Lo Stato italiano fa cassa all’estero vendendo le proprietà immobiliari
A Locarno ceduta la “Casa d’Italia” all’asta per 7 milioni di franchi
Un immobiliarista di Bellinzona si è aggiudicato per poco più di 7 milioni di franchi le proprietà dello Stato italiano messe all’asta a Locarno. A nulla è valso l’invito della città di “congelare” la vendita all’incanto. Le offerte in busta chiusa sono state aperte, come da programma, lunedì mattina.L’imprenditore ha staccato un cospicuo “assegno”, per aggiudicarsi le ex sedi della Casa d’Italia, del viceconsolato e una villa storica, in disuso e situate fra Piazza Fontana Pedrazzini e Via della Posta.
Per Villa Igea era stata richiesta una somma base di 2,997 milioni, mentre per gli altri due immobili 1,723 milioni. Il nuovo proprietario non esclude di intavolare trattative con le autorità cittadine per una possibile vendita dell’area. Unico problema è il prezzo, ben al di sopra di quanto auspicato dalla città.
E’ invece andata deserta, per la seconda volta, l’asta per l’ex Casa d’Italia di Bellinzona. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia come il Municipio di Locarno deve ingoiare un boccone amaro servitogli dallo Stato italiano.
Roma ha messo all’asta il comparto composto dall’ex vice Consolato, dall’ex Casa d’Italia e da Villa Igea: una decisione che di fatto esclude dai giochi la città che aveva messo gli occhi su quelle proprietà affacciate su Piazza Fontana Pedrazzini per insediarvi varie associazioni culturali costrette a lasciare a lasciare lo stabile delle ex scuole che ospiterà il Palacinema.
Uno smacco vero e proprio per Locarno.
Eppure il prezzo di partenza è stato molto più basso di quanto richiesto all’inizio delle trattative con il comune.
Allora si parlava di 20 milioni.