SAVA. Passo carrabile per accedere ad un portoncino? Pare proprio di si
Via Giulio Cesare, in pieno centro urbano, una cosa curiosa …
In genere un passo carrabile, secondo il nostro codice della strada, è un accesso ad un’area laterale la quale deve servire appositamente all’entrata dei veicoli ad un’area privata. E fin qui ci siamo. Quindi, per ottenere questo permesso, bisogna presentare un piccolo progetto al Comando di Polizia municipale per ottenere l’autorizzazione.
Progetto che consiste nel disegno tecnico della facciata dell’abitazione e le dimensioni dello scivolo da fare sul marciapiede. Da questo primo passo è il Comando di Polizia urbana che valuta, con sopraluogo, se il progetto è affine al Codice della strada. Finito questo primo passaggio, e avuto il parere positivo, ecco pronto il segnale e il numero progressivo dell’autorizzazione. Sottointeso il pagamento annuale della tassa.
Dopo questa piccola formalità, andiamo al nostro caso. Un accesso dal marciapiede, e dalla foto si evince questo, per autoveicoli: infatti le dimensioni dello scivolo portano per davvero all’entrata, in un luogo privato, ad un garage. Ma qui il garage non c’è! Qui, invece, c’è una grata che come primo accesso al luogo privato porta ad un piccolo atrio e, di seguito, ad un portone! E’ possibile che, a questa proprietà, sia stata data l’autorizzazione, sempre previo sopraluogo della Polizia urbana, in queste condizioni?
Visto che, stando alle regole del Codice della strada, per veicolo si intende anche una bicicletta è difficile anche ipotizzare che il tutto possa essere servito al passaggio delle biciclette. E poi, gioca a sfavore, le dimensioni dello scivolo. Troppo grande per il passaggio delle biciclette.
Ma può essere anche possibile, perché no, che anzi che esserci la porta sulla richiesta dell’autorizzazione c’era l’apertura di un garage?
E il sopraluogo dei Vigili non ha notato che qualcosa non quadrava tra il progetto e lo stato reale del luogo? E magari ai giorni nostri, e qui ci viene fortemente il dubbio, è stata usata l’autorizzazione avuta secondo certi canoni quando, di fatto, i canoni reali sono diversi?
O può darsi che, i Vigili urbani, hanno concesso l’autorizzazione a “scatola chiusa”? Nel dubbio, aspettiamo …
Giovanni Caforio