G. MARIGGIO’, VERDI: “ILVA, ANCHE CON L’AIA SONO A RISCHIO MORTE 12.500 PERSONE. 1,2 MILIARDI ANDAVANO DESTINATI ALLA CONVERSIONE ECONOMICA, ALLE BONIFICHE DEI TERRENI E AI RISARCIMENTI DELLE VITTIME DELL’INQUINAMENTO”
Nota stampa del candidato dei Verdi alla Presidenza della Regione Puglia
“Con i soldi dei cittadini -1,2 miliardi euro sequestrati ai Riva per evasione fiscale, soldi che appartengono allo stato- verranno finanziati i lavori parzialissimi di ristrutturazione dell’acciaieria Ilva. La novella è buona solo per i proclami degli “ambientalizzatori” di terra jonica, come il duo Emiliano-Pelillo. In ILVA si rifanno le finestre mentre dal tetto piove a dirotto sul tappeto contaminato.
I consulenti della Procura hanno quantificato in 8,1 miliardi di euro i mancati investimenti da parte dei Riva in merito all’adeguamento tecnico degli impianti. Si useranno i soldi sequestrati ai Riva per mettere le toppe ad una fabbrica vecchia che andrebbe rasa al suolo e certamente non più realizzata a Taranto, come hanno fatto a Duisburg in Germania.
Le bonifiche, quelle vere, non si vogliono fare. Lo Stato ha deciso che i terreni e le falde rimarranno contaminati dalla diossina e dai metalli pesanti, come anche i fondali del mare. Si è deciso che, a prescrizioni AIA ultimate, il rischio accettabile per lo sviluppo economico del paese sarà di 12.500 morti a Taranto.
La valutazione del danno sanitario di Arpa Puglia dice che se tutte le prescrizioni AIA su Ilva saranno attuate, a Taranto ci saranno 12.500 persone a rischio morte per l’inquinamento. Se non saranno attuate il rischio coinvolgerà 25.000 persone. Quei soldi andrebbero destinati alle bonifiche dei suoli e delle falde, alla conversione economica dell’area modello Bilbao.
Invece si vuole condannare la popolazione di Taranto ad un futuro di veleni. Altro aspetto immorale è che nessuno risarcirà la città di Taranto dei danni subiti, come non verranno risarcite le vittime. Con la decisione dell’amministrazione straordinaria e con il decreto Renzi i risarcimenti delle vittime dell’inquinamento non potranno essere chiesti nel processo a Taranto ma nella procedura fallimentare in corso presso il tribunale di Milano.
Le famiglie delle vittime si metteranno in coda con i creditori Ilva: la vita è messa sullo stesso livello dei crediti dei fornitori Ilva. Una Vergogna”.
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