SAVA. Il Consiglio di Stato condanna il Comune a pagare il mancato guadagno a una Ditta esclusa da una gara d’appalto con importo base di circa un milione di euro

SAVA. Il Consiglio di Stato condanna il Comune a pagare il mancato guadagno a una Ditta esclusa da una gara d’appalto con importo base di circa un milione di euro

2011: assegnati i lavori a una ditta che non doveva farli. “Errore” nel calcolo alfa numerico

E’ stato nell’inverno 2011, quindi sotto l’amministrazione Maggi e con Gaetano Lomartire assessore ai Lavori Pubblici,  che fu indetta una gara d’appalto di circa un milione di euro, avente oggetto un tratto di fogna bianca da collegare al collettore principale della raccolta delle acque piovane nel nostro paese. Lavori che furono assegnati alla Ditta Igeco s.p.a. con un ribasso, dell’importo base, del 7%.

La Ditta dei fratelli Ruggero, sede legale in Campania, presenterò un ribasso del 27%. Ma il presidente della Commissione, ing. Saverio Schirinzi, allora tecnico convenzionato del nostro Comune, assegnò i lavori alla Igeco s.p.a. in virtù di calcoli alfa numerici che, secondo lui, erano esatti. I fratelli Ruggero, da qui, si mossero nelle sedi competenti: dal TAR fino all’ultimo grado di giudizio amministrativo.

Quindi, il Consiglio di Stato ha condannato sia il nostro Comune che la società Igeco s.p.a. al pagamento delle spese legali che ammontano a circa 25 mila euro. Inoltre,  e qui viene il dramma, ha condannato il nostro Comune al pagamento del mancato guadagno che i fratelli Ruggero avrebbero ottenuto nel caso in cui avessero vinto la gara ed espletato i lavori. Il Consiglio di Stato ha rivolto alla valutazione del danno economico la perizia di un tecnico. Andiamo, per sommi capi, per cercare di vedere quanto può essere il mancato guadagno dei vincitori al Consiglio di Stato.

Quindi, da un importo di circa un milione di euro dobbiamo detrarre la percentuale di ribasso che i fratelli Ruggero avevano fatto.  Allora detraiamo il 27% ed abbiamo un importo di circa 730000,00 (settecentotrentamila euro).  Questo sarebbe dovuto essere l’importo del risultato finale della gara. Da questa somma bisognerà detrarre tutti gli oneri indispensabili per l’esecuzione dei lavori. Una volta scremato il tutto, la consulenza del tecnico incarico dal Consiglio di Stato dirà l’ultima parola.

Ovvero, quanto costerà al nostro Comune questo “errore alfa numerico”.

Abbiamo chiesto ad un tecnico di quanto potrebbe essere l’eventuale mancato guadagno alla luce di tutto quello che è stato scritto sopra.

Risposta: “Si va da un minimo di centomila euro ad un massimo di 400 mila”. Chi pagherà il tutto? Il Comune di Sava. Il nostro giornale si sta già attivando per la richiesta degli atti presso il nostro Comune.

Appena pronto il nostro dossier invierà tutto alla Procura della Repubblica di Taranto (per eventuali reati commessi nell’espletare la gara) e alla Procura Generale della Corte dei conti per il danno economico recato all’Ente comunale. Chiederemo, nel nostro dossier, anche il sequestro dei beni di chi si è reso arteficie di questo danno.

Non è giusto che a pagare, gli errori degli incompetenti, debba essere la nostra comunità, già abbastanza tartassata dai tributi vari.

Giovanni Caforio

 







viv@voce

Lascia un commento