Fabio e Mingo, a Bari inchiesta per truffa sul finto servizio. E Striscia collabora con i pm
Un servizio su un legale che esercita abusivamente la professione mette in allerta l’Ordine degli avvocati. Che si rivolge alla Procura
Dopo la messa in onda di un servizio su un finto avvocato, la Procura di Bari si è mossa per trovare il truffatore. Le indagini, però, hanno portato la polizia giudiziaria a scoprire che quell’avvocato era in realtà un attore: il tg di Antonio Ricci ha dichiarato di non essere a conoscenza della ‘messa in scena’. I colpevoli sarebbero dunque i due ex inviati.
Un servizio su un legale che esercita abusivamente la professione mette in allerta l’Ordine degli avvocati. Che si rivolge alla Procura. Partono le indagini sulla presunta truffa ed ecco venire a galla una verità completamente diversa: il falso avvocato è un attore, lo scoop una finzione. E i due protagonisti vengono denunciati. Con quale accusa? Truffa, neanche a dirlo. Quello che sulle prime potrebbe sembrare il soggetto di un film di Totò ha in realtà ben poco di ironico: è l’epilogo dell’ormai famigerata ‘questione Fabio e Mingo‘, sospesi da Striscia la Notizia con la motivazione di aver “realizzato dei servizi falsi”.
La dinamica dei fatti era, finora, sconosciuta. Su Repubblica Bari il chiarimento del mistero: dopo la messa in onda di un filmato su un finto avvocato, i magistrati di Bari si sono messi in azione per trovare il truffatore. Le indagini, però, hanno portato gli inquirenti a scoprire che quel legale altro non era che un attore.
A quel punto, è arrivata a Striscia una richiesta di acquisizione di informazioni firmata dal sostituto procuratore Isabella Ginefra: il tg di Antonio Ricci ha negato però di essere a conoscenza della messa in scena, ha messo in campo i propri legali e ha dato il via a un’indagine interna. Risultato: il finto avvocato era un attore, come attori sarebbero anche altri truffatori di altri servizi, come ad esempio la fantomatica cartomante sudamericana. I ‘colpevoli’? Sarebbero solo Fabio e Mingo, autori del servizio, che proprio per questo sono stati sospesi. Non solo.
Sul tavolo di chi indaga sono arrivate due denunce: una di Mediaset e l’altra di Antonio Ricci in persona, che ha chiesto ai magistrati di indagare per truffa, visto che Fabio e Mingo non solo hanno un contratto fisso, ma possono anche contare su extra legati proprio ai singoli servizi.
L’ideatore del tg satirico più famoso d’Italia, inoltre, non si è fermato qui. Successivamente, infatti, ha inviato a Bari il video integrale del servizio incriminato, ovvero quello in cui il volto del presunto legale truffatore non era stato oscurato. Un modo per permettere al pm Isabella Ginefra di identificare l’attore (e quindi interrogarlo) e di dimostrare la totale “collaborazione attiva” di Striscia con l’attività degli inquirenti.
E Fabio e Mingo? Silenzio più totale tranne un’unica dichiarazione a stampa unificata e nella quale i due ex inviati si sono detti “meravigliati” dell’accaduto perché, dicono, “ci siamo sempre prodigati per rendere al meglio la nostra prestazione di attori nell’ambito dei servizi, prodotti esclusivamente nel rispetto delle precise indicazioni ricevute assecondando, sempre, gli autori del programma nella scelta e nelle modalità di esecuzione dei servizi stessi”.
Intanto, Striscia ha annunciato di essere alla ricerca di inviati: stando ad alcune indiscrezioni, uno dovrebbe essere Almo Bibolotti, ex concorrente Masterchef che, raggiunto da FQ Magazine, ha dichiarato: “Ci sono contatti, dopo il “mastergate” di quest’anno e le mie dichiarazioni dell’anno scorso forse il primo scoop di Striscia sarà proprio tirare nuovamente in ballo quello che è accaduto nella mia edizione”. Il tg satirico però smentisce, invitando Bibolotti a “mandare un servizio, anche breve, che sarà esaminato con la simpatia e la cura dedicate a tutti i candidati”.
FONTE
ilfattoquotidiano.it