SAVA. La giornalista Lucia IAIA, il sindaco pro tempore Dario IAIA e questo “scassapatani” che si chiama Giovanni Caforio

SAVA. La giornalista Lucia IAIA, il sindaco pro tempore Dario IAIA e questo “scassapatani” che si chiama Giovanni Caforio

Quando si superano le linee del rispetto,  e si va avanti con le offese gratuite, allora il discorso assume un’altra piega

Parlare della giornalista IAIA e del sindaco pro tempore Dario IAIA non è difficile per questo giornale. Assolutamente. Abbiamo avuto modo di conoscerli entrambi e su entrambi, da premettere che avevamo un idea diversa, il nostro giornale ha avuto modo di scrivere sul loro operato.

La prima come giornalista di “Nuovo Quotidiano di Puglia” e corrispondente per Sava, il secondo, più importante, come sindaco pro tempore della nostra cittadina. Di Lucia IAIA ci ha sorpreso soltanto una cosa: non ha avuto rispetto per il lavoro di questo giornale. Per carità, non è che ci attendevamo le lodi o gli applausi dalla medesima. Figuriamoci.

Francamente, ed è bene ricordarlo questo, quando c’era Aldo Maggi al Palazzo Municipale il rapporto era più cordiale, rispettoso e per certi versi anche amichevole. Da non scordare che fummo denunciati in tre dall’ex sindaco Maggi sul tema del Cimitero: Caforio, Carrieri e la stessa Lucia IAIA.

Insomma un buon rapporto, come suol dirsi, di buon vicinato. Da quando suo fratello, Dario, ha sostituito Aldo Maggi alla guida di Sava il rapporto si è incrinato. E più passava il tempo, e Viv@voce metteva in evidenza le contraddizioni amministrative del defunto “Patto per Sava”, il rapporto si è inchiodato.

Come di regola, già, prima cosa è togliere il saluto. Usanza comune nel nostro paese, specie a chi parla male di un amministratore. Ma questo giornale è così. Spesso ho detto, a chiare lettere, non lo leggete se vi sembra laconico o lapidario. Tranquilli, non ci cambia la vita. Per nulla. Proseguo.

Oggi tutti sappiamo che i social network sono importanti nella nostra quotidianità. E avere uno smartphone è alla portata di tutti, come lo è l’informazione che si appoggia a questo strumento telematico. E questo è un bene. In pochi minuti un fatto, o un accaduto, viene messo subito a conoscenza di chi segue questo giornale, o un giornale in genere. Ma oltre questo ci sono i commenti. Questi ultimi devono essere rispettosi, pur non condividendo la linea di un giornale. Assolutamente.

La compostezza, l’educazione sono alla base del nostro vivere civile. O presunto tale. E questo è garantito dalla nostra Costituzione. E in caso di violazione delle leggi subentra il codice penale. Quindi tornando ai commenti, possiamo dire che non possono ledere la persona. Per nulla proprio. E visto che su facebook ci sono persone che hanno una cultura media, o in alcuni casi anche accademica, sanno benissimo ciò che fanno o lasciano intendere. Il classico “parlo a nuova affinchè suocera intenda” è ripetutissimo.

Certo, può succedere a tutti di sbagliare e, se si è intelligenti, si porgono le scuse all’offeso. Magari anche con motivazioni dettate dall’emotività. Però si mostra la modestia. Ma quando tutto questo non avviene, allora della serie “nessuno è fesso”, e si continua ad usare una cattiveria indescrivibile bisogna assumersi anche le responsabilità di ciò che si scrive. Detto da uno come me, poi, ha doppia valenza.

Alcuni lettori mi hanno mandato il post su facebook del sindaco pro tempore Dario IAIA, il quale spreca tutte le parole possibili a favore della sorella Lucia. Normalissimo questo, in un contesto familiare così vicino, ma non è molto normale quando il medesimo non sa di ciò che si sta parlando. Qui, nella denuncia di Viv@voce contro la sorella, si sta parlando di offese personali che sono le più gravi.

Oltre ad avermi dato “dell’ignorante” e del “presunto giornalista”. Bontà sua! Ma anche di questo Lucia IAIA risponderà direttamente, oltre al magistrato, anche al Consiglio disciplinare dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia.  Quindi di cosa stiamo parlando, sindaco pro tempore IAIA? Del fatto che sua sorella ha due lauree? E che cavolo centra questo con l’oggetto principale della querela?

Andiamo avanti. Nel suo post Dario IAIA dice: “Mia sorella, che è stata vittima, in questi anni di diversi episodi negativi, compreso un attentato, e negli ultimi giorni di una querela e di attacchi  giornalistici”, che vuol dire questo?

Gli attentati, oltre quello da lei subito, lo ha subìto Mimmo Carrieri, e di che maniera tra l’altro. Ma Carrieri non si è pianto addosso, nonostante avesse ricevuto in diverse occasioni l’invio in una busta di proiettili con frasi funeree. Ha proseguito il suo intento. Anche io ho subito un attentato ma non mi sono messo ai 4 venti a gridarlo forte a tutti. Quindi, di chi parliamo?

Qui non centra nulla questo vittimismo. Ma proprio per nulla. E non si senta attaccato personalmente da questo giornale, lo scordi. Nonostante le sue denunce contro il direttore di Viv@voce, “istigazione a delinquere” e “Stalking”, sono cadute in fase istruttoria!

Lei sa benissimo che se queste accuse fossero state confermate dal Gup mi avrebbero potuto anche arrestare in aula direttamente. Stia giocondo con i suoi hastag. Lei è un avvocato, quindi un cultore del diritto, che fa? Querela me per diffamazione e quando tocca a sua sorella, querelata, si erige a strenuo difensore?  Senz’altro avremo modo di incontrarci nelle aule di Tribunale. Io sono e sarò sereno. Lei non lo so …

Non scordi che fra meno di 18 mesi finisce il suo mandato, e di questo deve dar conto a tutta un’intera comunità. E non certamente a questo giornale. Questo giornale ha un difetto macroscopico: ”Racconta quello che gli altri non vogliono che si sappia”.

Ecco, come nella passata amministrazione, anche con la sua abbiamo fatto le stesse cose. Forse ci eravamo illusi delle sue capacità politiche-amministrative. Il paese sta peggio di prima, nonostante i suoi proclami. Ma ritorniamo a Viv@voce: ha sempre messo in evidenza le contraddizioni di una compagine amministrativa. Quasi quotidianamente.

Quanto a sua sorella, sindaco pro tempore IAIA, se verrà giudicata innocente dal giudice allora vuol dire che Viv@voce ha visto male. Domanda: e se verrà condannata, cosa vorrà dire?

Giovanni Caforio

 


viv@voce

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