L’uomo ed il sacro: presto la mostra “DEVOZIONE DOMESTICA. Santi in terracotta tra Ottocento e Novecento nella Collezione Vestita”

L’uomo ed il sacro: presto la mostra “DEVOZIONE DOMESTICA. Santi in terracotta tra Ottocento e Novecento nella Collezione Vestita”

Le opere di terracotta, realizzate tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, abbracciano una fetta significativa della moltitudine di Santi venerati in Puglia, tra patroni, compatroni e protettori. Uno straordinario percorso espositivo che racconta l’intimo rapporto tra l’uomo ed il sacro

Dal 28 aprile al 28 giugno 2015 la Chiesa di Sant’Oronzo a Turi ospiterà la mostra “Devozione domestica. Santi in terracotta tra Ottocento e Novecento nella Collezione Vestita”, promossa nell’ambito del progetto di valorizzazione territoriale “SAC – Opere fuori contesto” che prevede la realizzazione di mostre temporanee presso i comuni di Gioia del Colle, Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Turi e Sammichele di Bari.  Questo straordinario percorso espositivo si compone di 95 statuette votive che abbracciano una fetta significativa della moltitudine di Santi venerati in Puglia, tra patroni, compatroni e protettori. 

Le statuette dei Santi in terracotta, infatti, facevano parte di un dialogo costante nella vita di ogni giorno tra l’uomo e il sacro ed erano spesso collocate nelle nicchie in tufo ricavate nelle mura domestiche, adornate da fiori e candele.

Esse venivano realizzate a mano e dipinte a freddo dai ceramisti grottagliesi nelle loro case private per essere, poi, vendute in occasione delle feste patronali nei paesi di tutta la Puglia, Regione devota anche a Santi di diverse etnie: l’irlandese Cataldo, gli armeni Biagio e Gregorio, i “turchi” Cosma e Damiano, gli egiziani Ciro e Bersanofio, i francesi Rocco e Leonardo, gli spagnoli Vincenzo Ferrer e Domenico Guzman, i tedeschi Corrado ed Emidio, il londinese Tommaso Becket e il libanese Teodoro D’Amasea.  

A loro gli uomini e le donne facevano affidamento, per proteggersi dalle malattie fisiche e spirituali, dalle calamità naturali e per propiziarsi i futuri raccolti. 

Gabriella Miglietta

viv@voce

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