SAVA. Indigente alla ricerca di cibo nei cassonetti degli ipermercati savesi. Ma dove si trovano i Servizi Sociali savesi? Dove cazzo stanno?
Giovanni Urbano, 61 anni. Come sopravvivere nell’indifferenza di chi amministra questo nostro paese
Di Giovanni Urbano, Viv@voce si occupò alcuni anni fa. Ci fu una gara di solidarietà tra i savesi. Alcuni si prodigarono almeno per la più elementare sussistenza quotidiana. Il tempo, da allora, è passato alla grande. E di Giovanni Urbano, a Sava, ce ne sono un bel pò. Lasciati a se stessi quando, la loro condizione socio-economica, avrebbe richiesto un’accurata assistenza specie da parte di chi è preposto alla vita dei disagiati e degli emarginati.
Savesi lasciati soli al loro destino. Qualcuno che muore nella propria abitazione e ci si accorge della sua morte solo qualche giorno dopo. Disadattati, tagliati fuori dal contesto sociale, e a volte visti anche con una particolare riluttanza da parte della così detta “gente normale”. Gente normale che vede la vita di queste persone solo dall’aspetto fisico trasandato, e magari anche sporchi senza entrare minimamente nella loro vita, e capire il perchè del loro disagio e della loro esclusione, a volte anche volontaria, dal contesto sociale. Gente che ha bisogno di essere seguita dagli operatori sociali. Gente che ha bisogno delle primarie condizioni del vivere civile.
Di quella vita che, noi così detti “normali”, diamo per assodato e a volte ci sentiamo avanti, molto più avanti di chi, come i tanti Urbano nel nostro paese, fanno fatica a racimolare un pasto dappertutto. Andando nei supermercati e chiedere se hanno alimenti scaduti oppure, come in questo caso, rovistare nei cassonetti e trovare qualche mela bacata o qualche pera sfatta o del pane non più commerciabile. A Sava, sono circa due decine i savesi che vivono sotto la soglia della povertà.
Magari fosse la povertà. No. E’ sotto. E nessuno, dico nessuno, di questa amministrazione si prodiga a far sì che adotti una soluzione, un qualcosa che possa sollevare almeno la dignità di questi soggetti. Alcuni di loro si sono recati negli uffici comunali dei Servizi sociali e l’unica risposta che si sono sentiti dire è “non ci sono soldi”. Bella consolazione a chi bussa per avere un pasto oppure la risoluzione di un emergenza, tipo l’imminente distacco dell’energia elettrica. No. Assolutamente. Manco a parlarne.
Eppure a dirigere questa branca c’è, e pare che tra pochi giorni lascerà il testimone al nuovo assessore Giuseppe Saracino, un ex sindaco dalle idee progressiste del tipo radical chic che in questi passati tre anni di amministrazione IAIA si è fatto tagliare dalla voce attinente al suo assessorato, un bel pò di decine di centinaia di migliaia di euro. Dall’ultimo Bilancio comunale, quello del 2014 sono stati stornati dalla voce “Servizi sociali” qualcosa come quasi 400 mila euro e dirottati altrove. E la cosa più inverosimile è che Agusto non ha battuto ciglio!
Assessore Agusto, già sindaco sinistro di questo nostro martoriato paese, lei è bravo per davvero. E’ stato bravissimo quando ha posto la sua firma nella denuncia al nostro giornale. Un operazione di vera “alchimia” politica. Lei, assemblato a ex fascisti, a improvvisati della politica, a quaquaraquà stagionati, a vecchie scope di spogliatoio, ha dato l’immagine del suo operato e di questa sua, speriamo che sia l’ultima, esperienza amministrativa.
E’ stata chiusa la mensa della Charitas e lei non ha sollevato minimamente la questione in senso all’amministrazione che la vede come un valido alfiere. Non si è manco sforzato a trovare un luogo alternativo per dare un pasto caldo a quella ventina di indigenti savesi che non sanno cosa mangeranno, se mangeranno, a mezzogiorno.
Eppure lei, assessore Agusto, è pagato dal contribuente savese e, oltre allo stipendio, le vengono pagati anche i contributi previdenziali. E quando un assessore o un sindaco, sono pagati dal contribuente (stipendio e oneri previdenziali compresi, ndr) devono far vedere i loro risultati alla comunità di appartenenza. Lei, cosa ha prodotto? Ce lo dica, che lo scriviamo immediatamente. Dica dove sta che lo andiamo a cercare.
Oppure dobbiamo chiederlo mercoledì prossimo a Federica Sciarelli?
Lei ha deluso tutti. Ma la cosa più grave, per un amministratore, è aver deluso anche se stesso.
Torni a casa, ci sono ben altre cose più importanti nella sua vita.
Visto che la vita degli altri non l’ha voluta affatto vedere …
Giovanni Caforio