ELEZIONI REGIONALI 2015. Peppo Turco: “Il programma regionale e le priorità del territorio”
Intervista a Peppo Turco, candidato al Consiglio Regionale con Emiliano
Qual è l’effetto che le fa la designazione: “Peppo Turco, candidato al Consiglio regionale con Emiliano”?
“È un atto riconoscimento per quello che siamo stati capaci di fare nel tempo come gruppo ed è una sensazione meravigliosa. Qualcuno pensava che, Peppo Turco, fosse ormai scomparsa dalla scena politica, così non è. Emiliano è venuto a Torricella due volte, alla presenza di tantissima gente, di tantissimi amici non solo torricellesi, ma maruggesi, di Fragagnano, di Lizzano, di Manduria ed è stato, semplicemente, meraviglioso, anche se ripeterlo sarebbe poco. Un attestato di stima al nostro candidato (speriamo futuro Presidente), rivolto alla classe politica di questo movimento, di questo gruppo che con il tempo è cresciuto notevolmente.
Per me è stata una rinascita. Io dico sempre che Emiliano ha ripreso un “centravanti” che, nel tempo ha modificato la sua denominazione, l’ha ricostruito moralmente e fisicamente e lo ha rilanciato, consapevole del fatto di poter ricevere solo dei benefici dal punto di vista non solo elettorale, perché il gruppo che mi accompagna è composto da persone oneste con un alto livello intellettuale, il quale mi ha supportato nel tempo. Ringrazio, quindi, tutti loro, perché, grazie al loro intervento, io mi ritrovo ad essere un candidato in questa competizione.
Essere candidato in questa competizione è, già, un premio, perché era difficilissimo, perché sapete benissimo quanto sia complicato visti i pretendenti alla candidatura elettorale per il nuovo Consiglio”.
Lei è già stato amministratore, o meglio: ha fatto il Sindaco e ha fatto il Consigliere provinciale, però, oggi, la sfida è ardua, perché si parla di Consiglio regionale. Lei è ottimista sull’esito?
“Sull’esito sono ottimista. Sono convinto che, il gruppo che mi supporta e che mi aiuta in questa campagna elettorale, sia collaudato, fortissimo e che chiede consensi da ciò che siamo riusciti a dare al territorio, quindi fatti e non parole. Quando la gente porta il mio cognome nelle case per chiedere il consenso, non lo fa in maniera virtuale, sa di chiedere un consenso a un cittadino, a una persona onesta e incorruttibile che ha dato tanto sotto tutti i punti di vista.
Questo territorio, per quanto mi riguarda, ha avuto tantissimo durante la mia attività politica. Non vorrei dimenticare che nel 2006 sono diventato Sindaco e, nel giugno 2006 fino al 2011, in un momento di crisi totale, oltre a pagare delle pendenze economiche che tutti i comuni hanno, il sottoscritto non ha mai percepito un solo Euro indennità di Sindaco, unico in Italia; però ha portato, insieme al gruppo, il quale rappresentava circa 5800000/6000000 di finanziamenti in un periodo di crisi economica.
Quindi, questo basta per far capire quanto io ami il mio territorio. Certo, da Sindaco ho lavorato per il territorio torricellese; come Consigliere Provinciale per tre legislature, sono stato tra i Consiglieri più anziani (solo uno supera in vecchiaia il sottoscritto). Amministrando come Consigliere Provinciale, naturalmente, la mia veduta politica si è allargata. Vorrei solo ricordare che tutti parlano di Ilva, ma, personalmente, dal primo giorno che io fui eletto in rappresentanza di questo collegio, in Provincia fu una battaglia continua e spasmodica contro l’impatto ambientale della grande azienda e chiesi il registro dei tumori e tanto altro.
Fui cacciato dal Comitato come se fossi il pazzo della situazione, perché così piaceva a tutti. Adesso, tutti parlano di Ilva, ma il sottoscritto ha parlato, anche, di centraline fantasma nel Mar Piccolo e ha parlato di tutto quello che, adesso, è sotto le lenti della Magistratura. Quindi, chi meglio di me può parlare di ambiente e di territorio? Io sono stato il primo a smuovere le acque, la fanghiglia che c’era in quella città che io ho amato, perché dicevo di essere ospite da quindici anni. La Provincia è piena di mie interrogazioni, interpellanze ciò che concerne l’impatto ambientale.
Nessuno mi ha creduto, perché era più facile dire che io fossi un pazzo farneticante e non andare a scoprire quello che, poi, si è scoperto dopo quindici anni”.
Il territorio: un tema che è molto importante per tutti i candidati di entrambi gli schieramenti. Ipotizziamo la sua elezione: questa sarà una priorità o sarà la priorità?
“La priorità in assoluto. Vorrei ricordare che, quando un candidato diviene, poi, Consigliere, rappresenta l’intera Regione e porta con sé quello che è il programma amministrativo della coalizione. Quindi, qualcuno non raccontasse chiacchiere. Innnanzitutto, se in una coalizione porti con te quel programma, cerchi di realizzare quel programma che gli elettori, poi, una volta presentato, voteranno insieme al Presidente e ai candidati.
Quindi, la priorità del programma del Centro-Sinistra e del suo Presidente, Michele Emiliano, porterà; poi, il programma potrà essere emendabile e migliorabile in base alle esigenze del territorio. Ma quali sono tali priorità? Io ho sempre parlato di agriturismo che è fonte di ricchezza. Ho parlato di tanti segmenti dell’economia che noi abbiamo a disposizione e che non sono mai decollati. Vorrei ricordare che, per me, l’agricoltura è sacra, perché ha mantenuto l’economia non solo della nostra comunità, ma dell’intera penisola italiana. Il PIL, nei momenti di maggiore crisi, e l’occupazione giovanile aumenta grazie all’occupazione nel settore dell’agricoltura.
Ma vorrei ricordare che la priorità, in assoluto, nell’emendare, eventualmente, un programma presentato dal Centro-Sinistra, sarebbe la sanità, perché vorrei tanto che la si migliorasse e che si migliorasse il rapporto sanitario e dei pazienti. Con questo voglio dire che, anche, gli operatori sanitari devono mettersi in testa che devono garantire ai propri pazienti una maggiore dignità umana. L’altra cosa importante è lo scarico mare. Tutti quelli che ne parlano, raccontano un sacco di fesserie, perché hanno avuto il tempo di interagire con il sistema politico; ci sono state delle carenze, questo è vero. Vorrei raccontare che quel progetto, se io venissi eletto, potrei migliorarlo, potrei chiedere al mio Presidente, Michele Emiliano, di pagare, anzi, una penalità, pur di evitare quella bruttura.
Non si possono raccontare delle fesserie alla gente, perché, ad esempio, io arrivo in Regione e ti elimino, così facilmente, lo scarico a mare, non è possibile, perché c’è un progetto. Io, invece, ti dico che se dovessi essere eletto Consigliere Regionale, mi impegnerei per migliorare quel progetto a salvaguardia del nostro ambiente, perché l’ambiente, così come ho dimostrato in Provincia, per me, rappresenta la nostra vita ed è quello che dovremo lasciare ai nostri figli, come garanzia di sopravvivenza per i nostri figli. Oltre alle piccole e medie imprese dove c’è la volontà, da parte dei giovani, di essere impegnati, di garantirgli un posto di lavoro.
Emiliano ha parlato tanto di meritocrazia, di investimenti di ricerca. Il settore della sanità va migliorato, ci sono delle pecche, perché è caduta a causa di motivi legati alla struttura della sanità, ma, anche, ai finanziamenti. Non è facile migliorarlo, soprattutto in questo periodo. Ci sono, comunque, dei vincoli che lo Stato impone. Sono sicuro del decisionismo di Emiliano, perché prenderà delle decisioni grazie all’ascolto dei rappresentanti di un determinato territorio e, collegialmente, farà delle scelte utili per il territorio. Dunque, è una battaglia importante per il nostro territorio, una battaglia che va oltre le aspettative.
Dobbiamo pensare che l’agricoltura è stata sempre bistrattata. La cosa peggiore per il sistema agricolo pugliese odierno, è la vendita dei diritti di reimpianto. Noi perdiamo ettari ed ettari di diritti di reimpianto per pochi Euro, perché i nostri contadini non sopportano più la condizione economica di disagio e, così, vengono venduti per migliaia e migliaia di Euro. Bisogna mettere degli argini, perché quegli ettari possano rimanere a disposizione del mondo agricolo pugliese ed è una lotta che io farei con tutte le mie forze”.
La differenza tra Vendola ed Emiliano, in cosa la vede?
“Vendola, nell’ultimo periodo, è stato assente, mentre, Emiliano è stato sempre presente, anzi, forse troppo presente, ma è così che vogliono i cittadini pugliesi. Vendola ha preso delle decisioni, in alcune occasioni, bypassando il volere e le esigenze del territorio, mentre, per Emiliano questo, come ha dimostrato, è prioritario sia il territorio che i suoi rappresentanti.
Questa è stata una vacatio, da parte di Vendola, quasi un lasciarsi andare (non so per quale motivo); mentre per Emiliano, lo abbiamo visto come Sindaco, sempre presente, anche quando non svolgeva funzioni e lo abbiamo visto sempre presente in questa tornata elettorale e, il suo decisionismo, penso che descriva delle decisioni da prendere per il territorio, senza perdere tempo. La differenza è proprio questa: Emiliano è un decisionista, mentre Vendola ha un aspetto molto più metodico”.
Perchè l’elettore dovrebbe votare Peppo Turco, candidato Consigliere alla Regione nella lista del Presidente Emiliano?
“Io, invece, dico perché non dovrebbe votare Peppo Turco..In questo periodo, visto l’astensionismo, vista la negazione che hanno i cittadini nei confronti della politica e dei candidati, quando votano un candidato si chiedono quali siano le sue caratteristiche.
Bene, io sono un ribelle, sono un cocciuto, sono difensore del mio territorio e riesco, anche, far male e mordere. Non l’ho fatto per i miei interessi, ma sempre per gli interessi del territorio. Ecco perché dovrebbero votarmi: perché io, dal punto di vista politico, ho dimostrato di saper condurre delle battaglie (anche in maniera forte e violenta per il territorio). Non mi sono arricchito, non ho mai preso un solo Euro di indennità da Sindaco, perché io sono trasparente come il vetro e come il cristallo.
Penso di saper leggere e scrivere, di saper interpretare i documenti messi a disposizione e penso che i cittadini, da tanti anni, mi conoscano e sanno che affideranno il loro voto a una persona che non li ha mai traditi, perché è rimasta sempre fedele. Se i cittadini, questa volta, dovessero sbagliare a votare, sbaglieranno e non ci sarà più possibilità di recupero. Quindi, ci pensassero diecimila volte quando si recheranno presso i seggi per dare il loro voto e, il giorno dopo, non piangessero quando constateranno il fatto di non avere un rappresentante a cui chiedere come vanno le cose”.