CAMPOMARINO (Marina di Maruggio). Il porto e gli odori nauseabondi che si sprigionano dall’antistate acqueo
In attesa di essere ripulito dai sedimenti marini …
“Le alghe in avanzato stato di putrefazione, affioranti lo specchio acqueo del porto (zona pescherecci) e lo scalo di alaggio causa di emissioni maleodoranti, costituiscono pericolo per la pubblica incolumità e rischi per la salute pubblica”.
Questa in sintesi la motivazione riportata nell’Ordinanza Contingibile e Urgente n. 62 del 29 dicembre 2014, con la quale il Sindaco di Maruggio Dott. Alfredo LONGO decise di di INTERDIRE dall’ 1 gennaio 2015 lo “Scalo di Alaggio” a tutte le attività di varo e alaggio. Ciò si era reso necessario “anche per evitare di mettere in grave pericolo (si legge nell’ordinanza) gli operatori marittimi in caso di caduta in mare, in quanto le alghe si sono trasformate in vere e proprie sabbie mobili”.
Sono trascorsi 7 mesi dalla chiusura dello scalo di alaggio e le opere di manutenzione ordinaria/straordinaria dello specchio acqueo del porto peschereccio, che avrebbero dovuto “movimentare i sedimenti marini n ambiente sommerso” finalizzate al ripristino del passo di accesso” sono ancora in fase di discussione nonostante ben “TRE CONFERENZE DI SERVIZI”. Due sono le cause principali che portano al continuo “slittamento” dell’avvio dei lavori: una relativa al conseguimento degli assensi da parte delle amministrazioni e degli enti interessati all’approvazione del progetto tenute ad esprimersi ad adottare atti di concerto o di intesa nonché a rilasciare pareri, autorizzazioni e nulla osta per rimuovere l’atavico problema igienico sanitario, soggetto alla procedura di verifica di assoggettabilità e Valutazione di Impatto Ambientale che dovrebbe essere di competenza della provincia di Taranto.
L’altro riguarda la “querelle” tra la Società Torre Moline S.p.A. (concessionaria per la durata di 30 anni del bacino) il Comune di Maruggio e la Regione Puglia servizio Demanio e Patrimonio. Motivo del contendere sono le competenze ossia: “ a chi spetta effettuare i lavori?
La Torre Molino S.p.A. tramite il suo presidente Geom. Rocco CAVALLO concessionario del bacino, nel corso dell’’ultima Conferenza dei Servizi (11.06.2015) ha testualmente dichiarato: “la torre molino S.p:A. come previsto dalla c.d.m. n. 30/2001, art.6 non compete alla stessa società effettuare lavori di dragaggio ma, come ha già mostrato dal 2004, è parte attiva e rimarrà parte attiva per la soluzione dell’intervento, salvo verificare di chi sono le competenze e le spettanze”. Da ciò si evince chiaramente che i lavori che sarebbero già dovuti iniziare da tempo, saranno avviati in “illo tempore” quindi:
i residenti, i turisti bagnanti e titolari di attività commerciali, DOVRANNO TAPPARSI IL NASO e almeno per questa stagione balneare, continuare a subire gli inconvenienti igienico sanitario (dei quali a giusta ragione si lamentano) derivanti dallo specchio acqueo della muraglia in cemento che cinge il porto imprigionando le correnti marine e modificando irreparabilmente il fondale e gli ambienti originali del mare.”
“La sabbia, un tempo punto di partenza per una nutrita popolazione marina, ora è stata sostituita da alghe limacciose che non offrono interstizi, e l’acqua e l’ossigeno in esse disciolti non riescono a penetrare in profondità anzi si bloccano nei primissimi centimetri del fondo frenando di fatto lo sviluppo della fauna interstiziale e quindi di tutta la catena biologica.”
“L’acqua intorbidita riducendo la penetrazione della luce in profondità, ostacola lo svolgimento della fotosintesi clorofilliana rendendo in tal modo precaria la vita delle piante come la Posidonia.”
“Il porto, la cui insenatura fu parzialmente bonificata nell’aprile del 2014) con la colata di cemento ha causato un’impatto negativo sulla vegetazione betonica tanto da aver alterato nel suo interno all’esterno le correnti marine e accelerato i processi di sedimentazione delle particelle sospese in acqua e così seppellito tutto ciò che sul fondale non si può muovere innescando fenomeni di PUTREFAZIONE (vedesi alghe) che formano delle bolle dalle quali si sprigionano i gas rendono l’aria maleodorante.” “la tutela della salute pubblica, come quella del mare (patrimonio naturale) va perseguita nel contesto più generale della tutela dell’ambiente che va preservata con interventi lungimiranti da parte delle istituzioni, ed è per ciò che vanno rimosse le cause che potenzialmente potrebbero incidere sotto il profilo igienico sanitario danneggiando la salute dei residenti e dei villeggianti di Campomarino”.
E intanto, godiamoci il sole, la spiaggia e il mare trasparente di Campomarino!
Mimmo CARRIERI