SAVA. I padroni della Piazza. Ovvero, come negare la Piazza per il pubblico comizio del nostro giornale

SAVA. I padroni della Piazza. Ovvero, come negare la Piazza per il pubblico comizio del nostro giornale

Quando la democrazia è un optional per chi amministra, a turno, questo nostro martoriato paese

I fatti: mercoledì mattina effettuo il rito per l’uso del palco pubblico, richiesta di autorizzazione al sindaco ad usare la Piazza, comunicazione al Comando dei Vigili urbani savesi e quello alla Prefettura di Taranto. Giovedì: mi chiama l’impiegato dell’Ufficio manutenzione e mi dice che posso tranquillamente pagare il conto corrente (deposito cauzionale di circa 30 euro che, in larghissima parte poi verranno restituiti). Fin qui, normale. Operazione fatta tantissime volte dal nostro giornale per gli incontri con i savesi dal palco in Piazza San Giovanni.

Venerdì: mi attivo con Peppo Ghiaccetta, operaio del nostro Comune, per concordare l’orario in cui andare al deposito comunale prendere il palco da collocare in Piazza. Giacchetta mi dice che ci può essere un problema domenica in quanto c’è la messa in onore del Corpus domini in Piazza allo stesso orario in cui ho chiesto l’autorizzazione. Bene. Salgo all’Ufficio del Patrimonio e il dirigente, arch. Alessandro Fischietti mi dice di questa concomitanza. Gli rispondo che non c’è nessun problema per il nostro giornale in quanto possiamo fare il comizio anche dopo la Santa Messa.

Prosegue bene. Il Comizio si farà alle 19.00, o giù di lì, a messa finita. Sorge un altro “problema”: mi chiama il Comando della Polizia Municipale e mi dice che il mio Comizio può intralciare il “Giugno savese 2015”.  La Comandante, dott.ssa Lugina Soloperto, fa un giro di consultazioni e dal programma in suo possesso non c’è nessuna manifestazione in Piazza. Oltre, s’intende, quella della Santa Messa del Corpus Domini.

Anzi, per evitare intralcio alla Messa chiedo alla Comandante dei Vigili urbani che sono disponibile a fare il Comizio pubblico anche nella giornata di sabato. Quindi, anticipo di un giorno per evitare di creare sovrapposizione a qualche ipotetico avvenimento. La Comandante concorda con me su questo e, disponibilissima nella sua funzione amministrativa, inoltra alla Prefettura il cambio di data. Ricapitolando, non più domenica 7 giugno ma ben sì sabato 6 giugno. La Prefettura dà il via libera e il Comando dei Carabinieri di Sava anche. Fin qui, sembra, tutto bene.

Resta l’autorizzazione del sindaco pro tempore Dario IAIA per la Piazza. Giro di telefonate e, pare, che il sindaco non risponde. Strano che un sindaco non risponda ad un Comando di PM locale. Concordo con la Comandante che nel primo pomeriggio, alle 17.00, ho l’appuntamento con Peppo Giacchetta per andare al deposito comunale e caricare il palco.

La Comandante, mi rimarca di aspettare il permesso del sindaco. Bene. Resto in attesa. Richiamo alle 13.30 il Comando della Polizia Municipale per sapere se il primo cittadino ha risposto alle chiamate della PM savese. Affermazione negativa. Il sindaco non risponde. Restiamo sul vago. A monte c’è l’appuntamento con Giacchetta alle 17 per il palco.

Arrivo in Piazza, all’orario concordato e Giacchetta mi dice che il sindaco non ha autorizzato la Piazza per il comizio. Quindi … nisba!

Ma c’era nell’aria un qualcosa che si intuiva. Ma arrivare a negare una pubblica Piazza per un pubblico comizio, in una democrazia come la nostra, ce ne vuole. Aspettiamo di ricevere dal sindaco la risposta scritta a questa negazione. Dopo di ciò valuteremo i passi da fare. Se necessari nelle sedi opportune.

Una nota, per i nostri lettori, vicini e lontani: l’ex sindaco Aldo Maggi nel 2012 fece apposta apposta un ordinanza in cui vietava l’esposizione di un dazebao, che Viv@voce immancabilmente rinnovava come tema ogni 10-15 giorni, in quando “deturpava” l’aspetto ambientalistico e paesaggistico del paese nel centro storico. Era chiarissimo il messaggio a questo giornale.

Sapete chi preparò per il nostro giornale, sdegnato lui stesso per la decisione del Maggi, il ricorso gerarchico da inviare al Presidente della Repubblica su questa “strana” ordinanza?

Il Consigliere d’opposizione che faceva di nome Dario IAIA. Ma guarda un pò!

Giovanni Caforio

viv@voce

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