TARANTO. Oggi la presentazione di “Tacita Mater – il segreto di una donna”

TARANTO. Oggi la presentazione di “Tacita Mater – il segreto di una donna”

Un libro scritto da Giulia Fonzone sul valore delle donne: vecchie concezioni, onore e verginità

 

Oggi venerdì 27 marzo 2015 alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale“Acclavio” di Taranto  (Piazzale Bestat), verrà presentato“Tacita Mater il segreto di una donna” di Giulia Fonzone (Casa Editrice e Libraria Edit@). Non solo un libro, ma un vero workshop sul tema del “non detto”, cosa ci comunica  il “non detto”, come viene interpretato, quali pensieri, azioni, emozioni genera, soprattutto cosa blocca, reprime, ostacola il diritto di esprimere e di chiedere?

Sono passati pochi giorni dalla celebrazione dell’8 Marzo e le donne fanno ancora parlare di sé, ma è solo un aspetto marginale della questione femminile. Le donne intanto che si parla di loro fanno, agiscono, interrompono schemi già visti, ricostruiscono su nuove basi, reinventano un modo di essere donna contemporaneo, mai definitivo, work in progress.

È forse questa la inesauribile forza delle donne! L’opera di sottomissione culturale dell’uomo sulla donna è iniziata in un tempo talmente antico da essere ritenuta il prodotto di una naturale differenziazione biologica. Gli studi più recenti hanno ampiamente dimostrato che da un punto di vista biologico uomini e donne hanno tenacia, forza, dinamicità differenti, che però non giustificano la supremazia di una energia sull’altra.

Se la differenza voluta si trova sul piano culturale, allora cosa impedisce alle donne contemporanee di uscire dall’ingorgo del non detto che ne ha caratterizzato la storia per tanto tempo? L’ambito in cui il dominio maschile si è sempre manifestato in maniera preponderante è quello sessuale. Il controllo sessuale sulle donne è stato l’invenzione più riuscita fra quelle messe in atto dall’uomo.

E affinché funzionasse bisognava supportare la superiorità fisica del maschio e l’inferiorità della femmina con una serie di pseudo verità che convincessero da un punto di vista simbolico persino le donne stesse. Prima fra tutte la verginità e tutti gli assiomi ad essa legati.

La verginità era, ed in parte è ancora, la virtù che se perduta annulla il valore della donna. Nella cultura contadina italiana del secolo scorso, una donna non più vergine prima del matrimonio, o presunta tale, perdeva il proprio valore di mercato ed era dunque costretta ad accettare quei compromessi che potevano, se non farle riacquistare l’antico prezzo, almeno farle riavere l’onore perduto.

E l’onore è sempre al centro di un instancabile e continuo pensiero manipolatore, un lavorio costante che contrappone la santa e la puttana, la moglie e l’amante, in un perpetuo giro di boa che stramazza al suolo anche le donne più equilibrate.

In un mondo che cambia e tenta continue manovre eversive ai danni di un genere in definizione, che cosa vuol dire essere donna? Ce lo chiediamo domani. Relatrice sarà Gery Ressa, psicologa e psicoterapeuta. Evento organizzato con la collaborazione dell’Associazione di Promozione Sociale “Wons Factory” e dei fotografi Martino Marzella e Silvio Bonavoglia.

Gabriella Miglietta

viv@voce

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