TARANTO. Bugie sull’Altoforno 5? La magistratura indaghi anche sull’Ing.Buffo
Fabio Matacchiera: “Le bugie sull’Altoforno 5”
Dicevano che non era possibile, dicevano che sarebbe saltato tutto in aria o che ci sarebbero voluti minimo 24 – 36 mesi per spegnerlo. Dicevano che occorrevano maestranze specializzate provenienti da altri paesi e successivamente, per lo spegnimento si accordarono con la “Paul Wurth” (società internazionale di ingegneria sita a Genova … guarda caso!) che confermava “tempi biblici”.
Mentre i custodi giudiziari, guidati dall’ing. Barbara Valenzano, su richiesta del Gip Patriza Todisco, premevano per lo spegnimento dell’Altoforno 5 posto sotto sequestro, a causa delle ben note criticità e i cui tempi previsti da loro non andavano oltre i 20 gg. (comprensivi di piani di intervento, opere accessorie, sezionamento e preparazione termica), l’ing. Adolfo Buffo, in qualità di Direttore di Stabilimento all’epoca dei fatti, nella nota allegata alla comunicazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (nota prot. N. CIPPC_00_2012_1057_14/09/2012), indicava “in almeno 36 mesi il tempo normalmente necessario, dell’avvio del progetto per procedere all’inizio delle attività di rifacimento” (avete capito bene, solo per la progettazione 36 mesi!). Inoltre, lo stesso ing. Buffo dichiarava: “La sola raccolta dei disegni tecnici comporta un tempo di 8 settimane come da successive precisazioni dello stesso in data 22/10/2012 (cfr. Nota del Presidente Bruno Ferrante di Ottobre)”.
Alla luce di questi incresciosi avvenimenti, ci rivolgeremo, tramite i nostri legali, alle stesse autorità giudiziarie, non solo per sapere se sussistano omissioni e responsabilità penali da parte del sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, che potrebbe non aver comunicato alla cittadinanza i possibili rischi per la salute consequenziali all’avviamento delle procedure di spegnimento dell’altoforno in questione (in considerazione anche del fatto che la stessa Ilva s.p.a., in data 11 marzo, avvertiva con un’informativa gli enti e gli organi competenti in materia ambientale e di controllo del possibile rischio di “emissioni transitorie”), ma chiederemo anche alle autorità giudiziarie se lo stesso ing. Adolfo Buffo, in qualità di Direttore di Stabilimento all’epoca dei fatti, possa aver adottato un condotta ostruzionistica e dilatoria idonea a pregiudicare l’avvio e l’esecuzione dei lavori di manutenzione, di ripristino e di rifacimento degli impianti sottoposti a prescrizioni AIA, e di valutare la sussistenza di profili di rilevanza penale in tale condotta.
https://youtu.be/0pYxo9Gv63s (video girato durante la notte mentre si avviano le procedure di spegnimento AFO 5) 13 marzo 2015 (ECCEZIONALE!)
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Resp. Legale Prof. Fabio Matacchiera