Confagricoltura, tributo 630 e cartelle pazze: “La Regione Puglia deve risolvere il problema”

Confagricoltura, tributo 630 e cartelle pazze:  “La Regione Puglia deve risolvere il problema”

Il  famigerato “contributo 630” richiesto in questi giorni dai Consorzi di bonifica che operano tra Costa Ionica e Salento, tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto è fermamente  contestato dagli agricoltori

Confagricoltura Taranto prende posizione sulla vexata quaestio dei Consorzi di bonifica e dei costi esorbitanti dell’acqua per irrigazione, unendosi così all’azione di protesta intrapresa, parallelamente, dalle altre Unioni provinciali pugliesi.

A centinaia di consorziati, infatti, sono stati recapitati avvisi di pagamento di contributi consortili che hanno suscitato la loro immediata protesta, visto che le aziende agricole non hanno mai usufruito di benefici di qualsivoglia natura collegati al tributo 630 il cui pagamento è preteso, nello specifico, dal Consorzio dell’Arneo. L’Ente di Bonifica, in provincia di Taranto, serve alcuni comuni del versante orientale, tra i quali Manduria e Avetrana e in parte Torricella, Maruggio, Sava e Lizzano.

Una vecchia storia, quella delle cosiddette “cartelle pazze”, che si ripete sempre uguale a se stessa. I piani di classifica formulati dai Consorzi, che hanno stabilito quali territori fossero da assoggettare a tassazione, sono stati già impugnati, nel 2012,  da circa ottomila agricoltori salentini, brindisini e tarantini in adesione ad una mirata iniziativa di Confagricoltura.

Il motivo del contendere, evidenziato già all’epoca,  è appunto che nessun beneficio diretto e specifico i consorziati hanno mai ricevuto. La Regione Puglia, a fronte di tale inaccettabile stortura, che perdura da anni,  nulla finora ha deciso per affrontare e risolvere il problema.

In realtà i Consorzi hanno il diritto di imporre i contributi ma solo in presenza del presupposto che vi sia un beneficio effettivo, diretto e specifico del fondo servito e ciò deve comportare un aumento di valore fondiario dello stesso.

Su questo “fronte caldo” Confagricoltura ha organizzato la resistenza contro tali ingiuste ed illegittime pretese. Anche dal punto di vista formale, gli avvisi che stanno pervenendo sono  recapitati per posta semplice e, pertanto, ad essi dovranno seguire intimazioni validamente notificate.

Soltanto da quel momento potranno decorrere i termini per proporre i ricorsi.

A tal fine, Confagricoltura Taranto suggerisce alle aziende di raccogliere la documentazione necessaria da subito  per consentire una precisa valutazione di ciascuna posizione individuale, considerando che i fondi tassati  sono non omogenei  tra loro, diversamente classati, ricadenti in comuni diversi e spesso in altre province.

Per questo motivo, infatti, non è tecnicamente possibile avviare la cosiddetta “class action”.

 

Confagricoltura – Taranto

Ufficio stampa

 

Per eventuali approfondimenti:

Carmine Palma

(direttore Confagricoltura)

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