IL CASO DI LIZZANO: “LA CHIUSURA DELLA SEDE DEL GIUDICE DI PACE”
Il primo cittadino di Lizzano, Dario Macripò, a seguito di due missive dello scorso anno, esplica le motivazioni che hanno contribuito alla chiusura della struttura adibita all’attività dell’amministrazione legale
La sede del Giudice di Pace, un edificio adibito, principalmente, allo svolgimento dell’amministrazione della legalità e della giustizia, uno tra più importanti della provincia tarantina, sito a Lizzano e attivo sino al 27 aprile c.a., data in cui è stata proclamata la definitiva chiusura dell’immobile suddetto.
Una decisione maturata in maniera irrevocabile, la quale potrebbe, addirittura, donare dei benefici al piccolo comune della provincia jonica, Lizzano.
Logicamente, non argomentiamo su ciò che concerne la comodità di avere una struttura di tale importanza, in un modesto centro abitato al quale è facile giungere, bensì del lato economico, alquanto dispendioso, poiché sarebbe davvero impossibile, oltre che difficoltoso, sopperire i costi da supportare durante l’intero anno di piena attività della sede.
Una struttura che era in grado di servire ben cinque comuni, precisamente: Lizzano (ovviamente), Torricella, Pulsano, Leporano e Faggiano; comuni con una densità di popolazione, pressapoco, simile a quella lizzanese e governati da un’amministrazione comunale che, nel corso degli anni, ha, così, deliberato di non poter far fronte a tutte le direttive e le formalità da rispettare, al fine di garantire la presenza dell’attività legale in un paese limitrofo e in una locazione facile da raggiungere.
Inoltre, sono stati molteplici gli interventi che il Sindaco di Lizzano, Dario Macripò, ha cercato di effettuare a difesa dell’edificio summenzionato, inviando, come testimoniano le documentazioni riportate, ben due missive, ove esplicava le motivazioni e gli elementi costituenti che avrebbero potuto garantire la continua presenza del Giudice di Pace nel loco ove, i comuni dianzi menzionati, facevano affidamento.
Gestione delle spese e carenza di personale, sono, senza ombra di dubbio, gli elementi più importanti ed essenziali affinché ciò si potesse verificare.
Dopo aver tentato di sollecitare gli altri comuni, il primo cittadino di Lizzano, si è visto costretto a inviare una seconda missiva, destinata al Presidente del Tribunale di Taranto, ove rammentava l’impegno e la disponibilità del paese ove è ubicato l’ufficio del Giudice di Pace, oltre che il mancato interessamento da parte dei suddetti a garantire quanto richiesto nella prima missiva.
Con tali affermazioni sono state esplicate, in maniera riassuntiva, le ragioni per le quali la comunità lizzanese non può accollarsi e supportare spese (eccessive), al fine di garantire un servizio del quale usufruiscono altri restanti quattro comuni. Praticamente inaccettabile!
Eleonora Boccuni