La Cia Puglia ha manifestato a Roma contro l’Imu agricola
Gli agricoltori pugliesi hanno manifestato dinanzi a Montecitorio
La mobilitazione indetta a livello nazionale da Agrinsieme – il coordinamento delle organizzazioni agricole Cia (Confederazione italiana agricoltori), Confagricoltura, e Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci) – per manifestare contro l’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli, ha toccato oggi i luoghi simbolo dell’attività parlamentare e governativa: la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole.
Con tre partecipati sit-in a Roma, Agrinsieme ha voluto sensibilizzare le forze politiche, le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare per la crescita e l’occupazione del Paese.
Diverse centinaia gli agricoltori pugliesi aderenti alla Cia Puglia che all’alba di oggi hanno raggiunto Roma per partecipare al sit-in dinanzi a Montecitorio e per dare seguito alla mobilitazione indetta a livello regionale lo scorso 9 marzo, quando a Bari oltre 2 mila agricoltori scesero in piazza per manifestare contro l’Imu agricola.
Al termine della mobilitazione di oggi i rappresentanti di Agrinsieme – tra cui il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino – hanno incontrato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della Presidente della Camera Carlo Leoni, il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo. Domani poi Agrinsieme incontrerà i rappresentanti della Commissione Agricoltura del Senato.
“Per quanto riguarda la partita dell’ Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – hanno detto i rappresentanti di Agrinsieme -. Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. Ma soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito”.
Al di là della questione Imu, Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di “priorità”: accelerare l’applicazione della riforma della PAC superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese e garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del “greening”; approvare rapidamente i PSR e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola, inferiore al 2005; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto.
“Chiediamo di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi – dichiara il presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba -, ma anche a quelli legati agli andamenti climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Occorre rilanciare i consumi interni ed esteri e rinsaldare le filiere ‘dalla terra alla tavola’ per recuperare competitività e redditività”.
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CIA PUGLIA
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