SAVA. Le due Commissioni comunali visitano il “Centro dopo di noi”

SAVA. Le due Commissioni comunali visitano il “Centro dopo di noi”

Tecnici e Consiglieri comunali si danno appuntamento davanti al portone d’accesso

Giovedì 14 maggio. Ore 17.00. E’ da diverse settimane che nella vita della Sava politica la querelle del “Centro dopo di noi”, struttura socio sanitaria creata appositamente per i disabili con patologie gravi, è sul tavolo della discussione. Struttura pubblica che è costata al contribuente circa 500 mila euro. Plesso comunale finito di costruire, e consegnato dalla ditta appaltatrice nel 2012. Quindi il classico chiavi in mano che, guarda caso, corrisponde esattamente al periodo dell’insediamento nel nostro Palazzo comunale del sindaco pro tempore che fa di nome Dario IAIA.

Alla luce si aveva già un lavoro importantissimo finito e da dare quanto prima in gestione a qualche soggetto privato. Nella classica politica degli annunci l’amministrazione IAIA ha voluto rimarcare che sarebbe stata una delle tante priorità del suo programma amministrativo.

Ma andiamo al pomeriggio di ieri. Qualche ora prima, su facebook, il presidente della Commissione dei Lavori pubblici, il forzista Arturo De cataldo invitava alla riflessione sull’abbandono di questa struttura che molti paesi invidiano a Sava.

Moltissimi commenti, diverse scese in campo telematico ed ecco apparire l’ex sindaco Aldo Maggi che digitando dice che ci sarà anche lui all’appuntamento delle 17. Si prevede un bel incontro. Tra chi amministra e chi ha amministrato il nostro paese. L’orario, del sopraluogo, viene grosso modo rispettato.

Ci sono tutti ma manca Aldo Maggi. Ci sono i due presidenti delle due Commissioni Lavori pubblici e Servizi sociali, che fanno di nome Arturo De cataldo e  Ivano Decataldo. Ed ecco lo stuolo degli membri istituzionali. I Consiglieri Cataldo Zurlo, Gianluca Sileno, Daniele Scardino, Giuseppe Massarelli, Mario Mancino, Gaetano Leo, l’ex assessore ai Servizi sociali Corrado Agusto e il dottor Pasquale Calasso, assessore in auge ai Lavori pubblici. Quest’ ultimo, amorevolmente, vieta al nostro giornale l’accesso alla struttura pubblica.

Segue un battibecco tra chi scrive e il nostro assessore ma sono i due presidenti delle Commissioni che si fanno garanti del nostro accesso alla struttura. “E’ un incontro pubblico, per tanto la stampa può partecipare a questo sopraluogo”, rimarcano i due Decataldo.

Di Aldo Maggi non si vede traccia. I due tecnici comunali, Giovanni Camassa e il dirigente al Patrimonio, architetto Alessandro Fischietti fanno d’apripista alla visita dell’imponente struttura. Risalta agli occhi, immediatamente, il taglio fresco fatto alle erbacce che contornavano tutto il corpo di fabbrica.

Circa 10 mila metri di terreno infestato, fino all’altro giorno, di erbacce che contornavano tutta l’area prospiciente la struttura pubblica a rischio incendio da parte di qualche imbecille che con il fuoco si diverte.

Entriamo nell’area e già questo primo accesso lascia presagire ciò che vedremo in seguito: pluviali asportati, marciapiedi sprovvisti di scivoli per diversamente abili, nonostante la struttura doveva essere proprio attinente a chi soffre di queste patologie di disabilità.

Entriamo dentro: pareti impregnate di muffe, umidità ascendente alle pareti, verderame già all’opera. Sono le prime visioni che appaiono ai nostri occhi. Ma questo è solo l’inizio. Tranciati tutti gli elementi radianti, portati via anche i termoventilconvettori collocati nell’ immensa sala di terapia di gruppo.

Fili di rame strappati dalle cassette elettriche. Quadri elettrici divelti e scassati. E’ questo lo scempio che agli occhi di tutti appare. Il furto ha fatto la sua parte nel degradare maggiormente il plesso comunale ma, importantissimo questo, anche l’incuria di questa amministrazione nel non saper valutare la tempistica da dare per consegnare l’immobile alla gestione di qualche soggetto privato.

L’amministrazione IAIA non è esente da responsabilità politico-amministrative. Per nulla. Ha trovato la struttura già bella e pronta e, se la stessa, fosse partita all’inizio del suo insediamento oggi non staremmo qui a piangere il classico morto. Morto che, per resuscitarlo, ci vorranno come minimo altri 100 mila euro. Già. Soldi del contribuente savese.

Ma qualcuno deve pagare per il non aver avuto rispetto del denaro pubblico. E se ci fosse stato un sindaco più accorto a tutto questo scempio come minimo avrebbe dovuto far saltare la testa, politica s’intende, di qualche assessore. Ma IAIA è un buonista …

Allu momentu li sordi lonnà pajià sempri quiddi. Li strunzi!

Giovanni Caforio

viv@voce

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