SAVA. Centro disabili gravi: come vedere morire una imponente struttura comunale costata 500 mila euro e far finta di nulla …

SAVA. Centro disabili gravi: come vedere morire una imponente struttura comunale costata 500 mila euro e far finta di nulla …

Una gravissima responsabilità amministrativa che, oltre agli assessori Agusto e il dottor Calasso, vede sul banco dei colpevoli tutta l’amministrazione IAIA

Un ritardo incredibile caratterizza questa mancata consegna di questo plesso nato all’insegna di chi ha particolarmente bisogno: i diversamente abili con gravi patologie. Sono quattro anni che la Ditta appaltatrice ha consegnato le chiavi al Comune di Sava. E sono quattro anni che questo edificio pubblico aspetta la sua messa in moto. Già la ditta esecutrice fu vittima, cinque anni fa, di un furto segnato dall’asporto di vasche idromassaggio e tanto altro materiale pertinente alle diverse terapie.

Da qui il guardiano a tutela dei lavori fatti fino alla consegna. Consegna avvenuta al nostro Comune e, sulla carta, mancava solo la classica agibilità. Quest’ultima avrebbe permesso l’utilizzo ufficiale agli operatori del settore e all’utenza. Il costo complessivo di questa opera è stato di circa 500 mila euro. Nella passata campagna elettorale, quella del 2012, il candidato sindaco pro tempore Dario IAIA dal palco, e nel suo programma elettorale, portava verso questo plesso una vera e propria priorità. Fra le tante, tra l’altro!  

Insediati Agusto e il dottor Pasquale Calasso, il primo assessore ai servizi sociali e il secondo assessore ai Lavori pubblici, le cose non sono affatto cambiate. A distanza di tre anni di gestione IAIA del Parco comunale tutto è fermo. Tutto è come prima. La struttura è incustodita ed è alla mercè di potenziali malintenzionati. Ed ecco che, nel 2014, esattamente un anno fa, un furto ha portato via tutti gli elementi radianti, quadri elettrici e cavi di rame particolari. Il danno, per il nostro Ente, è stato di circa 70 mila euro. E tutt’oggi questa imponente struttura, oltre ad essere ancora incustodita, è sprovvista di video sorveglianza nonostante il nostro Comune paghi circa 30 mila all’anno ad una compagnia privata di vigilanza sulle dislocate proprietà pubbliche.

Ai giorni nostri solo le erbacce che contornano le pareti perimetrali del fabbricato la fanno da padrone. Ma da qualche settimana, sarà forse il risveglio primaverile o il clima elettorale del rinnovo del Consiglio regionale, l’opposizione compatta vuole vederci chiaro in tutto questo. Infatti, è stata convocata la Commissione comunale e chiesta la verifica dei documenti e dello stato dei luoghi. Da questo passo, l’opposizione, ha chiesto al dirigente comunale del nostro Comune una relazione dettagliata e la settimana entrante ci sarà, sempre da parte della Commissione comunale, un sopraluogo il quale visionerà lo stato dei luoghi.  

Ed ecco come stanno le cose, ai giorni nostri. Un ritardo incredibile, quattro anni dalla consegna dei lavori, non può far degradare e rendere irriconoscibile questa imponente struttura nata per motivi nobili e avviata al degrado grazie all’incapacità di un’amministrazione di qualunquisti che vive alla giornata.

Giovanni Caforio

viv@voce

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