SAVA. Da ex emigranti a sdegnarsi all’arrivo di una coppia di extracomunitari, potenziali vicini di casa
Un cartello affittasi, la chiamata al numero della proprietà e una coppia di extracomunitari che cercano casa
Una coppia di extracomunitari chiede al nostro giornale se può interessarsi a trovare loro una casa in affitto. Viv@voce, oggi è diventato crocevia di tutto, di tutti coloro che hanno bisogno dell’immediato. E noi ci prodighiamo fin dove le nostre forze ce lo permettono. Il paese, si sa, non è molto grande e quindi grosso modo i cartelli affittasi li notiamo subito.
Ne inviduo 4 e chiamo al numero di riferimento. Mentre sono vicino ad una di queste, converso con chi sta dall’altra parte del cellulare: chiedo il canone mensile, le garanzie che vogliono e dico che l’abitazione serve per una coppia di extracomunitari. Concordiamo l’incontro per la visione della casa da parte dei probabili inquilini. Della telefonata assiste la coppia di proprietari dell’abitazione adiacente a quella che si affitta.
Sentono tutta la conversazione, tanto importava ben poco per me il loro ascolto, e capiscono tutto quello che esce fuori dal dialogo. Visto che in paese ci conosciamo tutti, e senz’altro tutti conoscono me, la coppia che ascolta la telefonata è stata anche essa emigrante negli anni ’60 nell’Europa centrale e mi chiede: “Ma è davvero per quella coppia di extracomunitari la casa al fianco alla nostra?”
Gli dico di si. Ma comunque devono ancora vederla e vedere tutto il resto.
“Per favore, non li fare venire qui!” Resto allibito da questa affermazione categorica. E, visto che ci conosciamo e grosso modo conosciamo anche molti percorsi logistici di vita delle coppie savesi, sbotto: “Ma scusatemi, sa. Ma non siete state anche voi emigranti 4 o 5 decenni fa?”
Risposta: “Ma che centra questo. Noi eravamo diversi da questi”.
“Diversi? Siamo sicuri che gli italiani quando andavano all’estero ad emigrare erano tutte delle brave persone? Non c’era anche qualcuno che era dedito a ben altro?” E’ la mia risposta successiva.
Rientrano amareggiati da questa conversazione.
Già, ieri emigranti, oggi comodamente nelle proprie abitazioni, si guarda con sdegno e riluttanza questi nuovi potenziali vicini di casa …
Giovanni Caforio