TARANTO. “Oltre le sbarre, il buio di una cella”

TARANTO. “Oltre le sbarre, il buio di una cella”

 La visita dei giovani scout del Clan “Orsa Maggiore” Gruppo AGESCI Sava 1 nella domenica delle Palme 29 Marzo 2015

Ancora una volta i giovani scout del Clan “Orsa Maggiore” Gruppo AGESCI Sava 1, protagonisti e artefici di un progetto sociale legato alla “legalità”, hanno oltrepassato i cancelli dell’Istituto di Pena tarantino.  Le “Strade di Coraggio” dei dodici giovani dell’Orsa Maggiore, anche quest’anno, si sono incrociate con le strade dei detenuti della Casa Circondariale di Taranto; infatti proprio in occasione della Domenica delle Palme, grazie alla disponibilità della Direttrice Dott.ssa  Baldassarri Stefania e del Magistrato che ha concesso le autorizzazioni necessarie, di concerto con il cappellano Don Saverio, i  giovani scout hanno avuto carta bianca nel programmare ed organizzare la liturgia domenicale con preghiere e canti nel tipico spirito scout, divenendo portatori di pace con la consegna delle palme benedette, ai detenuti in custodia al carcere.

I lunghi corridoi e le scale della sezione femminile hanno visto i passi del clan dirigersi alla cappella, nel cuore del carcere.

Le aree restrittive poste a stretta sorveglianza  hanno voluto accogliere i giovani scout che in segno di apertura verso il mondo buio e oscuro della detenzione, hanno scelto di condividere la Domenica delle Palme con le detenute della sezione femminile che hanno partecipato alla liturgia domenicale; una liturgia non breve, considerata la lettura del “passio” diretta da don Saverio con l’aiuto dei due giovani scout Roberta e Domiziano che ha procurato non poca emozione, sia tra le detenuti che tra gli stessi ragazzi.

Dopo la messa i giovani dell’Orsa Maggiore: Beatrice, Davide, Domiziano, Giulia, Guido, Laura, Matteo, Roberta, Francesca e Giulia R. hanno consegnato alle detenute presenti le palme benedette con l’augurio di una Pasqua diversa.

Anche le detenute che non erano presenti alla messa hanno potuto accogliere il ramoscello benedetto, infatti, accompagnate dalla Direttrice Dott.ssa Baldassarri, Giulia insieme ad uno dei capi, hanno consegnato il ramoscello nelle mani delle detenute in cella.

E’ stato questo uno dei momenti più intensi e più commoventi della giornata ,i loro occhi attraverso le sbarre della cella parlavano più delle parole.  Dopo la sezione femminile i giovani si sono spostati, sempre scortati dalle guardie, all’interno dell’area dinamica della sezione maschile; anche qui i giovani del clan hanno distribuito le palme ai detenuti presenti, lasciando poi ai capi sezione il compito di portarle anche ai compagni  nelle celle.

Ogni volta il carcere è un’esperienza che ti lascia il segno anche se vissuta da spettatore; in via eccezionale e organizzati per tempo , abbiamo avuto la possibilità di superare i “limiti” siamo entrati in contatto con un mondo di cui conosciamo solo il lato oscuro  e ci fa paura.

Eppure non è stato difficile pregare insieme a loro mano nella mano, scambiarci la pace e sorriderci e abbracciarci.

Detenuti definitivi o in via di giudizio, hanno commesso reati, alcuni anche gravi , molto gravi e ne stanno pagando il prezzo , ma che pure hanno in cuore la speranza di riscattarsi e tornare ad essere uomini liberi, capaci di ritrovare il proprio spazio in una società che sappia dare loro una nuova occasione di vita.

Siamo tornati a vivere l’esperienza del  carcere per dimostrare che noi siamo la loro speranza  contro l’indifferenza  e l’intolleranza della gente “comune”, noi giovani senza celle mentali ne cancelli e che insieme possiamo oltrepassare quelle sbarre , mano nella mano con la certezze che ogni giorno può essere un nuovo inizio. 

viv@voce

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