Emergenza Xylella: non bisogna perdere altro tempo. A rischio l’intera economia regionale
La Cia Puglia chiede un intervento concreto dell’Unione Europea
Sulla emergenza Xylella fastidiosa non si può perdere altro tempo e bisogna dare seguito alle azioni previste dal piano operativo predisposto dal Commissario Silletti, per evitare che il batterio si propaghi al resto della Puglia e dell’Italia. È quanto sostiene la Confederazione Italiana Agricoltori – Cia della Puglia.
Il nostro riferimento è la scienza. Se la comunità scientifica indica l’eradicazione delle piante infette e l’attuazione delle normali pratiche colturali, allora si proceda senza perdere ulteriore tempo. Gli alberi di ulivo vanno salvaguardati. Eradicazione selettiva, dunque, e che interessi il minor numero possibile di piante, ovvero le piante realmente infette.
Gli agricoltori pugliesi sono in prima linea per arginare la diffusione della Xylella fastidiosa e chiedono interventi concreti e incisivi da parte delle Istituzioni a qualunque livello.
Del problema se ne deve fare carico appieno l’Unione Europea, stanziando adeguate risorse economiche da destinare alla ricerca scientifica per potenziare la lotta al vettore e per limitare l’espandersi del batterio e per selezionare varietà resistenti al batterio. Risorse economiche, inoltre, devono essere destinate alle aziende agricole per lavori straordinari agli oliveti da attuare nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, al fine di abbattere la proliferazione del vettore, oltre che al risarcimento dei danni diretti e indiretti subiti dalle aziende agricole pugliesi, rappresentati questi ultimi dai mancati redditi subiti.
La Cia Puglia chiede, inoltre, misure a sostegno della integrazione del reddito degli olivicoltori, e azioni di divulgazione per far conoscere il ciclo biologico del batterio e del vettore e le relative azioni di contenimento.
Relativamente alla esecuzione dei trattamenti con prodotti fitosanitari per colpire il vettore, la Cia Puglia ritiene che questi devono avvenire prioritariamente con sistemi di lotta integrata e biologica e con un uso controllato della chimica, valutando l’impatto sanitario che si potrebbe avere sul territorio, con una implementazione delle pratiche agronomiche di potatura, pulizia e manutenzione periodica del terreno.
E’ importante, inoltre, che si rivedano in extremis i programmi di sostegno previsti dall’Ocm olio (Organizzazione comune di mercato) già approvati aumentando il sostegno agli olivicoltori colpiti. Tra l’altro, l’attività prevista di manutenzione di interesse collettivo dovrebbe essere affidata direttamente agli agricoltori ai sensi del D. Lgs 228/2001 (Legge di Orientamento). In più le aziende agricole delle province di Lecce, Brindisi e Taranto dovrebbero essere esentate dal pagamento dell’Imu agricola e dal pagamento per gli anni 2015 e 2016 (previo proroga ulteriore) dei contributi previdenziali.
Infine, sulla questione relativa all’embargo imposto dalla Francia su 102 specie vegetali a rischio Xylella – che rappresenta una minaccia reale per l’economia pugliese e, più in generale, per l’immagine dell’agricoltura italiana – la Cia Puglia la ritiene una decisione presa unilateralmente da uno Stato Membro al limite delle regole comunitarie – che rischia di innescare un pericoloso effetto domino che andrebbe ad aggravare una situazione già di per sé difficile. L’export della Puglia verso la Francia di uva, agrumi, alberi da frutto, pomodori, piante aromatiche, frutta tropicale vale circa 40 milioni di euro e rappresenta il 14% del totale nazionale. Se poi si aggiungono anche le colture agricole non permanenti (inclusi i cereali) e le piante vive, il valore supera i 60 milioni di euro. Un patrimonio agricolo strategico che non può essere messo a rischio e che deve essere difeso con forza nelle sedi opportune. È urgente quindi che le istituzioni intraprendano tutte le iniziative nei confronti delle autorità francesi e comunitarie, per evitare di aggravare un’emergenza sanitaria di proporzioni senza precedenti.
Ufficio stampa
CIA PUGLIA
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