LIZZANO. Rinvenimento di una tomba greca risalente al IV secolo a. C.
Gli scavi sono stati incaricati dal Comune di Lizzano coadiuvato dalla Soprintendenza Archeologica, mediante il supporto del Museo Civico della Paleontologia e dell’Uomo
Lizzano, le sue radici e la sua storia ancora da raccontare. Durante la mattinata del 19 giugno c.a., mentre gli addetti ai lavori eseguivano degli scavi per la realizzazione di una rotonda all’incrocio tra via L. Di Savoia e via Fontanelle, è stata rinvenuta una tomba greca che, sembrerebbe, risalire al IV secolo a.C.
Una tomba magno-greca che, molto probabilmente, rappresenterebbe una necropoli o, meglio, una vasta area archeologica di destinazione funeraria, la quale permetterebbe di comprendere e conoscere, maggiormente, le antiche radici lizzanesi. Una scoperta che non è sinonimo di novità, dato che, numerosi cittadini, erano a conoscenza, da ben oltre 50 anni, della presenza di talune sepolture nel sottosuolo della cittadina.
Fortunatamente, uno dei fattori che ha contribuito che ciò accadesse e tornasse alla luce è, sicuramente, l’incredulità di alcuni tombaroli che, a differenza di ciò che accadde tra gli anni ’70 e ’90, non hanno dato gran rilevanza alle dicerie popolari che, come testimoniano gli scavi della scorsa mattinata, sottolineavano l’esistenza di quanto dianzi menzionato. Archeologia, storia, conoscenza, cultura, usanze e riti funerari ritornano alla luce, forse, per far riaffiorare il nostro passato; per far comprendere che il nostro territorio è simbolo di ricchezza; per dare la giusta rilevanza ai beni culturali che abbracciano gli usi e i costumi d’un tempo che amalgamano, in tutto questo, un notevole e importantissimo interesse archeologico.
Oltre alla riesumazione dello scheletro (trattasi di un uomo adulto), sono stati rinvenuti tre reperti che costituirebbero quei supplementi importanti che permetterebbero di determinare con esattezza, dopo un’attenta analisi, il periodo storico al quale apparterrebbe la salma.
Gli studi e i lavori di ricerca continueranno e, come sottolineato da Oronzo Corigliano, curatore del Museo Civico della Paleontologia e dell’Uomo di Lizzano, il quale esplica: “Auspico che questo rinvenimento contribuisca a sensibilizzare, maggiormente, le coscienze sull’importanza dei nostri beni culturali e a far avvicinare, sempre più, i nostri concittadini al nostro Museo Civico che, senza presunzione, è uno dei più interessanti della nostra Regione. Dario Panariti è l’archeologo, incaricato dal Comune, il quale, dopo aver effettuato gli studi opportuni su quanto rinvenuto, sarà in grado di fornirci notizie più precise. Il rinvenimento è importante, perché ci permette di raccogliere ulteriori dati, indispensabili per conoscere le nostre radici, oltre a quelle di Lizzano, le quali sono molto più antiche rispetto a quelle descritte e pubblicate nei libri”.
D’altro canto, la svolta positivista del M5S dello stesso comune che riporta, giustamente e testualmente, quanto segue: “Questa è la ghiotta occasione di dare una svolta al paese. Se, come si sospetta, l’area interessata dovesse estendersi per diverse centinaia di metri quadrati, si sospendano i lavori per la realizzazione della rotonda, non si trasporti tutto ciò che è stato ritrovato nel museo locale e, si pensi, se sia il caso, di creare un’area museale a cielo aperto ricoprendo il tutto con materiale plastico trasparente, donando ai lizzanesi, oltre che il fasto di un’antichità ancora sconosciuta, un luogo di attrazione turistico-culturale unico nel suo genere. Speriamo che l’amministrazione comunale sappia capitalizzare questa irripetibile occasione. Intanto, confidiamo pienamente nelle qualità tecniche dell’archeologo Dario Panariti e del curatore del locale museo Oronzo Corigliano, che sapranno, competentemente, guidare l’ente comunale verso la decisione migliore da prendere, al fine di tutelare al meglio una tale miniera di bellezza e di storia”.
Una decisione che spetterebbe, come sottolineato dal M5S, all’amministrazione comunale sotto le direttive degli organi competenti, i quali dovrebbero consigliare, condurre e indirizzare, diligentemente, il percorso giusto da rispettare, affinché tutto questo non si perda, bensì diventi un nuovo inizio per il piccolo comune jonico. Una “rinascita” che partirebbe da un inestimabile patrimonio culturale-archeologico di eterna bellezza storica. Continuare con i lavori, significherebbe depredare la nostra storia, sotterrare le nostre coscienze e, soprattutto, non avere rispetto della cultura, del passato e di tutti quei cittadini che si mobilitano, puntualmente, per migliorare le condizioni della piccola cittadina.
Intanto, non possiamo far altro che attendere delle risposte da parte degli esponenti politici, venire a conoscenza delle ulteriori informazioni che concernono la natura dello scheletro, quindi: le analisi osteologiche, la composizione e il significato dei reperti rinvenuti all’interno della tomba (i quali, molto probabilmente, porterebbero a ipotizzare una data ancora più lontana), oltre alla posizione dello stesso defunto.
Si ringrazia, per la concessione del filmato, Michele Calasso – Lizzano.eu.
Eleonora Boccuni