ELEZIONI REGIONALI 2015. Michele Mazzarano: “Il Futuro è il Nostro Tempo”

ELEZIONI REGIONALI 2015. Michele Mazzarano: “Il Futuro è il Nostro Tempo”

Intervista a Michele Mazzarano, candidato al Consiglio Regionale della lista del Partito Democratico

Provincia jonica: abbiamo due parti della nostra provincia che si presentano in modo differenti. Lei, visto che conosce molto bene il nostro territorio che ha rappresentato, anche, molto bene in Regione, in cosa nota le differenze?

“Innanzitutto, dobbiamo dire che la provincia di Taranto è una provincia che continua ad essere Taranto-centrica, perché la città capoluogo ha un’estensione, un numero di abitanti, un sistema produttivo che finisce per egemonizzare, ancora, l’intero territorio. Le due parti della provincia possono essere le parti che in un nuovo modello di sviluppo, non più fondato esclusivamente sulla monocultura dell’acciaio che piega le altre possibilità di sviluppo che deprime lo spirito d’intrapresa, che deprime l’agricoltura e il turismo; queste due parti possono essere, inevitabilmente, quelle parti che sviluppano determinate vocazioni. Se io penso al mare nella parte orientale nella provincia di Taranto, penso al Parco delle Gravine nella parte occidentale, penso a due grandi occasioni che possono attrarre ricchezza. Oggi, la globalizzazione, la mobilità, le inclinazioni turistiche dei territori dipendono dalla capacità di fare della propria identità un fattore di ricchezza”.

Lei ha parlato delle nuove entrate nel Consiglio Regionale, ha sollevato qualche dubbio. Questo dubbio poteva essere: o un rinnovamento o una destabilizzazione?

“No. Io dico che il nuovo Consiglio Regionale, per come è l’offerta elettorale di questa campagna, rischia di essere molto frammentato. C’è e ci sarà una frammentazione del Centro-Destra che ha deciso di giocare una contesa interna, passa, difattoi, dalla Puglia lo scontro interno di Forza Italia tra Berlusconi e Fitto che è un pezzo della ridefinizione della Destra italiana dopo la sua crisi. Noi siamo in un momento di grave crisi di credibilità di rappresentanza della Destra italiana. Ci sarà, sicuramente, un Movimento 5 Stelle che ha le sue idee, le sue battaglie, ma non c’è il minimo dubbio che diventa un punto di destabilizzazione. Io dico che per governare c’è bisogno di un grande Partito Democratico; Emiliano ha bisogno di avere un grande Partito Democratico, una grande forza politica che non è un congiunturale, che non finisce il giorno dopo le elezioni,  ma che è una grande comunità, fatta di uomini e di donne, la quale stabilisce un’idea e/o una visione della Puglia e ha, anche, un fattore di stabilizzazione del quadro politico”.

Emiliano, Sindaco amato dai baresi, ora da ex Sindaco si propone Governatore della Puglia. Lei crede che possa farcela?

“Emiliano è una risorsa straordinaria per questa terra, per questa nostra Regione, perché Emiliano è un candidato che ha la possibilità di intercettare una parte di consenso che, difficilmente, il Centro-Sinistra tradizionale intercetterebbe: le aree del disagio, le aree di maggiore critica nei confronti della politica. Emiliano ha questo valore aggiunto e viene percepito positivamente, anche, da una larga parte di elettori, tradizionalmente, di Destra. Governare sarà un compito ben più arduo, ben più difficile; bisognerà affrontare i grandi dossier che sono all’ordine del giorno della Puglia e ci sarà bisogno, evidentemente per fare questo, di cultura di governo e di collaborazione istituzionale”.

Siderurgia e ambiente: conviveranno meglio negli anni a venire?

“Questo è l’unico auspicio che possiamo avere se immaginassimo una società in cui vigessero le regole della civiltà e non della barbaria, perché: o noi riusciamo a tenere assieme il valore del lavoro con il valore della vita, oppure non ci sarà nessuna nuova civiltà sulla quale fondare il futuro per i nostri figli. Lo sforzo che noi stiamo facendo, da quando il diritto al lavoro e il diritto alla salute sono entrati in conflitto, è quello di fare appello e, comunque, di lavorare in tutte le sedi istituzionali (dal Parlamento in giù), perché Taranto venga risarcita, perché Taranto possa mantenere i posti di lavoro, perché perderli sarebbe un’ecatombe e, al tempo stesso, rispettare la sicurezza degli operai, tutelare l’ambiente, tutelare la salute dei cittadini. Fuori da questo schema, ho qualche difficoltà ad immaginare che si possa vivere serenamente. Fuori da questo schema, ci potrebbero essere danni incalcolabili, in qualsiasi caso, per la nostra società e per il nostro territorio”.

Il suo slogan elettorale è:“Il Futuro è il Nostro Tempo”; ma il tempo per preparare questo futuro c’è?

“Il futuro deve diventare sempre più un tempo non ostile. La differenza tra la mia generazione e la generazione di mio padre e di mio nonno è che: per la mia generazione, il futuro suscita inquietudine, perché siamo stati abituati a pensare che quello che viene domani potrebbe essere, persino, peggio dell’oggi; per mio padre e per mio nonno, il futuro possedeva, già intrinsecamente, un concetto progressivo; dietro l’idea di futuro, sicuramente, si immaginava il progresso, l’innovazione, il cambiamento, le tecnologie, le cose cambiavano, sarebbero cambiate, questo è ciò che caratterizzava le generazioni precedenti. La politica, le istituzioni, oggi, devono lavorare affinché il futuro venga concepito come un qualcosa da sentire proprio, deve essere padroneggiato, non deve essere vissuto in modo ostile o in modo pericoloso (quasi come se fosse un rischio). Il futuro deve essere il tempo in cui, realmente, un individuo, un giovane può realizzare il suo progetto di vita, i suoi sogni e i suoi desideri. Questo è il senso dello slogan che richiama il messaggio, fondamentale, della mia campagna elettorale. La politica deve essere in grado di riaccendere fiducia e speranza”.




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