell’uva e di quant’altro sia correlato alle stagioni in agricoltura quantunque dagli anni ’80 a oggi il mercato agricolo abbia avuto, in termini percentuali un decremento pauroso (dal 41,8% del 1980 al 20% odierno).
Eppure, una “badante” senza alcuna esperienza pregressa ha uno stipendio netto di 850 € per mensilità, contributi versati per 250 Eur per trimestre, due giorni di riposo settimanale e ferie ovviamente retribuite. Nel caso di disponibilità h 24 la remunerazione sale a 1.400 Eur per mese senza contare il vitto e l’alloggio gratuiti. Rileva la posizione della Romania che è passata da rimesse per 152milioni di $ del 2004 ai 19 miliardi di €uro del 2014 (il 12% del PIL in Romania).
Alessandro DE DONNO
Segretario Generale – Confederazione Italiana per il Lavoro e l’Occupazione
Carlo Greco
addetto stampa CIL – Confederazione Italiana per il Lavoro e l’Occupazione
cell.: 340.5584191
IMMIGRAZIONE IN ITALIA – DATI 2010 E RIMESSE RICEVUTE DAI PAESI DI ORIGINE 2014 [1]
PAESE DI ORIGINE | N.RO ARRIVI | SOMME INVIATE MILIONI € | % sul P.I.L. del proprio Paese | |
ALGERIA | 50.000 | 300.000.000 | 0.3% | |
ALBANIA | 522.000 | 3.132.000.000 | 30% | |
ARGENTINA | 50.000 | 420.000.000 | ||
AZERBAIJAN | 35.000 | 294.000.000 | ||
BANGLADESH | 71.830 | 517.000.000 | 5,2% | |
BOSNIA | 35.571 | 213.000.000 | 1,7% | |
BRASILE | 49.213 | 413.000.000 | ||
BULGARIA | 43.530 | 261.000.000 | 2,8% | |
CINA | 203.519 | 1.500.000.000 | 1% | |
CROAZIA | 27.706 | 232.000.000 | 1.5% | |
EGITTO | 90.000 | 541.000.000 | 7.5% | |
ETIOPIA | 17.226 | 103.000.000 | ||
FRANCIA | 40.053 | 443.000.000 | ||
GHANA | 50.000 | 420.000.000 | ||
UNGHERIA | 7.109 | 60.000.000 | ||
INDIA | 100.000 | 840.000.000 | 3.7% | |
MACEDONIA | 101.000 | 500.000.000 | 4.1% | |
MOLDOVA | 90.000 | 1.981.000.000 | 24.6% | |
MAROCCO | 475.000 | 6.619.000.000 | 7% | |
NIGERIA | 52.845 | 3.170.700.000 | 1,5% | |
PAKISTAN | 64.161 | 540.000.000 | 6.1% | |
PHILIPPINE | 137.000 | 1.150.000.000 | 10.0% | |
POLONIA | 117.000 | 980.000.000 | 4.8% | |
ROMANIA | 2.500.000 | 19.000.000.000 | 12% | |
SENEGAL | 81.000 | 680.000.000 | 11.4% | |
SRI LANKA | 80.000 | 768.000.000 | 10.1% | |
TUNISIA | 121.000 | 871.000.000 | 5.0% | |
UKRAINA | 187.000 | 1.800.000.000 | 5.0% | |
ALTRI PAESI | ||||
TOTALE | 5.398.763 | 47,748MILIARDI € | ||