AMARCORD. Sava, settembre 2008. “IO, MATTEO VIVIANI, LE IENE, LA DROGA IN PARLAMENTO, VIV@VOCE E … SAVA!”

AMARCORD. Sava, settembre 2008. “IO, MATTEO VIVIANI, LE IENE, LA DROGA IN PARLAMENTO, VIV@VOCE E … SAVA!”

Intervista alla iena Matteo Viviani

Dov’è il condannato?”, chiede sedendosi.

Tu sei il condannato. Posso darti del tu?

Devi, siamo quasi coetanei, anch’io sono poco più che maggiorenne…

…era quello che volevi?

No, io dopo la maturità ho fatto il pittore e l’orafo. Poi mi sono spostato a Milano dove ho lavorato come modello per otto anni. Non prevedevo assolutamente di intraprendere una sorta di “carriera televisiva”, perché la televisione la vedevo unicamente come televisione commerciale… e la cosa sinceramente  non mi interessava. Il Mondo della moda e della televisione sono molto vicini e per caso ho fatto un provino per Scherzi a parte dove sono stato preso come attore per uno scherzo. E’ andato bene e dà lì è nato il secondo, il terzo e il quarto e…sembra strano, ma la redazione di Scherzi a parte e quella delle Iene sono sullo stesso piano, fisicamente intendo, e ho avuto il piacere di conoscere un autore che aveva bisogno di una iena con, diciamo, le mie caratteristiche… e quindi mi ha proposto di collaborare con lui per un servizio delle Iene. L’ho fatto, si chiamava “la fossa dei Leoni”…

Si, ho visto.

Ah, hai visto anche quello? (bisbiglia al registratore) Curiosissima…beh, s’è rivelato abbastanza bene. Ho provato a fare anche il secondo, con fatica. Poi il terzo, con altrettanta fatica, il quarto e… con una fatica proporzionale sono arrivato ad oggi.

Ce n’è uno che preferisci tra tutti quelli che hai fatto?

Beh, ovvio…

Quale…

Droga in Parlamento.

Guarda un pò, l’argomento era anche tra le mie domande… Credo sia un po’ il servizio che abbia fatto più scalpore, non dico l’unico, dato che ne hai fatti tanti. Un caso analogo, stando al web, ha a che fare con un servizio fatto in una nota discoteca italiana. Qui furono testati comuni mortali senza che vi fosse stato scalpore alcuno. Voi siete incappati davvero male: il seguito è storia di denunce, di ricorsi e di una pena pecuniaria, e tutto perché avete toccato la Casta degli intoccabili. I parlamentari.

Si trattò di una serie di locali, non di una sola discoteca … Il servizio di cui tu parli è un servizio nel quale, con uno stratagemma fatto di spugnette e campioni, si andava ad analizzare il consumo medio, ai fini statistici, all’interno di alcuni locali. Locali intesi come luoghi del divertimento, luoghi dove la gente vive il proprio tempo libero. Tutto questo no, non ha avuto particolare rilievo perché è stata una delle tante indagini, così come se ne fanno tutti i giorni… come se ne stanno facendo tutt’ora e come ne vengono fatte nei quotidiani …

…e come, d’altro canto, già si sa quasi in maniera scontata.

Esatto. Ti porto un esempio: nel momento i cui si analizzano le acque del Po, oppure si analizzano le acque di una rete fognaria  (tanto per rimanere in tema…) e se ne deduce che una certa percentuale di cittadini consuma cocaina, beh… si fa una statistica, no? Noi abbiamo fatto quel servizio cercando di estrapolare una mera statistica, un dato. Siamo stati accusati di aver violato la privacy ma, di fatto,  non abbiamo fatto i nomi di nessuno e di nessun partito. Abbiamo semplicemente estrapolato un dato, ed il dato era quello. Però, come tu dici, non si è trattato di comuni mortali…

Per curiosità, qualche nome lo sai…?

No, i nomi non li so. Assolutamente.

Non ti avrei chiesti, giuro…

Ma no, non ti preoccupare (sorride)… Magari la gente non ci crede, ma quello che io dico è che, in due parole, tecnicamente non avrei potuto saperli. Basta leggere le istruzione del drugwipe, che è il dispositivo da me usato, per rendersi conto che una volta prelevato un campione di sudore o di sebo, e ricollegato con il resto del tampone, bisogna attendere dai cinque ai sette minuti per avere un esito.

Io ero davanti al Parlamento… o davanti al Senato. Secondo voi come avrei potuto aspettare sette minuti e poi vedere il risultato correlato ai prelievi? Io li facevo a ruota. Ovviamente tutti i tamponi venivano nascosti il più possibile. La truccatrice da me ingaggiata ricavava il tampone, lo ricomponeva e poi lo nascondeva immediatamente dentro la valigetta, al sicuro da sguardi indiscreti.

Quindi io ho potuto sì, vedere dei risultati. Ma solo a fine giornata. Mi sono trovato davanti a qualcosa come quaranta tamponi e ho potuto vedere quale di questi era positivo e quale negativo al test… però nessuno era nemmeno lontanamente collegabile né ad una persona, né ad un partito.

Si, mi pare di aver letto che fossero qualcosa come cinquanta campioni solo al Senato…

Cinquantasei. In tutto.

Tornando a te e al tuo pre-Iene: la moda è un mondo frivolo, ma hai anche detto che il confine tra quel mondo e la televisione sa essere davvero sottile. Tu hai provato e non t’è piaciuto.

La moda l’ho provata e no, non m’è piaciuta per niente. Perché ti senti un coglione.

Ah beh, belle foto comunque!…

Le hai viste? Grazie. Beh, ho partecipato a quel mondo che io chiamo frivolo… che poi è una frivolezza commerciale. Si tratta della frivolezza di cui, purtroppo, lo spettatore medio si ciba.

…e le Iene sono differenti.

Per quanto riguarda le Iene, il discorso è molto semplice: si tratta di una redazione semi-giornalistica. Tu arrivi e dici: “Okay, mi piacerebbe fare questo…”, e loro rispondono: “Va bene. Facci vedere”. Fai il tuo prodotto, lo confezioni con l’aiuto degli autori e lo fai vedere al responsabile. Il responsabile può dirti: “No, fa cagare.”  oppure: “Carino, può andare in onda.”.

Può anche dirti che è carino ma che necessita modifiche in certi punti, in certe parti. Con questo voglio dirti che si tratta di un ambiente veramente tecnico nel quale non c’è spazio per favoritismi, conoscenze e per varie spinte. Io posso essere il nipote di Agnelli… però se in quel video faccio schifo oppure faccio un reportage sulle formiche che costruiscono una tana nel giardino della tua casa, la risposta del responsabile sarà: “Bravo, complimenti. Ti chiami Agnelli però vattene, perché qui non servi”.

Quindi sei tu che arrivi alle Iene o le Iene che arrivano a te? Secondo me c’è qualcuno particolarmente adatto al mirino Iena. Faccio un nome a caso…

Spara!

Victoria Cabello. Audacia e determinazione sono requisiti base che una Iena deve avere. Se tu sei in squadra, questi requisiti li hai anche tu. Non credo che sia stata la Cabello a presentarsi alle Iene, anche perché si sapeva bene che stoffa avesse. Mi vengono in mente gli hacker…e come un hacker che scova gli altri hacker, sono loro che arrivano a te. Di solito.

No, no. Tutti i giorni in redazione arrivano fax di persone che si propongono. La domanda più frequente è: “Ma come si fa a diventare Iena?”…oppure: “Quando vengon fatti i provini per le Iene?” . Il punto è questo: non esistono provini per diventare Iena, chiunque si può proporre. Anche tu. Prendi una telecamera, fai il tuo servizio, lo monti. Se ha un senso, grinta, e se dimostri di aver in qualche modo assimilato il linguaggio (ben preciso) delle Iene, hai teoricamente le carte in regola per iniziare.

Ultima domanda, ma questa è una mia curiosità. Quando ti hanno chiesto quale fosse il primo cd comprato, tu hai risposto di averlo rubato. Da questa domanda dipende l’intera intervista…

Oh Madonna…!

…ma che cd era?

Vasco Rossi.

 (Il direttore del nostro giornale è alle mie spalle, mi rivolgo a lui, ndr) Giovanni, questa intervista non si può pubblicare!

Calcola che avevo tredici anni (sorride). Non avevo i soldi per fare niente. Ero un ragazzino e già allora lavoravo mentre studiavo. Vasco Rossi come un qualsiasi tredicenne del mio anno, era Vasco Rossi. Cavolo, però al tempo un cd erano le diecimila lire ed io diecimila lire non ce le avevo. Aspetta un mese, aspetta due mesi…poi mi son detto: sai cosa c’è? Lo prendo in prestito a tempo indeterminato…

Poi tra l’altro non era proprio un cd, ma era una cassetta.

Ah, le audiocassette! Quelle che si riavvolgevano con la matita infilata

Brava. E con la penna bic!

Laura Dicosimo

viv@voce

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