SAVA E GROTTAGLIE UNITE PER RICORDARE MARIO LODI
Gli alunni del “G.Falcone” di Sava e della “Giovanni Paolo II” di Grottaglie uniti per ricordare Mario Lodi. I ragazzi devono essere liberi di esprimersi, di costruirsi un’identità “sul campo”. I docenti devono saperli ascoltare e promuoverne la creatività. Una buona scuola è possibile magari sotto l’esempio lasciato dal grande insegnante e pedagogista
Gli alunni della classe 1A SERVIZI SOCIO-SANITARI dell’ IPS “G. Falcone” di Sava (Ta) ossia Antonucci Noemi, Caradonna Silvia, Ciciriello Antonella, De Muro Cristina, Delle Grottaglie Francesca, Destratis Giuseppe, Dinoi Valentina, Guerriero Morgana, Guglielmo Maria Dajana, Iacca Ciro, Leo Dalila, Pinnella Francesca, Raimondo Ludovica, Rossetti Federica, Saracino Marika, Scredo Noemi, Summa Alessia ed Urbano Daiana, con gli alunni della classe 1A e 2A CHIMICO BIOLOGICO ovvero Cannarile Martina, Mezzolla Alexia, Erario Mimma, Desantis Agnese, Santoro Mariantonietta, Fornaro Cristina, Malandrino Martina (aiuto fotografia), in collaborazione con gli alunni Martina Anastasia, Asia Antonazzo, Riccardo Badella, Francesco Blasi, Sofia Borci, Samuele Camassa, Giulia Capogna, Francesca Caramia, Davide Cazzato, Cecilia Chiloiro, Gianfranco Galeone, Federico Greco, Federica Leone, Mitrotti Lorenzo, Giammaria Monopoli, Alessandro Trotta e Mattia Zingaropoli della classe 2D Scuola Primaria “Giovanni Paolo II” di Grottaglie (Ta), hanno aderito con entusiasmo al progetto che pone al centro dell’attenzione la figura del un grande pedagogista Mario Lodi.
Il Docente di disegno, Antonio Caramia, circa il progetto: “Ho immaginato come sarebbe la scuola se avesse le risorse necessarie per la formazione degli studenti, quelle risorse che aiutano a far crescere, formare in modo sano, genuino e competitivo; quelle che fanno sentire in ognuno di noi la pienezza e la soddisfazione di ciò che facciamo; quelle che servono alle generazioni future per “vivere bene”, in pace, con alta consapevolezza e senso civico. La realtà che vive la scuola di questo paese però la conosciamo tutti, possiamo solo dire che ci vogliono misure d’urgenza!
Le ultime “riforme” legislative hanno fatto il resto. In queste, non ha mai prevalso il vero “servizio per lo studente”, ovvero costruire la scuola intorno alla sua formazione ma, al contrario, hanno dominato tagli indiscriminati alle risorse che hanno portato, tra l’altro, alla formazione delle cosiddette “classi pollaio” dove è difficile prestare la dovuta attenzione agli studenti a causa dell’elevato numero degli stessi in una classe.
Faccio riferimento soprattutto alla riforma Gelmini per la quale sembra di essere tornati indietro negli anni: programmi didattici spesso svuotati di contenuti critici (quelli che fanno riflettere e crescere) di cui la scuola italiana è sprovvista, soprattutto nelle discipline d’indirizzo. La scuola di oggi così com’è non va! Si puntano i riflettori sulle prove INVALSI senza tenere conto dei problemi sociali relativi alla territorialità e alle diverse risposte che un aera geografica problematica può dare, producendo risultati estremamente diversi.
Oggi abbiamo a che fare con un’altra invenzione mediatica: la “Buona Scuola”, che si fa se ci sono davvero le “buone intenzioni” (e per farla bisognerebbe ricominciare da zero e non sanando, secondo una infelice e fasulla intuizione dell’attuale Ministro della Cultura, “vecchi strappi”). Se vogliamo rifare la buona scuola bisogna rifare la buona politica! Mi chiedo come si possa accettare l’idea di costruire le riforme tagliando su discipline come la Storia dell’Arte e il Disegno, illuminanti del nostro patrimonio artistico, immenso in Italia, che, al contrario di ciò che si sbandiera, nemmeno in mano a Renzi, hanno subito alcun incremento delle ore didattiche.
Sono convinto, inoltre, che sarebbe estremamente utile nelle riforme, pensare di creare una scuola senza valutazione, senza numeri e senza voti: una “scuola degli apprendimenti”, fatta di laboratori, sfruttando anzitutto gli strumenti e le risorse mentali che possediamo, affiancandoci poi alle tecnologie. Nella disciplina che ho il piacere di insegnare, caratterizzata dall’uso estremo di linguaggi non verbali, la creatività è lo strumento mentale più importante. É una delle più “grandi tecnologie” che da secoli l’uomo custodisce; è un mondo in cui potersi immergere senza vincoli o stereotipi e senza conformismi.
Nel caso del progetto su Lodi, è il fascino misterioso di poter scrivere con la luce che ha avuto estrema importanza, “foto-grafare” è creare, dietro a un obiettivo scopriamo la possibilità di uno sguardo nuovo, immortalato e catturato nel ricordo. Una fotografia può sprigionare poesia, come ad esempio, la letteratura non è fatta solo di parole da sussurrare o gridare, da recitare o custodire, ma è impreziosita da parole-immagine.
Il linguaggio è una metafora di immagini e sono proprio queste a conferire senso all’estetica dello sguardo. Quando le immagini fissano il prodotto della storia, la storia stessa si decompone in frammenti, che hanno “il sapore dell’uomo”. L’avventura di colui che riprende la storia di una classe è quella di chi scava nella civiltà di un paese, proiettandolo nel presente e nel futuro, anche con l’obiettivo di scuotere le coscienze per migliorarle. Lo scatto si consuma in un attimo di tempo, ma l’immagine si conserva nel tempo dilatato della memoria e vissuto nel ricordo. Per questo, abbiamo voluto documentare il percorso fatto; per ricordare che la solidarietà e la pace non sono solo dei valori ma anche delle risorse in cui la percezione dell’oggi diviene l’interpretazione del domani. Il foto-documentare diventa anche il costruire un’identità e, non è forse la costruzione di un’identità uno degli obiettivi principali di Mario Lodi?”
Il Dirigente Scolastico Cosimo Damiano Malvani, aggiunge: “Conosciuto per il suo modo innovativo di insegnare, per il contatto quotidiano con i bambini, per la loro partecipe osservazione, Lodi ha ridisegnato il valore educativo della scuola, cambiandone aspetti e metodologie. Il suo pensiero innovativo è di estrema attualità: oggi continuamente si ribadisce il concetto che per una scuola che vuole veramente cambiare e innovarsi occorre che gli allievi siano interessati con modalità innovative quali ad esempio la ricerca sul campo, la stampa a scuola, la corrispondenza interscolastica, la scrittura individuale di storie e la redazione di veri e propri libri e non tediati da aride nozioni e vuoti contenuti.
I ragazzi devono essere interessati da tematiche più vicine al proprio vissuto, vanno “incontrati” sul piano delle motivazioni; il pensiero di Mario Lodi è estremamente attuale: bisogna lasciare libera la mente dei ragazzi perché possano esprimersi in modo creativo e produttivo. So per certo che giungere ad introdurre nelle classi questo nuovo modo di fare scuola presuppone la caduta di schemi mentali che spesso sono alla base degli interventi didattici di molti docenti, schemi difficili da eliminare e sradicare. Di contro sono convinto che, con buona volontà e con il desiderio di innovarsi e di adeguarsi alle esigenze della società, in continua evoluzione, gli insegnanti devono necessariamente modificare il proprio modus operandi e dare ai propri allievi, nel ruolo di mediatori culturali, un’ opportunità di crescita libera e autonoma”.
Ed infine, Lucia Schifone, Docente di Scienze Umane e Sociali Pedagogista APEI (Associazione Pedagogisti Educatori Italiani): “La partecipazione attiva e l’entusiasmo di ogni ragazzo, nella realizzazione delle attività del progetto “Ricordando Mario Lodi”, sono stati gli elementi fondamentali che hanno permesso di rendere concreta quell’idea di “fare scuola” a cui cerco d’ispirarmi come pedagogista- insegnante e che molto ha in comune con il pensiero pedagogico di Mario Lodi, maestro del dopoguerra, artefice della nuova scuola democratica in quel periodo storico complesso, dove il mondo civile assunse l’impegno di costruire un’Italia che si riappropriava di uno dei beni più preziosi: la libertà. Per il maestro Lodi l’aula rappresentava la società, a scuola si sperimentava la base del vivere civile, perché compito principale dell’insegnante doveva essere formare un cittadino responsabile attraverso la trasmissione del valore della democrazia. L’apprendimento, per Lodi, partiva dall’esperienza che è capace di stimolare domande, far crescere il desiderio della scoperta e la voglia di ricerca. Al centro del suo pensiero c’era la volontà di dare dignità ai suoi alunni, ascoltare le loro voci, promuovere la loro creatività, unire la cultura all’esperienza, la funzione educativa del gioco all’apprendimento”.
E conclude:” Il lavoro svolto dal gruppo di alunni è stato rappresentato graficamente su un cartellone che i ragazzi hanno voluto esporre a scuola. La conoscenza di Mario Lodi è cresciuta gradualmente, attraverso le letture tratte dai suoi libri e la visione di una serie di video che registrano il maestro nella sua attività didattica in classe. Ciò ha permesso loro di comprendere la differenza tra istruire ed educare. In particolare, un video che i ragazzi hanno apprezzato e di cui hanno scritto in alcune delle loro produzioni, è quello di una lezione di matematica: il maestro Lodi trasforma la classe in un’azienda dove i bambini devono gestire il bilancio, registrare entrate e uscite; attraverso giochi di ruolo riescono a calcolare percentuali, ad eseguire operazioni sicuramente con maggiore motivazione, maggiore coinvolgimento, entusiasmo e interesse rispetto a quella che poteva essere una semplice lezione frontale di matematica. Dai video e dalle letture, i ragazzi hanno estratto le frasi di Mario Lodi che hanno ritenuto più significative, le quali sono state scritte su una lavagna che i ragazzi hanno portato in altre istituzioni del Comune di Sava e nei luoghi che frequentano abitualmente in cui sono stati realizzati degli scatti fotografici. Il coinvolgimento degli alunni della classe 2D della Scuola Primaria “Giovanni Paolo II” di Grottaglie (Ta) ci ha permesso di creare un dialogo con i bambini, attraverso lo scambio e la condivisione di alcuni libri di Mario Lodi, grazie ai quali i bambini sono stati stimolati a realizzare dei disegni che abbiamo, poi, esposto, con i lavori artistici dei ragazzi, nella mostra allestita nella nostra scuola”.
“La scuola che incoraggia un ragionamento più aperto a diversi punti di vista, è una scuola che promuove la creatività dei ragazzi, che permette la libera espressione delle loro differenti energie e potenzialità, per avere personalità libere, autonome, critiche, consapevolmente versate sui processi di autorealizzazione da un lato, capaci di assicurare un contributo alle esigenze di sviluppo della collettività, dall’altro”.
Il gruppo “Lodi” è formato da: Pinnella Francesca, Caradonna Silvia, Ciciriello Antonella, Guglielmo Maria Dajana, Leo Dalila, Destratis Giuseppe, Guerriero Morgana, Rossetti Federica, Urbano Daiana, Delle Grottaglie Francesca, la prof.ssa Lucia Schifone, Dinoi Valentina, Saracino Marika, Raimondo Ludovica, Scredo Noemi, Summa Alessia, Antonucci Noemi, De Muro Cristina, Iacca Ciro.
Ognuno di loro ha scritto un proprio pensiero sull’educazione, sulla pace, la buona scuola, il rispetto, l’importanza della lettura e della libertà. Lucia Schifone, Antonio Caramia e gli studenti della prima A ringraziano il prof. Cosimo Damiano Malvani (Dirigente Scolastico – IPS “Giovanni Falcone di Sava), la prof.ssa Mariangela Miccoli (Docente di Metodologie Operative – IPS “Giovanni Falcone di Sava), la prof.ssa Maria Pia Mangia (Docente di Lingue Straniere – IPS “Giovanni Falcone di Sava), Padre Rosario, del Convento dei Francescani di Sava, Avv. Dario Iaia (Sindaco di Sava), Domenico Gigante (Presidente del Consiglio Comunale di Sava), Francesco Fischetti (Assessore del Comune di Fragagnano), Luigina Soloperto (Comandante dei Vigili Urbani di Sava), Lgt. Edoardo Quaranta (Luogotenente della stazione dei Carabinieri di Sava), Ten. Daniele Meschini (Comandante della tenenza Guardia di Finanza di Manduria), Lgt. Umberto Zappalà (Luogotenente Guardia di Finanza di Manduria). I docenti Sergio Timo, Elena Marinò, Pantaleo Papa, Vincenzo Pietro Gioia e Maria Di Ponzio. Per le attività esterne alla scuola: Bernardo Vincenzo, Di Magli Simona, Cosimo Saprei, Rossana Prudenzano, Gianfranco Schiavone. Nella collaborazione con Grottaglie: l’avv. Ciro Alabrese (Sindaco di Grottaglie), la prof. Patrizia Di Lauro (Dirigente Scolastico – I.C. “Don Bosco” di Grottaglie), la maestra Maria Teresa Annicchiarico (Docente titolare nella classe 2D della scuola primaria“ Giovanni Paolo II”) e le mamme Marilena Della Porta, Raffaella Marangella, Raffaella Piscopiello ed Antonella Santonicola.
Un “grazie” sincero ed affettuoso inoltre, a tutti coloro che hanno offerto il loro apporto con la presenza fisica ed emotiva.
“Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio” – Don Lorenzo Milani.
GABRIELLA MIGLIETTA